Santanchè dice che si arricchirà «con tutte le querele»

La ministra del Turismo continua ad accusare i giornali di scrivere falsità sul suo conto, e minaccia di portarli in tribunale

(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Giovedì la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha partecipato a Roma alla riunione annuale di Confagricoltura, una delle organizzazioni che riuniscono e rappresentano le imprese agricole. Nonostante i temi dell’evento fossero molto diversi, le sono state rivolte molte domande sulle accuse che ha ricevuto nelle ultime settimane per via della sua attività imprenditoriale. Testimonianze e documenti raccolti soprattutto dal programma di Rai 3 Report hanno accusato Santanchè di aver gestito per anni le sue aziende in modo poco trasparente, tra le altre cose senza pagare ai dipendenti licenziati il trattamento di fine rapporto (tfr) e in almeno un caso imponendo a una dipendente la cassa integrazione a zero ore a sua insaputa, ma facendola comunque lavorare: una circostanza che se fosse verificata sarebbe un reato. Da alcuni mesi inoltre Santanchè è indagata dalla procura di Milano per falso in bilancio per la gestione tra il 2016 e il 2020 della società Visibilia Editore, una casa editrice che pubblica diverse riviste tra cui Novella 2000.

Santanchè ha più volte negato tutte le accuse a suo carico. Le ha descritte spesso come falsità scritte dai giornali allo scopo di screditarla e ha minacciato gli stessi giornali di intraprendere contro di loro una serie di azioni legali. Lo ha fatto anche rispondendo alle domande di alcuni giornalisti che l’avevano accerchiata fuori dalla riunione di Confagricoltura, a cui ha detto: «Mi arricchirò con tutte le querele».

Ad altre domande puntuali dei giornalisti Santanchè ha risposto di non voler partecipare «a processi mediatici» e di volersi difendere in tribunale «come tutti i cittadini».

Sul palco di Confagricoltura invece è sembrata rispondere più volentieri a domande sulla questione, approfittando di un clima meno ostile: ha rivendicato di essere accusata come imprenditrice e non «nelle mie funzioni di ministra», si è detta «assolutamente tranquilla» e ha smentito la possibilità di dare le dimissioni da ministra, come chiedono da settimane le opposizioni. «Alcuni giornali scrivono delle grandi bugie, per questo faremo la nostra querela, il nostro risarcimento danni», ha detto Santanchè, che poi ha ribadito: «Mi auguro tra qualche anno di avere un bel gruzzoletto, e che con il mio risarcimento danni potrò magari aiutare qualcuno che ha più bisogno di me».

La scorsa settimana Santanchè aveva dovuto riferire in parlamento, su richiesta delle opposizioni ma anche dopo le pressioni di una parte della maggioranza: molte delle cose che aveva detto in quell’occasione però non tornavano o erano state smentite da altre persone interessate nelle vicende. In parlamento la ministra aveva negato anche l’indagine della procura di Milano, salvo poi doversi ricredere nel giro di poche ore.

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