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  • Giovedì 13 luglio 2023

L’ultimo controverso trasferimento di un calciatore in Arabia Saudita

Da Sergej Milinkovic-Savic ci si aspettavano ancora grandi cose in Europa, ma a 28 anni ha preferito andare a giocare con l’Al-Hilal

Sergej Milinkovic-Savic (Alessandro Sabattini/Getty Images)
Sergej Milinkovic-Savic (Alessandro Sabattini/Getty Images)
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Mercoledì la squadra di calcio saudita dell’Al-Hilal ha confermato l’acquisto del centrocampista serbo Sergej Milinkovic-Savic per circa 40 milioni di euro. Milinkovic-Savic era stato uno dei migliori centrocampisti della Serie A nelle ultime stagioni e a 28 anni, quindi all’apice della carriera, in molti pensavano sarebbe andato a giocare in una grande squadra europea, considerando anche la scadenza fra un anno del suo contratto con la Lazio. Ha invece accettato un ricchissimo contratto di tre anni in Arabia Saudita, come decine di calciatori stanno facendo questa estate.

A differenza dei tanti acquisti fatti fin qui, quello di Milinkovic-Savic è particolarmente significativo perché non riguarda né un giocatore a fine carriera né uno di seconda fascia, ma uno dei più in vista della Serie A, a cui però mancava ancora qualcosa per essere considerato tra i migliori al mondo nel suo ruolo. Accettando di andare a giocare in Arabia Saudita Milinkovic-Savic ha in un certo senso ridimensionato la sua carriera, dato che nei prossimi anni proseguirà a giocare in contesti secondari.

All’Al-Hilal troverà l’ex difensore di Napoli e Chelsea Kalidou Koulibaly, il centrocampista portoghese Ruben Neves, l’ex attaccante del Porto Moussa Marega e il portoghese Jorge Jesus come allenatore. La squadra ha sede a Riad ed è la più vincente nella storia del campionato saudita, con 18 titoli nazionali vinti dal 1977 a oggi.

Per la sua importanza l’Al-Hilal è anche una delle quattro squadre finite di recente sotto il controllo diretto del Public Investment Fund (PIF), il fondo di investimento del governo saudita, che le controlla al 75 per cento. Le altre sono l’Al-Ittihad, l’Al Nassr e l’Al-Ahli, non a caso le più attive in questa finestra estiva del calciomercato. Queste quattro squadre, in cui confluiranno i maggiori investimenti, saranno quelle che proveranno a ottenere una loro rilevanza anche in ambito internazionale, e quindi a rappresentare l’Arabia Saudita al di fuori della penisola araba.

L’Al-Ittihad, che ha vinto l’ultimo campionato, è la nuova squadra del Pallone d’Oro in carica Karim Benzema e del campione del mondo N’Golo Kanté. L’Al Nassr è invece la squadra che ha aperto la strada ai grandi investimenti dei club sauditi nel calcio acquistando a inizio anno Cristiano Ronaldo. Nelle ultime settimane ha preso anche il centrocampista dell’Inter Marcelo Brozovic — un altro che avrebbe potuto giocare a lungo ad alti livelli in Europa — e l’ex portiere del Napoli David Ospina. All’Al-Ahli giocano invece l’ex portiere del Chelsea Edouard Mendy e l’ex attaccante del Liverpool Roberto Firmino.

Oltre ai giocatori più famosi le squadre saudite ne stanno ingaggiando anche molti di cosiddetta seconda fascia, che servono ad alzare il livello medio di un campionato fino a pochi mesi fa composto quasi completamente da giocatori sauditi. E poi allenatori, preparatori e dirigenti con esperienza in Europa che dovranno gestire sul campo questi investimenti, come nel caso di Michael Emenalo, ex direttore tecnico del Chelsea ingaggiato dalla Saudi Pro League per sovrintendere alla crescita del campionato.

Finora questo momento di espansione del calcio saudita è stato paragonato ad altri fenomeni simili visti negli ultimi anni, in particolare in Cina, dove per anni le squadre locali sostennero enormi spese per far parlare di sé comprando giocatori europei e sudamericani. Per la maggior parte erano giocatori a fine carriera, ma tra questi ci finirono anche calciatori non ancora trentenni attirati dai grandi contratti. Questo periodo del campionato cinese durò però solo qualche anno prima che il governo decidesse, in contemporanea con la pandemia, di ridimensionarlo notevolmente.

La situazione in Arabia Saudita è ancora difficile da inquadrare. Gli investimenti sono appena iniziati, il campionato è ancora fermo (segue l’andamento di quelli europei, da agosto a maggio) e l’ultimo disputato era ancora la vecchia e irrilevante versione locale. Le ipotesi o le previsioni su dove si troverà il campionato tra qualche anno sono quindi tante e piuttosto indefinite. C’è chi sostiene per esempio che questo periodo così fitto di grandi investimenti sia in realtà motivato da questioni fiscali, dato che i cittadini stranieri che si trasferiscono in Arabia Saudita hanno bisogno di risiederci per circa sei mesi prima di ottenere l’esenzione fiscale completa prevista per gli stranieri.

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