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  • Martedì 11 luglio 2023

I danni delle alluvioni nel nord-est degli Stati Uniti

Le piogge intense hanno provocato allagamenti soprattutto nel Vermont, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza

(Scott Eisen/ Getty Images)
(Scott Eisen/ Getty Images)
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Negli ultimi due giorni le piogge intense hanno provocato frane, allagamenti e grossi danni in diverse aree del nord-est degli Stati Uniti. Tra gli stati più colpiti ci sono quello di New York, il Connecticut, il Massachusetts e il New Hampshire, ma soprattutto il Vermont, dove martedì mattina è stato dichiarato lo stato di emergenza. Anche se la situazione sta tornando lentamente alla normalità, nel Vermont stanno andando avanti le operazioni di soccorso per cercare di far evacuare le persone ancora isolate nelle proprie case. Il governatore dello stato, Phil Scott, ha detto in una conferenza stampa che la devastazione portata dalle alluvioni degli ultimi giorni è «storica e catastrofica»: secondo le autorità statali sono gli allagamenti più disastrosi da quelli dell’uragano Irene nel 2011.

Sono almeno 117 gli abitanti del Vermont a essere stati soccorsi nelle proprie case o mentre cercavano di andarsene a bordo delle proprie auto, rimaste sommerse almeno in parte dall’acqua. In totale centinaia di persone hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni. Le piogge intense hanno fatto straripare i fiumi e franare le strade un po’ dappertutto, e nello stato di New York hanno costretto le autorità a sospendere temporaneamente la circolazione dei treni lungo un tratto della valle attraversata dal fiume Hudson. A Montpelier, la capitale del Vermont, è stato diramato un ordine di emergenza che ha previsto la chiusura del centro città, dove sono stati allagati sia parte del municipio che la stazione di polizia e quella dei vigili del fuoco, cosa che ha complicato i soccorsi.

Sempre nello stato di New York una donna di 35 anni è morta dopo essere stata travolta dalla corrente d’acqua mentre cercava di allontanarsi da casa sua, nella Orange County. Un funzionario della contea, Steve Neuhaus, ha stimato che ci saranno «con facilità decine di milioni di dollari di danni».

Martedì mattina il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato lo stato di emergenza per il Vermont, l’unico stato dove la situazione sta continuando a essere piuttosto difficile, sbloccando fondi che verranno destinati all’assistenza alla popolazione. Intanto William Fraser, funzionario dell’amministrazione di Montpelier, ha scritto su Facebook che la vicina diga di Wrightsville ha quasi raggiunto la propria capacità massima: finora non era mai capitato che l’acqua rischiasse di straripare, quindi al momento non si hanno precedenti per stimare i potenziali danni.

Sembra che da lunedì l’acqua abbia cominciato piano piano a ritirarsi, ma in certe città la quantità di pioggia caduta nel giro di 24 ore è stata enorme. Il National Weather Service, l’agenzia statunitense che si occupa delle previsioni meteo, ha detto che in alcune aree dello stato di New York è caduto in 24 ore il doppio della quantità di pioggia che cade di norma nel giro di un mese. A Montpelier invece solo lunedì sono caduti circa 13,4 centimetri di pioggia: un record, anche rispetto a quella che cadde in città alla fine di agosto del 2011 durante il passaggio di Irene, che raggiunse il Vermont quando era già stato declassato a tempesta tropicale e provocò danni ingenti, oltre a più di 40 morti in tutto il nord-est del paese.

Anche se in assenza di studi specifici non è possibile attribuire in maniera automatica questi allagamenti al cambiamento climatico, sappiamo da tempo che il riscaldamento globale aumenta i rischi di eventi meteorologici estremi, come siccità e alluvioni, e richiede misure immediate per prevenirne gli effetti.