La banca centrale turca ha infine aumentato i tassi di interesse, dopo anni in cui Erdogan si era ostinato a fare il contrario

(Burak Kara/Getty Images)
(Burak Kara/Getty Images)

La banca centrale turca ha aumentato i tassi di interesse di riferimento dall’8,5 per cento al 15 per ridurre l’inflazione, che in Turchia è intorno al 40 per cento. La decisione era molto attesa e ha sostanzialmente invertito anni di politiche monetarie non convenzionali e bizzarre promosse dal presidente Recep Tayyip Erdogan, che finora aveva forzato i banchieri centrali turchi a tenere bassi i tassi per stimolare l’economia e guadagnare consensi. Questa decisione aveva avuto un costo sociale molto alto perché aveva lasciato salire notevolmente l’inflazione, che lo scorso autunno aveva superato l’80 per cento (in Italia, per avere un termine di paragone, è al 7,6 per cento).

Quello di giovedì è il primo aumento dei tassi di interesse da dicembre 2020, e la maggior parte degli analisti sostiene che ne dovrebbero seguire altri. La banca d’affari Morgan Stanley sostiene che i tassi dovrebbero salire fino al 20 per cento per far sì che l’inflazione inizi a scendere; Goldman Sachs ha parlato di un rialzo fino al 40 per cento. Nel comunicato stampa la banca centrale turca ha fatto capire che questo è solo l’inizio di un percorso di rialzo dei tassi che però sarà graduale, con l’obiettivo di riportare l’inflazione sotto il 5 per cento.

Con la rielezione nel ruolo di presidente, Erdogan aveva dato qualche segnale di voler cambiare le sue politiche economiche. In particolare, aveva nominato come ministro dell’Economia Mehmet Simsek, un economista molto autorevole e rispettato a livello internazionale che aveva già fatto parte del governo turco una quindicina d’anni fa, in uno dei periodi di massima espansione economica del paese.

L’altra nomina notevole è stata quella di Hafize Gaye Erkan al vertice della Banca centrale turca. Erkan è una manager bancaria di 44 anni che nel corso della sua carriera ha ricoperto ruoli di grande importanza in una serie di banche statunitensi. Considerata la sua carriera, Erkan è una figura piuttosto rispettata e si ritiene che sia sostenitrice di politiche monetarie ortodosse, contrarie a quelle adottate da Erdogan negli ultimi anni.

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