È morto Daniel Ellsberg, l’ex marine contrario alla guerra del Vietnam che diffuse i “Pentagon Papers“

Daniel Ellsberg, Los Angeles, 17 gennaio 1973 (AP Photo, File)
Daniel Ellsberg, Los Angeles, 17 gennaio 1973 (AP Photo, File)

È morto Daniel Ellsberg, l’uomo che nel 1971 passò al New York Times i “Pentagon Papers”, una serie di rapporti segreti del Pentagono sul coinvolgimento degli Stati Uniti nel Vietnam tra la fine della Seconda guerra mondiale e il 1967. Ellsberg era un ex marine e un analista militare presso la RAND Corporation (uno dei più importanti centri studi americani) che nel corso degli anni Sessanta aveva cominciato a nutrire sentimenti di opposizione alla guerra. Aveva 92 anni e lo scorso febbraio, secondo quanto comunicato dalla famiglia, gli era stato diagnosticato un cancro al pancreas. È morto nella sua casa di Kensington, in California.

Le “United States – Vietnam Relations, 1945 – 1967”, rinominate successivamente dalla stampa “Pentagon Papers”, erano state commissionate dal Segretario alla difesa Robert S. McNamara nel 1967 e erano state consegnate all’amministrazione statunitense nel 1968. Si trattava di uno studio che dimostrava come ben quattro amministrazioni, da Truman a Johnson, avessero di fatto mentito all’opinione pubblica e si fossero fatte coinvolgere sempre di più in una campagna militare disastrosa tenendo nascosto alle persone e al Congresso che le possibilità di vittoria erano scarse.

A quel punto Ellsberg, uno dei compilatori del rapporto, tentò di convincere qualche membro del Congresso a rendere pubblico il rapporto, ma tutti si rifiutarono. Si rivolse quindi al giornalista Neil Sheehan, che si era già occupato di Vietnam ed era critico nei confronti del proseguimento della guerra. Ellsberg fotocopiò in segreto il rapporto, pagina per pagina, con l’aiuto del figlio di 13 anni e della figlia di 10: il rapporto aveva in totale 7mila pagine.

La pubblicazione dei “Pentagon Papers” consentì all’opinione pubblica di venire a conoscenza di alcune azioni militari sulle quali le amministrazioni non avevano mai fornito notizie: riguardavano i bombardamenti della Cambogia e del Laos e i raid sulle coste del Vietnam settentrionale. La pubblicazione del materiale portò a numerose manifestazioni di protesta e a una serie di cause legali. Richard Nixon, che nel 1971 era presidente degli Stati Uniti, accusò Ellsberg e uno dei suoi collaboratori, Anthony Russo, di tradimento. Ellsberg fu poi assolto, dopo che si venne a sapere che i collaboratori del presidente Nixon avevano indagato illegalmente su di lui, per screditarlo. Negli ultimi anni Ellsberg ha scritto alcuni libri e ha partecipato attivamente a una campagna a favore della trasparenza dei governi e contro le armi nucleari.

La vicenda dei Pentagon Papers è stata raccontata anche in The Post, un film del 2017 diretto da Steven Spielberg.

– Leggi anche: Cinquant’anni fa cominciò la pubblicazione dei “Pentagon Papers”