• Mondo
  • Venerdì 16 giugno 2023

Il direttore dell’obitorio di Harvard è stato accusato di vendere pezzi di cadaveri

Faceva parte di una rete di compravendita diffusa in tutti gli Stati Uniti: oltre a lui sono state incriminate sette persone

Harvard Medical School, Boston, Stati Uniti, 18 agosto 2022 (AP Photo/Charles Krupa)
Harvard Medical School, Boston, Stati Uniti, 18 agosto 2022 (AP Photo/Charles Krupa)
Caricamento player

L’anno scorso una donna statunitense che aveva partorito una neonata morta aveva chiesto a un’impresa di pompe funebri di Little Rock, nell’Arkansas, di cremare i resti della figlia, che aveva chiamato Lux. Il corpo di Lux era stato inviato all’obitorio e pochi giorni dopo la donna aveva ricevuto delle ceneri. Ma non erano i resti di Lux: quelli erano stati spediti in Pennsylvania e poi a un altro indirizzo del Minnesota in cambio di cinque teschi umani. La transazione era avvenuta all’interno di una rete nazionale di compravendita di resti umani rubati in cui è coinvolto anche Cedric Lodge, l’ex direttore dell’obitorio della Harvard Medical School.

Secondo un’inchiesta federale, una vasta gamma di parti di corpi, compresi cervelli, pelle e cuori, oltre a due corpi di bambini nati morti, sono stati rubati dai dipendenti di un obitorio dell’Arkansas e di un obitorio della Harvard Medical School, una delle più note scuole statunitensi di specializzazione medica. Questi resti sarebbero stati poi acquistati e rivenduti da una rete diffusa negli Stati Uniti, composta da persone che si sono conosciute o si tenevano in contatto tra loro tramite i social network.

Per ora sono sette le persone accusate di far parte di questa rete. Mercoledì un gran giurì della Pennsylvania ha incriminato Cedric Lodge, sua moglie Denise Lodge, Katrina MacLean, Joshua Taylor e Mathew Lampi con l’accusa di cospirazione e trasporto di beni rubati attraverso un confine statale. Se condannati, rischiano fino a 15 anni di carcere. Un sesto imputato, Jeremy Pauley, era stato accusato lo scorso anno e la scorsa settimana si è dichiarato colpevole di associazione a delinquere e trasporto di beni rubati. Ad aprile un gran giurì dell’Arkansas ha accusato degli stessi reati una settima persona, Candace Chapman Scott, che si è dichiarata non colpevole.

Cedric Lodge era il responsabile del programma di donazioni anatomiche dell’obitorio di Harvard e avrebbe sfruttato questa sua posizione per rubare, tra il 2018 e il 2022, organi e altre parti di cadaveri donati alla facoltà per scopi di ricerca medica. È stato licenziato il 6 maggio. Lodge è accusato di aver rubato e trasportato parti dei cadaveri sezionati dall’università a casa sua, nel New Hampshire: da lì lui e la moglie Denise Lodge li vendevano e li spedivano ai compratori. Joshua Taylor, anche lui imputato, avrebbe fatto 39 transazioni tramite PayPal per un totale di oltre 37mila dollari a Denise Lodge, per acquistare i resti umani rubati dal marito: tra gli altri, risulta un pagamento di mille dollari con il promemoria «testa numero 7» e un altro, di 200 dollari, accompagnato da un promemoria che dice «braiiiiiiins», cioè cervelli.

Cedric Lodge è anche accusato di aver permesso ai suoi potenziali clienti «di entrare nell’obitorio per esaminare i corpi e scegliere cosa comprare», secondo l’accusa. Tra quei clienti c’è Katrina MacLean, anche lei indagata, proprietaria di un negozio a Peabody, in Massachusetts, chiamato Kat’s Creepy Creations. Sulla pagina Instagram del negozio si dice che vende «creazioni che sconvolgono la mente e scuotono l’anima». Non è chiaro se MacLean abbia utilizzato i resti umani per creare i suoi “prodotti”, tra cui delle «bambole raccapriccianti», ma secondo l’accusa ha rivenduto alcune delle parti acquistate da Lodge a compratori di tutto il paese, compreso l’imputato Pauley, un artista della Pennsylvania. Nel 2021 avrebbe spedito a Pauley della pelle umana.

Pauley comprava e vendeva spesso pezzi di corpi tramite i social network, e molti provenivano dall’obitorio dell’Arkansas dove erano stati rubati i resti della neonata Lux e dove lavorava la settima imputata, Candace Chapman Scott. Scott e Pauley si sarebbero conosciuti e avrebbero preso contatti su Facebook. Nelle loro conversazioni sono state trovate foto di cuori e cervelli, istruzioni su come imballarli per le spedizioni e anche un accordo di pagamento, che è poi effettivamente avvenuto. Sono stati trovati anche altri pagamenti, per un importo totale pari a più di 11mila dollari.

Nel giugno dello scorso anno, scrive il Washington Post, ci sarebbe stata una soffiata alla polizia, secondo cui Pauley stava pubblicizzando la vendita di resti umani sui social: la soffiata ha portato all’apertura di un’indagine e poi all’accusa di sette persone in cinque diversi stati del paese.

Il procuratore Gerard M. Karam ha detto che «alcuni crimini sfidano la nostra comprensione: il furto e il traffico di resti umani colpisce l’essenza stessa di ciò che ci rende umani. È particolarmente significativo che molte persone si siano offerte volontarie per permettere che i loro resti fossero usati per educare i futuri medici e promuovere la ricerca scientifica. Per loro e per le loro famiglie essere stati sfruttati in nome del profitto è spaventoso». L’università di Harvard ha a sua volta definito il comportamento di Lodge «un ripugnante tradimento» e ha fatto sapere che sta lavorando per identificare quali cadaveri donati potrebbero essere stati violati.

Chiamato “mercato rosso”, il commercio di resti umani è sempre esistito, in tutto il mondo e in tutte le epoche, ha spiegato Damien Huffer, un esperto di traffico di reperti antropologici che lavora alla Carleton University del Canada e all’Università del Queensland in Australia: i resti hanno attratto per secoli antropologi, collezionisti, artisti e altre persone ancora, spesso con significative disponibilità economiche. Molti di questi resti, dice Huffer, provengono da collezioni antiche o da scavi archeologici illeciti, ma «Internet e i social network hanno allargato questo commercio oltre la sola portata delle persone ricche o dei collezionisti dell’era coloniale e l’hanno aperto a chiunque abbia del denaro o un tale interesse».

Le leggi che regolano il commercio di resti umani variano tra paesi, ha detto Huffer, ma «è solo quando casi come questo attirano l’attenzione dei media e solo quando il fornitore e l’intermediario vengono identificati che si possono effettivamente svolgere indagini approfondite. Sono casi che danno la possibilità di migliorare alcune di queste leggi e consentire ad alcuni di questi mercati non regolamentati di diventarlo».

– Leggi anche: Le autopsie non sono per tutti