La Banca Centrale Europea ha aumentato ulteriormente i tassi d’interesse per contrastare l’inflazione: è il livello più alto dal 2001

(Ronald Wittek - Pool/Getty Images)
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La Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di aumentare i tassi d’interesse di riferimento di 25 punti base (0,25 punti percentuali) per combattere l’inflazione, ossia l’aumento generale del livello dei prezzi: li ha portati dunque in un intervallo compreso tra il 3,50 e il 4,25 per cento, il livello più alto dal 2001. Ha sostanzialmente replicato l’aumento che aveva già fatto a maggio, quando aveva deciso di diminuire l’intensità dei rialzi: nei mesi precedenti, quando l’inflazione aumentava in maniera notevole, gli aumenti erano stati fino a 75 punti base per volta. L’annuncio arriva dopo che mercoledì sera la Federal Reserve – la banca centrale statunitense – aveva annunciato per la prima volta da oltre un anno una pausa nel percorso di aumento dei tassi di interesse: l’inflazione negli Stati Uniti è tornata ai livelli di due anni fa, al 4 per cento.

I tassi d’interesse sono quelli a cui le banche centrali prestano denaro alle altre banche, in pratica il costo del denaro. Tradizionalmente, il rialzo dei tassi è lo strumento migliore a disposizione delle banche centrali per mettere l’inflazione sotto controllo, perché aumentando il costo del denaro si riducono i fenomeni che portano a un aumento dei prezzi.

Sia la Banca Centrale Europea che la Federal Reserve hanno iniziato a contenere gli aumenti rispetto al passato: da qualche mese l’aumento generale dei prezzi è meno intenso, perché il costo dell’energia è tornato quasi ai livelli di prima della guerra in Ucraina. Le banche centrali continuano comunque il loro percorso di rialzo dei tassi di interesse perché, nonostante questo, i prezzi continuano ad aumentare: lo si nota da quanto è ancora alta l’inflazione di fondo, quella che si ottiene togliendo dall’inflazione generale i prezzi di cibo ed energia, cioè quelli più volatili e suscettibili a cambiamenti improvvisi.

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