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  • Sabato 10 giugno 2023

C’è stato un nuovo attacco russo a Odessa

Tre persone sono morte e almeno dieci sono state ferite da otto droni nella periferia della città

attacco drone a odessa
Uno degli edifici colpiti dall'attacco dei droni russi nella periferia di Odessa (Kyiv Post/Twitter)
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Nelle prime ore di sabato c’è stato un nuovo attacco russo in Ucraina: almeno tre persone sono morte e altre 10 sono rimaste ferite in un attacco condotto da alcuni droni nella periferie di Odessa, uno dei principali porti ucraini sul Mar Nero. Secondo le prime informazioni fornite dall’esercito ucraino, la Russia avrebbe utilizzato otto droni Shahed-131 e Shaded-136 di fabbricazione iraniana e due missili. I droni sono stati distrutti dall’esercito ucraino, ma i detriti hanno colpito un grattacielo e provocato un incendio. L’onda d’urto causata dalla distruzione dei droni ha danneggiato anche gli edifici circostanti.

Negli ultimi mesi la Russia ha organizzato diversi attacchi missilistici e con i cosiddetti droni kamikaze. I droni Shahed-136 sono fabbricati dalla HESA, una compagnia di stato iraniana. Sono lunghi circa 3 metri e hanno un’apertura alare di 2,5 metri. Possono volare per più di duemila chilometri in maniera autonoma, cioè seguendo delle coordinate GPS, e trasportare fino a circa 50 chili. Il motivo per cui non si parla molto dei diffusi attacchi è che nel corso della guerra l’esercito ucraino ha migliorato i propri sistemi di difesa aerea, grazie alle armi di difesa fornite in questi mesi da diversi paesi occidentali ma anche alle squadre che si dedicano esclusivamente alla difesa aerea di giorno e di notte.

– Leggi anche: I droni iraniani usati dalla Russia in Ucraina

Il metodo che finora si è rivelato più efficace per la difesa dai missili e dai droni russi sono i sistemi Patriot forniti all’Ucraina dagli Stati Uniti a fine aprile, anch’essi in grado di viaggiare ad alta velocità e dotati di radar che permettono di tracciare la posizione anche di missili molto veloci. La Russia d’altra parte finora ha dimostrato di poter organizzare attacchi su base regolare e su vasta scala, pur affidandosi in alcuni casi a missili meno precisi. Quando ci sono grandi bombardamenti e su più aree, l’Ucraina si trova spesso a dover prendere decisioni difficili su come impiegare risorse che sono tutto sommato limitate.

Venerdì gli Stati Uniti hanno mostrato alcune immagini che dimostrerebbero le forniture di droni alla Russia da parte dell’Iran. Secondo gli Stati Uniti, i droni seguono la rotta del mar Caspio dal porto di Amirabad in Iran a Makhachkala, in Russia, e da lì vengono portati via terra vicino al fronte in Ucraina. È stata diffusa anche un’immagine satellitare che dimostrerebbe la costruzione di un impianto di produzione di droni nella zona di Alabuga, in Russia. L’impianto dovrebbe essere operativo all’inizio del prossimo anno, ha dichiarato in una nota il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. Secondo il Wall Street Journal, l’impianto potrebbe produrre almeno seimila droni di progettazione iraniana.

Venerdì il presidente russo Vladimir Putin ha confermato che la controffensiva ucraina è iniziata. «In ogni caso si può dire che tutti i tentativi di controffensiva [ucraina] fatti finora sono falliti», ha detto Putin. «Ma il potenziale offensivo delle truppe del regime di Kiev rimane». Gli attacchi condotti dall’esercito ucraino nelle ultime ore si sono concentrati nella regione di Zaporizhzhia, che si trova più o meno a metà del lungo fronte orientale che dalla regione di Luhansk a nord prosegue fino alla Crimea, passando per il Donbass.

La città di Zaporizhzhia è sotto il controllo dell’esercito ucraino, ma buona parte della regione in cui si trova è invece controllata dai soldati russi. Più in generale, per la sua posizione geografica la regione di Zaporizhzhia è ritenuta ideale per provare a spezzare il fronte.

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