Ora Napoli deve pensare a togliere gli striscioni dello Scudetto

La cittadinanza ha già iniziato a ripulire spontaneamente, intanto il comune ha convocato una riunione per capire modalità e tempi

(Alessandro Garofalo/LaPresse)
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Più o meno dalla fine di febbraio Napoli ha cominciato a riempirsi di murales, striscioni azzurri, bandiere col tricolore e altri addobbi di vario genere per celebrare con largo anticipo la probabile vittoria dello Scudetto della squadra di calcio cittadina, vittoria che si è poi concretizzata nei mesi successivi. Da allora Napoli addobbata per lo Scudetto è diventata praticamente un’attrazione turistica di per sé, attirando in città moltissime persone da fuori curiose e desiderose di partecipare al generale clima di festa.

Ora che con la fine del campionato la gran parte dei festeggiamenti sembra essere terminata e le celebrazioni ufficiali sono finite, alla città è rimasto il problema di rimuovere l’enorme quantità di striscioni e addobbi presenti un po’ ovunque. Mercoledì il comune ha convocato un “tavolo di lavoro” per stabilire modalità e tempi dell’operazione, che dovrebbe iniziare già dalla prossima settimana. Nel frattempo in diverse zone sono nate iniziative spontanee di gruppi di persone che hanno cominciato già in questi giorni a ripulire il proprio quartiere, organizzandosi in modo autonomo.

Il piano del comune sarà ufficializzato nei prossimi giorni (sono state fissate altre riunioni) e al momento non è ancora stata diffusa una stima dei costi, ma è stato deciso di non affidarsi a un’impresa esterna proprio per cercare di limitarli, ed è previsto che i lavori dureranno diverse settimane. Nei prossimi giorni ognuna delle dieci municipalità in cui è suddivisa Napoli dovrà stilare una lista di strade in cui bisogna intervenire e murales da rimuovere nella propria area di competenza, segnalando le priorità.

(Alessandro Garofalo/LaPresse)

Oltre agli assessori competenti, come quello all’Ambiente Vincenzo Santagada, alle riunioni del comune partecipano vari rappresentanti di istituzioni e aziende che in qualche modo saranno coinvolte nella rimozione degli striscioni. Il compito più gravoso spetterà probabilmente ad Asia, la società che gestisce i rifiuti a Napoli: dovrà smaltire e riciclare un’enorme quantità di plastica, il materiale di gran lunga più usato per striscioni e addobbi (nastri di plastica bianchi e azzurri si trovano in quasi ogni quartiere della città). Il consigliere comunale Nino Simeone, che è a capo della commissione Infrastrutture, Mobilità e Protezione civile, ha proposto che tutta la plastica raccolta nel disallestimento venga usata per produrre opere di arte contemporanea, da mettere in alcune zone della città che avrebbero bisogno di riqualificazione.

Servirà anche l’intervento della Protezione civile per evitare danni ed eventuali pericoli: solo per fare un esempio, è capitato che alcuni pali della luce si piegassero per il peso eccessivo degli striscioni. Il fatto che molti addobbi siano stati appesi proprio ai pali della luce ha richiesto la partecipazione anche di Citelum, la società che gestisce l’illuminazione stradale.

Dovranno essere rimossi anche i murales, le scritte e i disegni fatti con la vernice sui muri sulle scalinate e a volte anche sui monumenti, un’operazione che richiederà probabilmente il maggiore impegno economico. Nel caso dei monumenti sarà necessario anche chiedere il parere della Soprintendenza, l’ente che si occupa di preservare i beni di valore storico-artistico e culturale.

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Il comune e le società che gestiscono per suo conto i servizi pubblici potranno però intervenire solo su striscioni e bandiere che si trovano sul suolo pubblico, quindi solo se sono attaccati ad alberi, panchine, segnali stradali, pali della luce, o su murales e scritte dipinte su muri e pavimentazioni pubbliche. Per la rimozione dalle proprietà private servirà anche la collaborazione degli amministratori di condominio, per la quale ci sarà probabilmente un’ordinanza apposita che chiederà loro di intervenire entro una certa data.

A questo proposito alcuni comitati di quartiere hanno radunato molti abitanti volontari attraverso i propri gruppi sui social o col passaparola, e già da lunedì hanno iniziato a pulire, raccogliendo i soldi necessari a questi interventi più piccoli e parziali. Repubblica Napoli ha raccontato di dirimpettai che si organizzano per rimuovere gli striscioni condivisi tra due balconi, o di ragazzi che si sono impegnati a togliere dalla chiesa di San Vitale, nel quartiere di Fuorigrotta, gli addobbi che avevano chiesto al parroco di poter mettere settimane fa. Fuorigrotta è uno dei quartieri più addobbati anche perché è la zona dello stadio del Napoli, il Diego Armando Maradona. In generale la maggior parte degli striscioni si trova nei vicoli, dove è più semplice appendere festoni da una parte all’altra della strada.

Diverse persone hanno detto che conserveranno per ricordo alcuni degli addobbi rimossi, ma la maggior parte della plastica sta finendo nei bidoni della spazzatura. Per il momento la pulizia spontanea degli abitanti sta evitando le decorazioni ritenute più rappresentative, come quelle nei Quartieri Spagnoli, il tricolore di venti metri in via Vicaria Vecchia e il lungo telo tricolore posizionato all’ingresso di Spaccanapoli, la lunga via che passa per il centro e divide in due la parte vecchia della città.

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