L’europarlamentare Carlo Fidanza e il deputato Giangiacomo Calovini, di Fratelli d’Italia, hanno patteggiato una pena di un anno e 4 mesi in un processo per corruzione

Carlo Fidanza (ANSA/FABIO FRUSTACI)
Carlo Fidanza (ANSA/FABIO FRUSTACI)

L’europarlamentare Carlo Fidanza e il deputato Giangiacomo Calovini, entrambi di Fratelli d’Italia, hanno patteggiato una pena di un anno e 4 mesi nel processo in cui erano indagati per corruzione: l’inchiesta riguardava le dimissioni del consigliere comunale di Brescia Giovanni Acri, a sua volta membro di Fratelli d’Italia e indagato, avvenute a giugno del 2021. Secondo l’accusa Acri si sarebbe dimesso su richiesta dello stesso Fidanza, che all’interno di Fratelli d’Italia ha una certa rilevanza, per lasciare il proprio posto a Calovini, primo dei non eletti nel consiglio comunale di Brescia e considerato vicino a Fidanza. In cambio Acri avrebbe ottenuto l’assunzione del figlio nello staff di Fidanza (lo stipendio dei membri dello staff di un eurodeputato è pagato con soldi pubblici). Calovini nel frattempo è diventato deputato con le elezioni politiche del 2022.

L’accusa nei confronti di Fidanza e Calovini è cambiata rispetto all’inizio delle indagini: i due erano inizialmente accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio (articolo 319 del codice penale), reato che prevede una pena dai 6 ai 10 anni, mentre il patteggiamento è avvenuto per l’accusa di corruzione per esercizio della funzione (art. 318), che prevede una pena minore, dai 3 agli 8 anni. Il patteggiamento concordato prevede anche l’esclusione di pene accessorie come l’interdizione dai pubblici uffici, particolarmente rilevante per Fidanza, che potrà ricandidarsi al Parlamento europeo alle elezioni del 2024.