Cosa sappiamo del pestaggio della donna trans da parte dei vigili di Milano

Gli agenti sono per ora stati distaccati a servizi interni, e diverse testimonianze smentiscono la ricostruzione del sindacato

(@RobiVil/Twitter)
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A due giorni dalla diffusione del video che ha mostrato le manganellate date dai vigili della polizia locale di Milano a una donna trans, sui giornali sono state pubblicate alcune testimonianze e informazioni che forniscono dettagli aggiuntivi e che hanno ricostruito parzialmente quanto accaduto, anche se mancano ancora diversi elementi e una versione ufficiale e completa. Sulla base dei video che mostrano inequivocabilmente la violenza dell’aggressione, gli agenti coinvolti nel pestaggio sono stati distaccati a servizi interni, cioè a ruoli d’ufficio che non comportano rapporti col pubblico. La procura di Milano ha aperto un’indagine per lesioni aggravate dall’abuso della funzione pubblica.

L’aggressione è avvenuta mercoledì mattina, attorno alle 8:30, di fronte all’università Bocconi di Milano, in via Sarfatti: quattro agenti della polizia locale hanno immobilizzato la donna, fermata poco prima, e uno di loro l’ha colpita ripetutamente con il manganello (quello in dotazione ai vigili, che è più precisamente un bastone morbido) e con un calcio. Sulla donna è stato apparentemente usato anche dello spray urticante. L’episodio è stato filmato da alcuni studenti dell’università che si trovavano affacciati alle finestre sopra il marciapiede dove è avvenuta l’aggressione, e i video hanno ricevuto molta attenzione da giornali e commentatori per via della violenza degli agenti.

Della donna trans aggredita si sa che dichiara di avere 42 anni, è di origini brasiliane e vive in Italia da 29 anni. In un’intervista data al Corriere ha raccontato che la polizia è intervenuta mentre lei si trovava al parco Trotter, in un’altra zona della città, e stava litigando «con cinque peruviani ubriachi che mi stavano insultando» e che si è «arrabbiata perché hanno preso me e non quel gruppo».

Sempre secondo il racconto della donna, gli agenti l’avrebbero fatta salire in auto dove lei avrebbe cominciato a lamentarsi: «Allora ho dato testate contro il plexiglas (quello che divide i sedili posteriori da quelli anteriori nell’auto di servizio, ndr). E quello che era il capo ha detto di fermare l’auto: “Adesso gli diamo delle botte”. Ha cercato di prendermi per i capelli per farmi scendere ma io l’ho spinto via e sono scappata. Ho provato a nascondermi in un’aiuola ma mi hanno trovata». Qui è avvenuta l’aggressione mostrata dai video, dopo la quale la donna è stata portata all’ufficio centrale arresti e fermi di via Custodi dove è rimasta per sei ore. Non è mai stata arrestata. Sempre al Corriere, la donna ha raccontato che «prima di rimettermi in auto mi hanno spruzzato di nuovo lo spray negli occhi. Il bruciore mi faceva impazzire».

Nel pomeriggio di mercoledì è circolata una ricostruzione diffusa dal sindacato di polizia Sulp, e inizialmente confermata dall’assessore alla sicurezza Marco Granelli. Diceva che gli agenti erano intervenuti perché la donna stava importunando alunni e genitori all’ingresso della scuola di via Giacosa, adiacente al parco Trotter e distante una ventina di minuti in auto dall’università Bocconi. Finora però non è stata trovata nessuna conferma a questa versione, e anzi diverse testimonianze l’hanno smentita.

Francesco Muraro, preside della scuola di via Giacosa, l’Istituto Comprensivo Statale “Francesco Cappelli”, ha detto a Repubblica che non è stata la scuola a chiedere l’intervento dei vigili e ha aggiunto che la donna aggredita «è una persona nota nel quartiere ma non ho mai avuto notizia di episodi spiacevoli legati ai bambini». A Fanpage ha detto che «nessun genitore mi ha riferito di aver segnalato la presenza della donna alla Polizia». Il sito ha anche contattato alcuni genitori, che hanno detto di non aver saputo niente a proposito di presunte molestie e disturbi davanti alla scuola quella mattina. Mercoledì sera al programma di cronaca nera e giudiziaria Chi l’ha visto? la conduttrice Federica Sciarelli ha detto che secondo la prima ricostruzione della procura di Milano l’intervento della polizia nella zona di parco Trotter era dovuto solo a «schiamazzi».

Da quando il video dell’aggressione ha cominciato a circolare, diversi rappresentanti del Comune hanno commentato l’accaduto. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, che mercoledì aveva definito il fatto «grave», è tornato a commentare l’episodio durante la commemorazione per Alberto Brasili, studente ucciso da militanti di estrema destra nel maggio del 1975: «Il tema vero è che in tutte le città c’è in giro tanto disagio, tante persone poco equilibrate, è una situazione delicata di cui si parla poco. Si parla tanto di immigrazione ma poco di quante persone problematiche ci sono in giro». Ha anche risposto ai molti critici che hanno chiesto che gli agenti coinvolti nell’aggressione venissero sospesi dall’incarico, dicendo che «ci sono delle procedure e regole da seguire».

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