Il Brasile ha dichiarato l’emergenza sanitaria dopo aver riscontrato diversi casi di influenza aviaria negli uccelli selvatici

Un operatore municipale si muove tra le carcasse di vari pellicani morti a Lima, in Perù (AP Photo/Guadalupe Pardo, File)
Un operatore municipale si muove tra le carcasse di vari pellicani morti a Lima, in Perù (AP Photo/Guadalupe Pardo, File)

Il Brasile ha dichiarato un’emergenza sanitaria precauzionale di sei mesi dopo l’individuazione di vari casi di influenza aviaria negli uccelli selvatici del paese: negli scorsi giorni ne sono stati riscontrati almeno otto. La dichiarazione d’emergenza serve per permettere al governo di adottare delle misure immediate per limitare la diffusione del virus H5N1, altamente infettivo.

Una delle priorità è quella di tenere il virus lontano dagli allevamenti di pollame, che si trovano soprattutto nel sud del paese: il Brasile è il massimo esportatore globale di carne di pollo, con un fatturato annuo di oltre 9 miliardi di euro. L’identificazione di un caso di influenza aviaria in un allevamento spesso implica l’abbattimento di un gran numero di uccelli e talvolta può portare a restrizioni delle importazioni da parte di altri stati.

L’attuale epidemia di influenza aviaria, che colpisce soprattutto gli uccelli selvatici, si sta rivelando particolarmente letale e preoccupante. Negli ultimi mesi in Europa e in altre parti del mondo il virus H5N1/HPAI è stato riscontrato anche tra alcune specie di mammiferi, tra cui i visoni: per ora non si ritiene che ci sia un immediato pericolo per gli esseri umani, ma il rischio che il virus sviluppi nel tempo nuove capacità per trasmettersi più facilmente rimane.