L’enorme capannone costruito in Sardegna per il matrimonio dell’erede al trono di Giordania

È in un'area protetta davanti all'isola di Tavolara, è lungo 70 metri ed è provvisorio, ma non si capisce chi l'abbia autorizzato

Il capannone sul litorale davanti all'isola di Tavolara (Foto GRiG)
Il capannone sul litorale davanti all'isola di Tavolara (Foto GRiG)
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Davanti all’isola sarda di Tavolara, sul litorale di Cala Finanza in provincia di Nord-Est Sardegna, è comparsa da alcuni giorni una grande struttura bianca. Si tratta di un parallelepipedo, che, riporta il Corriere della Sera, è lungo una settantina di metri, profondo circa 30 e alto 15. È costruito con teloni e tubi e ha una grande vetrata che dà sul mare. È una di quelle opere che vengono comunemente definite “ecomostri” anche se, assicura chi quel capannone lo ha fatto costruire, la struttura è provvisoria e verrà smontata subito dopo l’evento che dovrà ospitare: una festa per il matrimonio tra l’erede al trono di Giordania, Al Hussein bin Abdullah II, primogenito di Rania e Abdallah, e una giovane saudita, Rajwa al Saif, che si terrà l’1 giugno ad Amman. Entrambi hanno 28 anni: il fidanzamento è stato annunciato ufficialmente il 27 agosto 2022.

La comparsa della struttura ha provocato prima stupore e poi proteste. Il mare di Tavolara è una “area marina protetta” e cioè, secondo la definizione del ministero dell’Ambiente, una di quelle zone «costituite da ambienti marini, acque, fondali e tratti di costa prospicienti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche, con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere nonché per l’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono».

Il GrIG, Gruppo d’intervento giuridico, un’associazione ecologista sarda, ha chiesto di poter verificare le autorizzazioni concesse per la costruzione della struttura, presentando un’istanza al ministero della Cultura, alla Regione autonoma della Sardegna, al Comune di Loiri Porto San Paolo, alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Sassari, alla Guardia costiera, al Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Inoltre il GrIG ha informato la procura della Repubblica di Tempio Pausania.

Il sindaco di Loiri Porto San Paolo Francesco Lai, scrive il Corriere della Sera, dice di non aver firmato nessuna autorizzazione per la struttura provvisoria. Nessuno ha apparentemente presentato domanda di permesso: gli era stato parlato solo di montaggio di gazebo e della necessità di mantenere la cosa segreta per ragioni di sicurezza. Ancora oggi non si conosce in effetti la data precisa della festa, anche se si parla di sabato 10 giugno. Al sindaco era stato anche prospettato il fatto che la festa avrebbe rappresentato un’opportunità sia dal punto di vista del turismo, con molti arrivi di persone con ampie disponibilità economiche, sia perché avrebbe dato opportunità di lavoro, seppur temporaneo.

Lai dice di aver parlato solo con i rappresentanti della società Villa Eugenie di Bruxelles, una delle maggiori società europee per l’organizzazione di eventi, che aveva chiesto l’occupazione per un mese del parcheggio pubblico della vicina Cala Finanza. Inoltre, i rappresentanti di Villa Eugenie avevano avvertito Carabinieri, Vigili del Fuoco e tutti coloro che saranno coinvolti il giorno dell’evento per ragioni di sicurezza.

Gian Antonio Stella ha spiegato sul Corriere della Sera che un comma dell’articolo 15 della legge regionale sarda del 1985 consente la realizzazione di «opere oggettivamente precarie dirette a soddisfare obiettive esigenze eccezionali, contingenti e temporalmente determinate, anche di durata superiore a centoventi giorni, tali da poter essere rimosse immediatamente alla cessazione della necessità».

Il dubbio è se la struttura possa essere inclusa in questa casistica. Il GrIG, nella sua istanza, ha chiesto che vengano fatti «rapidi accertamenti sulla legittimità o meno degli interventi e l’adozione dei conseguenti eventuali provvedimenti di legge». L’associazione ambientalista ha ricordato tra l’altro che l’area costiera è tutelata con vincolo paesaggistico nonché con vincolo di conservazione integrale e come tale «è stata classificata nel piano paesaggistico regionale». Lai ha detto che comunque la struttura «il giorno dopo deve essere smontata. A costo di andare lì io con la chiave inglese bullone per bullone».