• Italia
  • Mercoledì 10 maggio 2023

L’esercito non sparerà più cannonate nel mare di Punta Bianca

È stato trovato un accordo per spostare il poligono di esercitazione che da oltre 60 anni impediva l'accesso alla spiaggia siciliana

esercitazione militare drasy
Un'esercitazione dell'esercito a Drasy (Associazione Mareamico)
Caricamento player

L’esercito italiano ha trovato un accordo per spostare le esercitazioni militari che da oltre 60 anni venivano organizzate in una zona vicino a Punta Bianca, in provincia di Agrigento. A poche centinaia di metri da una scogliera molto simile alla più nota Scala dei Turchi, distante una trentina di chilometri, venivano sparate cannonate in mare e si tenevano esercitazioni con mezzi blindati e carri armati. Il poligono “Drasy”, e l’omonima spiaggia sulla costa, sono rimasti inaccessibili per decenni.

Le truppe italiane, che in queste esercitazioni venivano affiancate spesso da quelle americane, si sposteranno in un’ampia zona nei comuni di Gangi, Nicosia e Sperlinga, tra le province di Enna e Palermo. Martedì è stato firmato un accordo con le amministrazioni, che hanno acconsentito allo spostamento. È una soluzione che risolve molti problemi denunciati dagli abitanti e dalle associazioni ambientaliste della zona di Porto Empedocle.

Da oltre vent’anni infatti diverse associazioni siciliane chiedevano all’esercito di trovare un altro luogo per organizzare le esercitazioni. Lo chiedevano anche gli abitanti della zona stanchi dei boati delle cannonate e delle colonne di mezzi militari che bloccavano le strade. Ogni anno, d’estate, quando le esercitazioni venivano interrotte, l’associazione Mareamico si avvicinava all’area per documentare le conseguenze grazie a foto scattate dall’alto, con un drone. Nelle foto si vedevano i profondi crateri causati dalle cannonate.

L’8 maggio del 2014 inoltre parte della collina di Punta Bianca franò di fronte al campo di esercitazione. «Le cannonate e le vibrazioni hanno sicuramente influito sulla tenuta della falesia», ha detto Claudio Lombardo, responsabile dell’associazione ambientalista Mareamico.

Nel 2017 la Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, istituita ​​per indagare sulle conseguenze dell’utilizzo di questa sostanza in campo militare, si occupò del poligono Drasy durante l’audizione organizzata a Caltanissetta. «Abbiamo clamorosamente scoperto che nessuno si era mai posto il problema di bonificare il mare verso il quale sono stati sparati migliaia e migliaia di proiettili nel corso dei decenni», disse il presidente della commissione, il senatore Gian Piero Scanu. «Per questo abbiamo incaricato non solo le autorità militari, ma anche l’ARPA Sicilia (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) di farsi carico di un problema che consideriamo grande».

Si è tentato di salvaguardare il territorio anche con la pressante richiesta di istituire un’area protetta, un obiettivo raggiunto solo in parte. Nel 2021 la Regione Siciliana ha istituito la riserva naturale di Punta Bianca e Scoglio Patella, ma ha escluso il poligono dal perimetro della riserva, grande un quinto rispetto alle richieste delle associazioni ambientaliste.

I rappresentanti dell’esercito che si sono avvicendati negli ultimi anni, tuttavia, non avevano mai escluso a priori la possibilità di spostarsi in un altro luogo, a patto di trovare un’alternativa in Sicilia e con le stesse caratteristiche di Drasy, due condizioni complicate da replicare. Il commento all’accordo firmato martedì fa capire che comunque anche per l’esercito il poligono Drasy non era una soluzione ottimale. «Da tempo cercavamo in Sicilia aree dove addestrare i nostri militari», ha detto il il comandante militare dell’esercito in Sicilia, Maurizio Angelo Scardino. «La nostra presenza nell’area di tre comuni interessanti, oltre a garantire un miglioramento delle condizioni economiche, assicurerà un maggior controllo del territorio, incrementando la sicurezza, la prevenzione di incendi, il controllo per evitare l’abbandono di rifiuti tossici e qualsiasi altra attività che ponga in pericolo l’ambiente e la popolazione».

Già dalla prossima estate è prevista l’apertura della spiaggia senza limitazioni anche nella zona che fino allo scorso inverno ha ospitato le esercitazioni. Non è ancora chiaro se prima dell’apertura sarà necessaria una bonifica delle munizioni sparate in mare. Ogni anno l’esercito, nei periodi di inattività, provvedeva a bonificare la zona dai proiettili sparati sulla spiaggia.