Almeno 60 persone sono state uccise da un gruppo militare ribelle nel Congo orientale

(AP Photo/Socrate Mumbere)
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Mercoledì il vicegovernatore di Bwito (nella provincia del Nord Kivu, nella Repubblica democratica del Congo) Isaac Kabira ha detto che sono stati ritrovati almeno 60 cadaveri nelle cittadine di Kashali e Kazaroho. Le uccisioni vengono fatte risalire ai ribelli del Movimento del 23 marzo (M23), un gruppo militare composto in larga parte di congolesi appartenenti al gruppo etnico dei tutsi che da dieci anni combatte nella regione e nell’ultimo anno ha aumentato il numero di attacchi, rapimenti e uccisioni nella RDC orientale.

L’M23 è attualmente il principale gruppo di ribelli a lottare contro le autorità governative della RDC, nato dalla fusione di fazioni provenienti da tre gruppi armati preesistenti: le Allied Democratic Forces (recentemente unitesi allo Stato Islamico), il Rally for Congolese Democracy e il National Congress for the Defense of the People (Ncdp), una delle principali milizie armate tutsi, formata da reduci della guerra civile ruandese.

La regione del Nord Kivu è contesa da decenni da oltre 120 gruppi armati, sia per motivi politici che per il controllo della terra e delle miniere di minerali preziosi concentrate nella regione. All’inizio di aprile il gruppo M23 si è ritirato da gran parte dei territori che aveva conquistato nel corso dell’ultimo anno, ma la gente del luogo ne denuncia ancora la presenza in varie zone.