L’olio d’oliva costa sempre di più

La siccità ha ridotto molto i raccolti di olive e la produzione è calata di un quarto: sarà sempre più difficile soddisfare la domanda mondiale

(AP Photo/Petros Giannakouris)
(AP Photo/Petros Giannakouris)
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Produrre l’olio d’oliva è sempre più costoso per i grandi produttori europei: in un anno il prezzo dell’extra vergine è aumentato del 61 per cento in Spagna, del 47 per cento in Italia e del 45 in Grecia. Lo stesso vale per le qualità meno pregiate, come l’olio vergine d’oliva e l’olio lampante, che per esempio in Italia sono rincarati rispettivamente del 70 e del 58 per cento. Questo ha causato aumenti a catena per molti altri prodotti lavorati, come nel caso della pizza.

I motivi per cui l’olio d’oliva è molto rincarato sono legati agli aumenti del costo dell’energia e dei fertilizzanti degli scorsi mesi, che hanno quindi aumentato il costo di produrlo e di trasportarlo. Su questo fronte le cose stanno tornando gradualmente alla normalità, ma c’è un fattore che continua ad alimentare i rincari: la siccità sta riducendo notevolmente i raccolti di olive nel Mediterraneo, rendendo così la materia prima più ricercata e sua volta cara. La siccità che ha colpito i più grandi produttori di olio nel Mediterraneo ha ridotto di molto i raccolti e nei prossimi anni sarà più difficile soddisfare la domanda mondiale.

La produzione europea solitamente soddisfa i due terzi della domanda mondiale, ma secondo le previsioni della Commissione europea quest’anno sarà più bassa di quasi il 40 per cento rispetto al raccolto dell’annata 2021/2022: quest’anno saranno prodotti 1,3 milioni di tonnellate di olio, quasi un milione in meno dell’ultima annata. L’insieme degli altri paesi  produttori di olio non europei – tra cui la Turchia, la Tunisia e il Marocco – riuscirà per quest’annata a mantenere la produzione costante. Il risultato è che l’Unione europea perderà quote di mercato, passando dal soddisfare i due terzi della domanda a circa la metà.

I maggiori produttori mondiali sono la Spagna, l’Italia e la Turchia. La Spagna ha perso oltre il 50 per cento della sua produzione in un anno, l’Italia quasi il 30, mentre la Turchia l’ha aumentata del 17 per cento. Un altro grande produttore di olio è la Tunisia, colpita a sua volta dalla siccità e con i raccolti in calo del 25 per cento.

A livello mondiale si consumano circa 3 milioni di tonnellate di olio d’oliva, di cui circa la metà solo in Unione europea. A causa dell’aumento del prezzo le quantità sono leggermente diminuite: del 5 per cento nel mondo e dell’11 in Unione europea. Complessivamente il calo della produzione quest’anno sarà più intenso, pari al 26 per cento: per quest’anno i produttori faranno fronte alla domanda con le scorte accumulate nel tempo.

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