È stata evacuata la gran parte dei cittadini italiani che avevano chiesto di lasciare il Sudan dopo l’intensificarsi degli scontri nel paese

(ANSA/US MINISTERO DELLA DIFESA)
(ANSA/US MINISTERO DELLA DIFESA)

Domenica sera sono iniziate le operazioni di evacuazione dei cittadini italiani che si trovavano in Sudan e avevano chiesto di lasciare il paese in seguito agli scontri iniziati una settimana fa e degenerati rapidamente in una guerra su tutto il territorio nazionale. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto sapere che sono partiti da Khartum, la capitale del Sudan, 140 cittadini italiani che sono stati portati inizialmente a Gibuti, un piccolo paese africano sul Corno d’Africa, a est del Sudan. L’arrivo dei cittadini italiani in Italia è previsto per la giornata di domani.

Oltre all’Italia negli ultimi giorni hanno iniziato le operazioni di evacuazione dei propri cittadini dal Sudan anche altri paesi come Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Cina e Canada. La guerra in Sudan è cominciata sabato 15 aprile, con scontri violenti tra l’esercito regolare, comandato dal presidente del paese Fattah al Burhan, e un gruppo paramilitare noto come Rapid Support Forces (RSF), che di fatto è un esercito parallelo ed è comandato dal vicepresidente Mohamed Hamdan Dagalo, noto anche come Hemedti. Finora negli scontri tra i due gruppi sono morte più di 400 persone e ci sono migliaia di feriti.