Cosa è successo tra Substack e Twitter
La piattaforma per le newsletter ha presentato una nuova funzione molto simile a Twitter e Elon Musk non l'ha presa bene
Da una settimana Substack, un servizio americano per mandare newsletter a pagamento tra i più diffusi e apprezzati nel mondo, è diventato una nuova preoccupazione per Elon Musk e i suoi progetti di rilancio di Twitter, il social network che ha acquistato lo scorso ottobre per 44 miliardi di dollari (circa 40 miliardi di euro). Substack ha infatti presentato una nuova funzione che si chiama “Notes” e che permette ai suoi utenti di pubblicare e condividere brevi post, con un funzionamento che ricorda moltissimo quello dei tweet. Per questo Musk ha provato a ostacolarne la promozione su Twitter e a bloccare alcune funzionalità di Substack, facendo sorgere nuovi sospetti sul modo in cui controlla la libertà di espressione degli iscritti al proprio social network.
Notes è stato messo a disposizione di tutti gli utenti di Substack martedì 11 aprile, ma anticipazioni sulla nuova funzione circolavano da tempo ed erano arrivate anche a Musk, che non aveva evidentemente gradito la novità. Il 6 aprile vari utenti di Twitter avevano iniziato a segnalare che i link condivisi verso le pagine di Substack non funzionavano e che il servizio per le newsletter era sostanzialmente irraggiungibile dal social network.
Twitter non aveva fornito nessuna spiegazione né confermato che fosse attivo un blocco vero e proprio, ma le segnalazioni si erano moltiplicate, spingendo infine Substack a pubblicare un tweet con il quale indicava di essere a conoscenza del problema, con un messaggio che alludeva alle limitazioni imposte dal social network e in sostanza ai propri utenti.
A statement from our founders:
Any platform that benefits from writers’ and creators’ work but doesn’t give them control over their relationships will inevitably wonder how to respond to the platforms that do.
— Substack (@SubstackInc) April 7, 2023
Sabato 8 aprile, Musk aveva risposto alle segnalazioni negando che i link di Substack fossero mai stati bloccati da Twitter. Nello stesso tweet, Musk aveva accusato Substack di aver iniziato a raccogliere una grande quantità di dati da Twitter in vista del lancio di quello che ha definito il suo «clone» (cioè Notes).
Il messaggio conteneva inoltre critiche nei confronti di Matt Taibbi, autore dei cosiddetti “Twitter Files”, iniziativa non molto riuscita che avrebbe dovuto esporre le presunte attività di censura nei confronti di alcuni account attuate dalla precedente gestione del social network. Taibbi, che ha una newsletter su Substack, era stato accusato da Musk di avere scritto falsità e di essere un dipendente della piattaforma. In seguito aveva anche pubblicato alcuni messaggi privati che si era scambiato con Taibbi, dai quali emergeva però che non fosse un impiegato; Musk aveva in seguito cancellato i tweet con gli screenshot dei messaggi.
Domenica 9 aprile Substack aveva poi pubblicato un nuovo tweet dicendo di essere «felice di vedere che la limitazione delle cose pubblicate su Substack su Twitter sembra essere finita». La possibilità di linkare i contenuti ospitati sulla piattaforma era stata ripristinata, ma nel frattempo Twitter aveva introdotto una nuova limitazione alla ricerca della parola “Substack” attraverso il proprio motore di ricerca interno: il sistema mostrava tutti i tweet pubblicati contenenti genericamente la parola “newsletter”, rendendo pressoché impossibile la ricerca di specifici contenuti.
Ora la ricerca sembra funzionare normalmente, ma le limitazioni applicate e poi rimosse da Twitter nei confronti di Substack negli ultimi giorni indicano come il nuovo Notes sia poco gradito da Musk. La nuova funzione è stata presentata come una versione in piccolo di Substack, una sorta di sistema per condividere brevi comunicazioni a chi segue le newsletter della piattaforma, ma ricorda effettivamente molto Twitter, con il vantaggio di essere meno caotica almeno in questa fase dove viene impiegata ancora da un numero limitato di iscritti.
Su Notes i “Mi piace” funzionano esattamente come su Twitter, o su altri social network simili, e c’è la possibilità di ricondividere un contenuto con un “restack” che ricorda molto il “Retweet”, così come è disponibile una funzione per ricondividere un contenuto aggiungendo un commento, tale e quale al “Cita tweet” di Twitter. Chiunque può partecipare a una conversazione iscrivendosi e Substack suggerisce da subito ai nuovi iscritti le newsletter da seguire, in modo da offrire a chi le scrive nuovi potenziali abbonati ai contenuti a pagamento, sui quali la piattaforma trattiene una percentuale.
È ancora presto per valutare l’impatto che Notes potrà avere su Twitter, che mantiene comunque una base di utenti molto più ampia e soprattutto esiste ormai da 17 anni. Il social network fatica però ad attirare nuovi utenti e a mantenere quelli che ha, soprattutto da quando Musk ne è il proprietario. Le sue dichiarazioni spesso discutibili, il licenziamento di migliaia di dipendenti con pochissimo preavviso e i numerosi cambiamenti annunciati e solo in parte realizzati sulla piattaforma hanno allontanato molti iscritti, così come hanno spinto numerose aziende a ridurre la loro pubblicità, riducendo la primaria fonte di ricavo del social network. In una recente intervista a BBC News, Musk ha detto che gli investitori pubblicitari stanno tornando, ma non ha fornito molti altri dettagli.