Il piano di Roma per portare i rifiuti ad Amsterdam

900 tonnellate ogni settimana andranno in treno da una città all'altra, passando anche per le ferrovie svizzere

Rifiuti al Quadraro (ANSA)
Rifiuti al Quadraro (ANSA)
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Lo scorso 27 marzo l’Ama, la società che gestisce i rifiuti a Roma, ha raggiunto un accordo con l’amministrazione di Amsterdam, nei Paesi Bassi, per smaltire lì una parte dei propri rifiuti: il contratto prevede che ogni settimana 900 tonnellate di rifiuti prodotti a Roma vengano mandate in treno fino ad Amsterdam, dove verranno bruciate in un termovalorizzatore. L’accordo è valido già da aprile ed è una soluzione pensata per decongestionare il ciclo dei rifiuti romano, che ha una serie di problemi e lentezze ormai da anni. Dovrebbe durare finché in città non sarà costruito il termovalorizzatore voluto dal sindaco Roberto Gualtieri, atteso non prima del 2026.

Da Roma ad Amsterdam i rifiuti saranno trasportati in un percorso lungo circa 1.300 chilometri che passa necessariamente attraverso altri paesi: il primo di questi è la Svizzera, dove però c’è chi contesta il passaggio dei rifiuti romani da quelle parti.

Il motivo principale è che i treni passeranno dalla Svizzera servendosi dell’AlpTransit, una ferrovia che passa per una serie di tunnel attraverso le Alpi, che fu pensata dal governo svizzero per spostare dalle autostrade ai treni buona parte del traffico delle merci e delle persone, sia per motivi ambientali che di sicurezza. È un’infrastruttura molto costosa, finanziata con fondi pubblici e i cui lavori vanno avanti da molto tempo: visto che lo spazio sui treni è limitato e che l’opera sta costando ancora alla collettività, qualcuno ritiene che non sia il caso di utilizzarla per un trasporto ingombrante dovuto a problemi che non riguardano la Svizzera.

Il primo a farne un caso è stato Bruno Storni, membro del Consiglio nazionale svizzero, la camera bassa del parlamento del paese, che ha definito una «follia» l’idea di far passare dalla Svizzera i rifiuti di Roma, almeno ai costi attuali. «Sfruttare il sussidio e l’investimento svizzero per non dover poi costruire i sistemi di smaltimento in Italia… Non è per questo che abbiamo fatto AlpTransit» ha detto alla Radiotelevisione Svizzera.

La quota di traffico sull’AlpTransit che viene riservata alle merci permette il trasporto dei rifiuti di Roma senza che si rischi un rallentamento, tuttavia il problema secondo Storni è che questa quota è troppo alta e andrebbe ridimensionata per favorire il trasporto dei passeggeri. Sul tema Storni, che è ingegnere ed esperto di trasporti, aveva già presentato alcuni giorni fa un “postulato”, una specie di interrogazione parlamentare, per chiedere l’intervento del Consiglio federale, l’organo esecutivo del governo svizzero.

Non è ancora chiaro se un eventuale intervento del Consiglio federale potrà avere qualche effetto sul trasporto dei rifiuti di Roma nei Paesi Bassi, per esempio applicando una tassa aggiuntiva per il tratto di trasporto di competenza svizzera. Una delle principali critiche di Storni è infatti che il trasporto sull’AlpTransit costerebbe troppo poco, perché i prezzi vantaggiosi erano stati immaginati a beneficio della Svizzera che aveva finanziato il progetto. Secondo Storni non ci sarebbe motivo di garantire lo stesso trattamento anche ad altri paesi.

Le 900 tonnellate di rifiuti che Roma invierà ogni settimana ad Amsterdam sono comunque una piccola parte di quelli prodotti dalla città: secondo i dati più recenti forniti da Ama, Roma produce mediamente circa 4.600 tonnellate di rifiuti al giorno, quindi oltre 32mila in una settimana. In base all’accordo Ama pagherà ad Amsterdam 200 euro per ogni tonnellata di rifiuti, quindi 180mila euro a settimana.

Il problema dei rifiuti a Roma è uno dei più sentiti dalla cittadinanza e si trascina da anni per una serie di cause, tra cui la scarsa dotazione di impianti di smaltimento, che Gualtieri intende risolvere con la costruzione del termovalorizzatore.

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