L’ultimo discorso di Jacinda Ardern al parlamento neozelandese

Ha descritto l'esperienza di diventare prima ministra come «una cosa a metà tra il senso del dovere di guidare un treno merci in corsa... e l'esserne investiti»

Jacinda Ardern durante il suo discorso (EPA/MASANORI UDAGAWA AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT)
Jacinda Ardern durante il suo discorso (EPA/MASANORI UDAGAWA AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT)

Mercoledì l’ex prima ministra neozelandese Jacinda Ardern ha tenuto un discorso con cui si è congedata dal parlamento, dopo che lo scorso gennaio aveva annunciato le sue dimissioni da prima ministra (ha preso il suo posto Chris Hipkins). È stato un discorso conclusivo del suo mandato, in cui ha ripercorso alcuni dei momenti più significativi dei suoi cinque anni e mezzo in carica, ma è stato anche piuttosto emotivo: Ardern ha condiviso alcuni dettagli intimi e personali della sua esperienza da prima ministra, per esempio su come accettò l’incarico nonostante alcune esitazioni dovute al suo carattere. Per descrivere la sensazione di diventare prima ministra ha detto:

È stata una cosa a metà tra il senso del dovere di guidare un treno merci in corsa… e l’esserne investiti. Probabilmente perché la mia riluttanza interiore a comandare era compensata solo da un enorme senso di responsabilità.


Nel suo discorso Ardern ha detto che non si sarebbe mai aspettata di diventare prima ministra. Ha ricordato gli avvenimenti eccezionali e storici che ha dovuto affrontare, come la pandemia e la strage di Christchurch nel 2019, considerata il più grande omicidio di massa della storia neozelandese, in cui un suprematista bianco uccise 51 persone in un attacco armato a una moschea e a un centro islamico. «Queste fasi rimangono impresse nella mia mente e probabilmente lo saranno per sempre. È la responsabilità e il privilegio del ruolo di prima ministra», ha commentato.

Ha anche detto che ora si dedicherà con maggiore continuità al progetto Christchurch Call, che ha l’obiettivo di eliminare i contenuti violenti ed estremisti online. Era stata lei stessa a istituirlo e oggi comprende 120 governi mondiali, oltre a varie organizzazioni e fornitori di servizi online.

Poi si è soffermata abbastanza a lungo sull’importanza del cambiamento climatico, sottolineando che si tratta di una «crisi»: «Una delle pochissime cose che chiederò a questo Parlamento al momento della mia partenza è di togliere la politica dal cambiamento climatico», ha detto.

Il tono è stato in diversi momenti scherzoso e Ardern ha condiviso anche aneddoti più personali e divertenti: ha raccontato per esempio che sua madre le scriveva molti messaggi per tirarle su il morale durante la pandemia, quando dovette prendere decisioni impopolari. Quello più divertente, e secondo Ardern eccessivo anche per una madre molto apprensiva, fu probabilmente uno in cui le scrisse: «Ricordati che anche Gesù non piaceva a tutti!».

Le dimissioni di Ardern a gennaio erano arrivate in modo molto inatteso: lei le aveva motivate soprattutto spiegando di voler passare più tempo con sua figlia e la sua famiglia, ma diversi suoi colleghi ed esperti avevano sottolineato come sulla sua decisione potessero aver avuto un ruolo decisivo anche le numerose minacce e attacchi personali che aveva subito negli ultimi anni. Dando le dimissioni aveva detto: «So cosa richiede questo lavoro e so che non ho più abbastanza energie per rendergli giustizia».