Il singolare scambio di territori fra due comuni a Vicenza

Dietro alla strana cessione di un lago da parte di Arsiero c'è la possibilità di confinare col Trentino e ottenere sostanziosi finanziamenti

Una veduta di Laghi (Comune di Laghi/Facebook)
Una veduta di Laghi (Comune di Laghi/Facebook)
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Mercoledì 22 febbraio il consiglio comunale di Arsiero, un comune di tremila abitanti in provincia di Vicenza, in Veneto, ha approvato uno scambio di territori con il vicino comune di Laghi: Arsiero ha ceduto un lago, chiamato lago grande, e si è preso una fascia montana di boschi, pascoli e pietraie a 1.200 metri di altezza.

Detto così sembra non sia stato un grosso affare. In realtà in quel pezzo di montagna all’apparenza insignificante ci sono 130 metri che confinano con la provincia autonoma di Trento. Significa che il comune di Arsiero potrà accedere a fondi speciali assegnati ogni anno ai comuni confinanti con la provincia autonoma. Lo scambio, tuttavia, è stato presentato e approvato senza coinvolgere gli abitanti, e sembra che ad Arsiero molti non l’abbiano presa bene.

Il sostegno economico ai comuni che confinano con le province autonome è garantito dal fondo “per la valorizzazione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano”, istituito nel 2007. I comuni confinanti con le due province sono 48, in Veneto e in Lombardia, di cui 42 confinanti con Trento e 6 con Bolzano. Ogni anno ognuna delle province autonome mettono a disposizione 40 milioni di euro, per un totale di 80 milioni gestiti da un apposito comitato.

I comuni confinanti, compresi in una fascia chiamata A, possono ricevere fino a 500mila euro all’anno per progetti che riguardano diversi ambiti, dalle infrastrutture come strade e ponti, all’ambiente, ma anche per servizi sociali, cultura, trasporto pubblico, turismo, commercio e innovazione. Esiste anche una fascia B che comprende fondi per altri comuni, non per forza confinanti. Insomma, le amministrazioni hanno molti soldi e libertà di spesa. «L’ipotetico accesso ai fondi di confine è solo una conseguenza, non l’obiettivo» dello scambio, ha detto al Corriere del Veneto la sindaca di Arsiero, Cristina Meneghini.

La promozione del turismo della zona è la motivazione ufficiale che ha portato la maggioranza di Arsiero ad approvare lo scambio. Per il comune di Laghi, il più piccolo del Veneto con i suoi 121 abitanti, l’accordo è sicuramente vantaggioso da un punto di vista turistico ed economico: oltre ad avere già sul suo territorio un lago chiamato lago piccolo, annetterà un altro lago e allo stesso tempo continuerà a rimanere confinante con la provincia autonoma di Trento. «Loro avrebbero entrambi i laghi e noi alberghi e servizi per mettere in sinergia le risorse», sono le fumose motivazioni contenute nella delibera approvata dal consiglio comunale di Arsiero. «L’attivazione di forme di concertazione e di marketing turistico con obiettivi comuni, risultano quanto mai indispensabili per creare nuove opportunità di lavoro derivanti dall’in-coming».

Nella delibera si legge anche che la cessione del lago sarà compensata dall’acquisizione di un’area boschiva chiamata “Campi Luzzo”, «al fine di omogeneizzare la conformità dei propri limiti territoriali ma non solo: in una visione più ampia, riconducibile ad un futuro prossimo, tale azione si ripercuoterebbe sull’economia ricettiva, data dal passaggio di turisti sul territorio di Arsiero». Sia la promozione turistica, sia gli effetti del passaggio di turisti nell’area boschiva sembrano essere obiettivi poco concreti o comunque non dipendenti direttamente dallo scambio di aree.

La delibera è stata portata in consiglio senza una discussione pubblica. La maggioranza non ne ha parlato nemmeno con l’opposizione, che è venuta a conoscenza dello scambio soltanto tre giorni prima del voto, quando ha ricevuto gli atti. La delibera è stata infine approvata dalla maggioranza di centrodestra ma senza i voti del vicesindaco e assessore al Patrimonio Simone Mattielli, esponente della Lega, e il consigliere Edoardo Costabeber, entrambi assenti. «Non sono state fatte comunicazioni, incontri pubblici, nemmeno un’informativa sui social network», dice l’ex sindaca Tiziana Occhino, ora consigliera comunale di centrosinistra.

Secondo Occhino, oltre alla possibilità di diventare confinanti col Trentino e forse ottenere nuovi finanziamenti non ci sono altri motivi che spieghino l’acquisizione di un pezzo di montagna. «Lì ci sono solo pendii, un pezzetto di bosco», spiega. «Sembra uno scambio fatto appositamente per avere 130 metri confinanti con il Trentino: altrimenti sarebbe inspiegabile». Diversi abitanti hanno criticato la scelta della maggioranza e sembra che anche nel centrodestra non tutti siano convinti dello scambio, anche se ormai approvato.

Ci sono due ulteriori incertezze. La prima è che lo scambio di aree e quindi di confini non è automatico. Entro la fine dell’anno dovrà essere approvato dalla giunta e dal consiglio regionale del Veneto. La seconda incertezza riguarda la partecipazione al fondo comuni confinanti: il passaggio da 48 a 49 comuni confinanti e il conseguente aumento di investimenti dovranno essere valutati dal comitato che gestisce il fondo. «Non abbiamo alcuna certezza che il comitato per i fondi di confine decida di ampliare il numero dei comuni titolati da 48 a 49», ha detto la sindaca. «E, ribadisco, non è questo l’obiettivo: a noi interessa il turismo e il superamento del campanilismo».