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  • Mercoledì 1 marzo 2023

La Terra è rotonda

Il nuovo numero di Cose spiegate bene si occupa di geografia, ed è in libreria da oggi

È da oggi in libreria il quinto numero di Cose spiegate bene, la rivista del Post dedicata a temi singoli da raccontare o spiegare approfonditamente. Si intitola La terra è rotonda, e affronta diversi argomenti legati alla geografia, presenti nella vita quotidiana di tutti noi più di quanto possiamo immaginare. Questo numero contiene le illustrazioni di Jacopo Rosati, e i contributi di Stefano Boeri, Marta Ciccolari Micaldi, Elena Dell’Agnese e Francesca Mannocchi.

Oltre che nelle librerie, dove speriamo anche di vederci negli incontri dei prossimi mesi, il nuovo numero di Cose può essere anche acquistato online sul sito del Post (con spedizione gratuita) e nelle librerie online di Amazon, BookdealerFeltrinelli e IBS. Questa è l’introduzione a La terra è rotonda scritta dal peraltro direttore del Post Luca Sofri.

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Anche chi non è mai stato a New York conosce di fama Broadway, e se non è mai stato a Londra sa cos’è il Big Ben: ma con tutta probabilità non sa dove si trovino. Non soltanto non saprebbe individuarne la posizione su una mappa, strumento che alcuni considerano un oggetto astratto e non immediatamente governabile, ma soprattutto in relazione al resto delle città, o a quello che non entra nella cartolina. Il Big Ben è davanti al Tamigi e si riflette nel fiume, come tutto il palazzo di Westminster. Broadway è una strada lunghissima il cui tratto principale è di tagliare irregolarmente e obliquamente la griglia di strade perpendicolari che copre quasi tutta l’isola di Manhattan: la sua relazione con i teatri che la rendono famosa, e che sono soprattutto sulle traverse, è assai esigua. Oppure: il Bronx è di là dal fiume rispetto a Manhattan, ma è sempre New York, mentre Harlem è a Manhattan; di là dal fiume c’è anche il New Jersey di Bruce Springsteen, ma non è New York. Eccetera. Vale per tantissime cose che «conosciamo», ma nei fatti non sappiamo di cosa parliamo.

Quando sul Post raccontiamo un fatto avvenuto, una notizia, cerchiamo di dare informazioni sulla collocazione geografica di quel fatto, di permettere a chi legge di «figurarsi» (letteralmente) una scena, un contesto. In quale parte di una città? Com’è fatta, quella piazza? Quanto vicino o quanto distante dal mare, o dalla ferrovia? Cosa c’è intorno? Conoscere e capire le notizie significa non ricevere informazioni ambigue su quelle notizie, non essere costretti a riempire i vuoti con la propria fantasia: anche per quello che riguarda i luoghi che hanno ospitato o ospitano i fatti in questione (quanto è astratta e generica l’immagine che le persone possono avere registrato della morte di Aldo Moro, se non si colloca – con capacità di descrivere e spiegare – il luogo in cui la Renault 4 col suo corpo fu abbandonata? Quanta importanza ha lo scenario del tratto autostradale di Capaci per comprendere l’attentato contro Giovanni Falcone? Cosa non si capirà appieno della politica romana senza conoscere o senza sentire ben descritta la contiguità dei suoi luoghi nel centro della città in cui la sua fauna umana si disperde e riunisce quotidianamente?). La comprensione degli spazi, e delle relazioni tra gli spazi, è un elemento prioritario della comprensione delle cose del mondo e della vita; insieme ai meccanismi con cui in questi spazi i corpi viventi e inanimati si muovono e si relazionano. E questo mi farebbe dire che non ci siano discipline da avere familiari più della geografia e della fisica, se si vuole capire il mondo, ma non voglio fare torto ad altri preziosi studi. Dopo avere scelto temi «concettualmente» molto densi nei numeri precedenti di Cose spiegate bene (le identità, le dipendenze, la giustizia, gli strumenti protagonisti della circolazione della cultura), pur ancorandoli ai loro aspetti più concreti, abbiamo voluto «mettere a terra» un po’ di cose e dare un senso fondato a questa espressione un po’ abusata e sfuggente: qui parliamo di Terra vera e propria, e di tutto quello che le sta sopra. Mescolando anche questa volta spiegazioni utili di pratiche, convenzioni, funzionamenti (sulla scala dell’universo, persino) che regolano attività ineludibili quanto lo svegliarsi la mattina, e storie avvincenti e affascinanti di relazioni degli umani con questi funzionamenti.

«Trovare il proprio posto nel mondo» è un’ambizione figurata, o un desiderio, che sono espressi spesso, e non necessariamente solo quando si è giovani. Il suo significato originale e concreto non dovrebbe essere trascurato, e per trovare il proprio spazio nel mondo in quel senso è sicuramente di grande aiuto avere chiara la percezione di quello che abbiamo intorno, che sia la direzione verso l’uscita di sicurezza o verso il bagno, che siano la città o la campagna in cui viviamo, o che sia l’orizzonte sul quale sorgerà il Sole (se vogliamo goderci l’alba, ma anche stendere il bucato). Meraviglie, opportunità, vacanze, catastrofi sventate, scoperte, passano dal conoscere i percorsi e le disposizioni delle cose intorno a noi, semafori o ghiacciai che siano: e ci passano passioni e amori, persino, e lo racconta quella vecchia scena della corsa di Massimo Troisi intorno all’isolato. La geografia è cosa da scienziati ma anche da letterati, da risolutori di problemi ma anche da romantici, da tecnica e da poesia.

Ed è la cosa di cui stiamo parlando di più al mondo di questi tempi surriscaldati, senza saperne mai abbastanza. Ci è voluta una pandemia perché molte persone in tutto il mondo si accorgessero dell’importanza di conoscere e rispettare la scienza e la medicina: facciamo che non siano disastri innaturali e innalzamenti degli oceani a farci venire voglia di sapere dove ci troviamo e perché. «C’è tutto un mondo intorno, che gira ogni giorno», come dicevano in una canzone i Matia Bazar.