La storia dell’orso strafatto di cocaina da cui è stato tratto un film

“Cocainorso” si ispira a un episodio avvenuto realmente in Georgia nel 1985, anche se molto alla lontana

(Universal Pictures)
(Universal Pictures)

Qualche giorno fa negli Stati Uniti è uscito Cocaine Bear, un film a metà tra l’horror e il comico che racconta la storia di un orso che ingerisce accidentalmente un borsone pieno di cocaina e diventa molto violento, finendo per sventrare varie persone che per un motivo o per l’altro si trovano nella sua foresta. In Italia il film diretto da Elizabeth Banks uscirà il 13 aprile con il titolo Cocainorso, ma in America sta già ottenendo un certo successo. Soltanto nel primo weekend di proiezione nelle sale ha incassato 50 milioni di dollari, ed è già stato messo in vendita un videogioco fortemente ispirato al film, anche se alcuni critici hanno detto che sembra stato ideato per ottenere attenzione sui social network più che per essere davvero divertente.

Quando la casa di distribuzione cinematografica Universal Pictures aveva pubblicato il trailer di Cocaine Bear, due mesi fa, le reazioni sui social sono state piuttosto animate: c’è chi ha tirato fuori uno storico meme di un orso col muso innevato che dichiara il suo apprezzamento per la cocaina, chi ha previsto che sarebbe diventato presto uno di quei film talmente assurdi e demenziali da sviluppare una forma di culto, come Sharknado o Snakes on a plane. Ma al contrario di questi altri film in cui animali pericolosi fanno cose pazze e fuori controllo, Cocaine Bear è basato su una storia realmente accaduta, anche se molto lontanamente.

Il 23 dicembre del 1985, la polizia dello stato americano della Georgia trovò il cadavere di un orso nero di ottanta chili nella foresta di Chattahoochee. Nel momento della sua morte, l’orso aveva tra i 3 e i 4 grammi di cocaina nel flusso sanguigno, ma secondo il medico legale del Georgia State Crime Lab, il suo stomaco era «letteralmente pieno fino all’orlo di cocaina». Poco distante vennero ritrovati una quarantina di contenitori vuoti, aperti con la forza, che potevano contenere fino a 34 chilogrammi di cocaina.

Secondo l’ipotesi più accreditata, i contenitori erano stati gettati qualche mese prima da un aereo che ne trasportava molta di più: quello pilotato dal narcotrafficante Andrew Thornton. Thornton viaggiava con circa 400 kg di cocaina quando, nel settembre del 1985, decise di alleggerire il proprio carico e poi gettarsi con un paracadute dal piccolo aereo che stava pilotando per sfuggire alla polizia federale, da cui era inseguito. Il paracadute non si aprì, e Thornton venne trovato morto in un vialetto di Knoxville, nel Tennessee, con addosso 35 kg di cocaina e tantissime armi.

L’ipotesi è quindi che la droga ingerita dall’orso nero – a cui venne dato il soprannome di “Pablo Escobear”, dalla crasi della parola inglese per orso, “bear”, e il nome del celebre narcotrafficante Pablo Escobar – fosse stata buttata dall’aereo di Thornton durante il suo viaggio.

Al contrario di quanto avviene nel nuovo film, l’orso non era diventato particolarmente aggressivo né aveva ammazzato nessuno. Il suo corpo venne imbalsamato e oggi si trova in un negozio di souvenir di Lexington, in Kentucky, dove gli è stato messo un cappellino.

Il corpo imbalsamato di “Pablo Escobear” oggi (Wikimedia Commons)

Lo sceneggiatore di Cocaine Bear Jimmy Warden ha ammesso di aver tratto ispirazione solo lontanamente dalla storia vera di “Pablo Escobear”, e che tutto il resto è sostanzialmente frutto della sua «fantasia contorta su ciò che vorrei accadesse veramente se un orso si facesse di tutta quella cocaina». La regista Elizabeth Banks – che è diventata famosa come attrice – ha detto di aver accettato di dirigere il film perché voleva avere l’opportunità di raccontare il punto di vista dell’orso, nei confronti del quale prova «una forte empatia».

«È una vera merda che quell’orso sia stato trascinato in una storia di traffico di droga finito male e sia morto. E ho pensato che questo film potesse diventare la sua vendetta», ha detto Banks.