Migliaia di donne russe incinte vanno in Argentina per partorire
I bambini che ci nascono ne acquisiscono automaticamente la cittadinanza che poi è più facile da ottenere anche per i genitori
Nell’ultimo anno più di 5.800 donne russe incinte sono andate in Argentina e ce n’erano 33, tutte alle ultime settimane di gravidanza, su un unico aereo atterrato giovedì all’aeroporto internazionale di Buenos Aires.
I bambini che nascono in Argentina ne acquisiscono automaticamente la cittadinanza, che poi diventa abbastanza facile da ottenere anche per i genitori nel giro di un paio d’anni. Inoltre chi ha il passaporto russo può entrare nel paese senza visto. Molte famiglie russe quindi cercano di ottenere il passaporto argentino per i propri figli, per compensare la diminuzione della potenza del proprio dovuta alle reazioni internazionali all’invasione russa dell’Ucraina e avere maggiori libertà di spostamento, dato che attualmente il passaporto argentino permette di viaggiare per brevi periodi senza visto in 171 paesi, compresi quelli dell’Unione Europea.
È un’abitudine diffusa al punto che esistono agenzie che si sono specializzate nell’organizzare viaggi in Argentina per donne incinte, e che oltre a prenotare voli e trasferimenti dagli aeroporti si occupano anche di lezioni di spagnolo e forniscono servizi di traduzione per le pratiche burocratiche. Propongono “pacchetti” più o meno costosi, a partire da qualche migliaio di euro.
Per questo viene usata l’espressione “turismo de maternidad”, “turismo per maternità”: era un fenomeno diffuso in Russia anche prima della guerra in Ucraina, ma fino al 2022 la meta principale erano gli Stati Uniti, un altro paese in cui si acquisisce la cittadinanza nascendo nel territorio nazionale e dove però ora per i cittadini russi è molto più difficile arrivare.
La Dirección Nacional de Migraciones (DNM), l’agenzia governativa argentina che si occupa di immigrazione, parla anche di “falso turismo” perché all’arrivo in Argentina le donne incinte dichiarano di stare viaggiando appunto per motivi turistici.
Venerdì la direttrice della DNM Florencia Carignano ha annunciato l’avvio di un’indagine sull’attività delle agenzie specializzate in questo tipo di viaggi, definito un «business redditizio». Per Carignano è problematico che molte delle donne o famiglie che vanno in Argentina per un parto poi non si fermino nel paese: delle 10.500 persone di cittadinanza russa che nell’ultimo anno sono state in Argentina se ne sono fermate 3.500.
Di famiglie intenzionate a rimanere comunque ce ne sono: a gennaio il Guardian ne aveva intervistata una e aveva ipotizzato che anche uomini russi che non vogliono combattere contro l’Ucraina fossero interessati a spostarsi in Argentina.
Tre delle 33 donne russe incinte arrivate a Buenos Aires giovedì erano state temporaneamente fermate per «problemi con i documenti», come era già successo ad altre tre donne arrivate il giorno precedente. Davanti alle domande delle autorità aeroportuali, tutte hanno ammesso di non essere andate in Argentina per una visita turistica. L’avvocato che le sta rappresentando, Christian Rubilar, aveva detto che non potevano essere trattenute perché non esiste un reato di “falso turismo” e perché non hanno commesso nessun crimine, né violato le leggi sull’immigrazione.
– Leggi anche: I passaporti più potenti del mondo nel 2022