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  • Mercoledì 20 luglio 2022

I passaporti più potenti del mondo nel 2022

Nei primi posti ci sono quelli di Giappone, Singapore e Corea del Sud, ma sono dati che vanno interpretati con un po' di contesto

Henley Passport Index 2022 - Henley & Partners
Henley Passport Index 2022 - Henley & Partners
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Anche quest’anno la società di consulenza britannica Henley & Partners, che si occupa di servizi legati alle politiche di residenza e cittadinanza, ha pubblicato una classifica dei passaporti più potenti del mondo, cioè quelli che permettono di visitare più paesi senza bisogno del visto oppure compilando il modulo per il visto al momento dell’ingresso. Quest’anno i tre passaporti più potenti sono asiatici: sono quelli di Giappone, Singapore e Corea del Sud, seguiti a poca distanza dagli europei.

Come ogni anno, però, la classifica va presa con cautela e interpretata con un po’ di contesto. I tre paesi asiatici col passaporto più potente sono anche quelli in cui al momento, per ragioni per esempio legate alla pandemia, si sta viaggiando meno: i cittadini di questi paesi non possono quindi sfruttare realmente le possibilità offerte dai propri passaporti. La classifica non tiene nemmeno conto delle chiusure degli spazi aerei seguite all’invasione russa dell’Ucraina, che limita molto le possibilità previste, sulla carta, dal passaporto russo.

Il “Passport Index” di Henley & Partners, che esiste dal 2006, valuta i passaporti di 199 paesi e li mette in relazione a 227 possibili destinazioni in tutto il mondo. Non è l’unica classifica di questo tipo, ma è quella realizzata da più tempo e l’unica a utilizzare i dati del database dell’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA), che confronta con ricerche incrociate per capire dove un passaporto permetta di viaggiare.

Quest’anno il passaporto più potente al mondo, quello del Giappone, permette l’accesso senza visto a 193 paesi, come l’anno scorso. Subito dopo ci sono i passaporti di Singapore e Corea del Sud, con cui si può accedere senza visto in 192 paesi. Poi vengono Germania e Spagna (190 paesi), e Finlandia, Italia e Lussemburgo (189 paesi).

Come era già successo in precedenza, le ultime posizioni della classifica sono occupate quasi interamente da paesi africani e del Medio Oriente. Il passaporto meno potente di tutti è quello dell’Afghanistan, che dall’agosto 2021 è governato dai talebani, un regime che ha ottenuto scarso riconoscimento internazionale: il passaporto afghano è al 112esimo posto, con accesso senza visto a 27 paesi. Ci sono poi i passaporti di Iraq (29), Siria (30) e Pakistan (32). Nelle ultime posizioni c’è anche la Corea del Nord, che dà accesso senza visto a 40 paesi.

Un passaporto può essere più o meno potente, o cambiare posizione nella classifica, sulla base di vari fattori: le relazioni internazionali tra i paesi, per esempio, o l’introduzione di restrizioni alla circolazione a causa di una pandemia globale.

È quello che è successo negli ultimi due anni: l’anno scorso, a causa delle restrizioni imposte sugli spostamenti per limitare i contagi, i cittadini di alcuni dei paesi coi passaporti più potenti potevano viaggiare in molti meno paesi di quelli indicati sulla classifica. Ora le restrizioni stanno pian piano sparendo, ma i dati di IATA (aggiornati a maggio) dicono che nei paesi asiatici gli spostamenti aerei internazionali sono ancora molto bassi, pari a circa il 17 per cento dei livelli pre-pandemia: e tra questi paesi ci sono anche i tre che nella classifica di quest’anno hanno i passaporti più potenti. Le partenze in aereo di persone che abitano nei paesi europei e in Nord America e che vanno all’estero sono invece tornate a circa il 60 per cento dei livelli pre-pandemia.

La classifica non tiene nemmeno conto del fatto che, tra le sanzioni imposte alla Russia a causa dell’invasione dell’Ucraina, c’è stata la chiusura dello spazio aereo degli Stati Uniti, del Canada e dell’Unione Europea agli aerei russi. Anche se la Russia compare al 52esimo posto in classifica con libero accesso a 119 paesi, nei fatti le persone con passaporto russo hanno un accesso assai difficoltoso verso molti stati.

Come ha scritto Bloomberg, la classifica offre più che altro un’immagine almeno in parte «teorica» di quali siano i documenti migliori da possedere.