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  • Mercoledì 25 gennaio 2023

Ticketmaster ha addosso anche il Senato americano

Live Nation Entertainment, che controlla la piattaforma di biglietti e organizza anche i concerti, è accusata di aver costruito un monopolio

(Win McNamee/Getty Images)
(Win McNamee/Getty Images)

Martedì al Senato degli Stati Uniti si è tenuta un’udienza di tre ore sul caso della disastrosa vendita di biglietti per il tour di Taylor Swift, una delle più famose cantanti pop al mondo. La vendita dei biglietti per il tour era stata affidata in esclusiva a Ticketmaster, la principale piattaforma digitale che offre questo servizio negli Stati Uniti, che non era riuscita a gestire l’enorme quantità di richieste nella fase della prevendita riservata, e aveva dovuto cancellare la prevendita aperta a tutti, lasciando migliaia di fan senza biglietti.

Già prima di questa vicenda comunque la società dietro Ticketmaster – che nacque da una fusione con l’azienda di organizzazione di eventi Live Nation, formando Live Nation Entertainment – era stata frequentemente accusata di avere una posizione monopolistica da fan e da politici, per via del suo esteso controllo sul settore degli eventi e della vendita di biglietti. Le critiche si erano intensificate negli ultimi tempi perché Ticketmaster aveva iniziato a proporre prezzi sempre più alti per i biglietti: l’ultimo caso era stato quello legato al tour di Bruce Springsteen. Durante l’udienza, una rappresentante dell’American Antitrust Institute ha definito quello di Live Nation «un tradizionalissimo monopolio». Live Nation è attiva anche in Italia per quanto riguarda l’organizzazione di eventi.

L’udienza di martedì era stata richiesta dalla senatrice americana Amy Klobuchar, presidente della sottocommissione giudiziaria per la politica della concorrenza, l’antitrust e i diritti dei consumatori. Già nel 2019 Klobuchar aveva chiesto al dipartimento di Giustizia un’indagine sul monopolio di Live Nation Entertainment, e lo stesso dipartimento aveva avviato un’altra indagine l’anno scorso sull’eccessivo potere dell’azienda nell’industria musicale.

In una recente intervista a Rolling Stone, Klobuchar ha spiegato: «gli operatori dei palazzetti che ospitano i concerti ci hanno detto di temere che, se non usano Ticketmaster, smetteranno di avere gli spettacoli di Live Nation nelle loro sedi. Questo rende difficile per qualsiasi azienda rivale di Ticketmaster entrare nel mercato». Durante l’udienza, questo punto è stato sostenuto anche da Jack Groetzinger, amministratore delegato di SeatGeek, una piattaforma concorrente di Ticketmaster.

Il problema risale alla fusione tra Live Nation, che si occupa di promozione e organizzazione di eventi, e Ticketmaster, che gestisce la vendita online dei biglietti: insieme le due aziende gestiscono una grossa parte della filiera dell’industria musicale, con conseguente monopolio e aumento dei prezzi per assenza di concorrenza. Ai tempi della fusione, nel 2010, il governo degli Stati Uniti era intervenuto chiedendo e ottenendo che Live Nation Entertainment rispettasse una serie di condizioni che avrebbero dovuto scongiurare il rischio di un monopolio nell’industria musicale. Dopo l’indagine del dipartimento di Giustizia nel 2019, questo accordo decennale era stato rinnovato per altri cinque anni, nonostante fosse stato accertato che non tutte le condizioni erano state rispettate. Durante l’udienza di martedì il senatore Blumenthal ha detto che se si concluderà che ci sono state altre violazioni, «si dovrebbe considerare uno scioglimento della fusione».

Una donna manifesta contro il monopolio di Live Nation e Ticketmaster fuori dal Campidoglio a Washington DC il 24 gennaio (Drew Angerer/Getty Images)

Durante l’udienza, il presidente di Live Nation Entertainment Joe Berchtold si è difeso dall’accusa di monopolio, sostenendo che la sua azienda non sia l’unica responsabile dell’elevato prezzo dei biglietti e facendo notare che controlla solo 200 sedi di concerti delle oltre 4mila presenti negli Stati Uniti. Ha anche spiegato per la prima volta che l’incidente durante la vendita dei biglietti per il tour di Taylor Swift sarebbe stato causato dai bot, cioè sistemi informatici usati da organizzazioni che fanno bagarinaggio per accaparrarsi un gran numero di biglietti appena diventano disponibili online, allo scopo di esaurirli e poi rivenderli su altri canali online a prezzi maggiorati.

Per evitare questo fenomeno, Ticketmaster apre inizialmente le vendite solo ai “fan verificati”, ovvero persone che si sono prenotate con un certo anticipo. «Sebbene i bot non siano riusciti a penetrare nei nostri sistemi o a comprare alcun biglietto, l’attacco ci ha richiesto di rallentare e persino sospendere le nostre vendite. Questo è ciò che ha portato a una terribile esperienza di acquisto, di cui siamo profondamente rammaricati», ha detto Berchtold, sostenendo che gli attacchi dei bot siano stati tre volti superiori alla norma. Ha aggiunto anche che alla fine sono stati venduti 2,2 milioni di biglietti, di cui meno del 5 per cento è stato poi rivenduto dai bagarini.