Il ministro dell’Interno e della Salute israeliano Arye Dery è stato infine rimosso dal suo incarico, come aveva chiesto la Corte suprema di Israele

Arye Dery, il leader del partito israeliano ultraortodosso Shas (Amir Cohen/Pool Photo via AP)
Arye Dery, il leader del partito israeliano ultraortodosso Shas (Amir Cohen/Pool Photo via AP)

Domenica il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la rimozione di Arye Dery dal suo incarico di ministro dell’Interno e della Salute. Dery, leader del partito ultraortodosso Shas (che rappresenta soprattutto gli ebrei sefarditi e mizrahì e aveva avuto una grande ascesa dalla fine degli anni Novanta), era stato processato per evasione fiscale l’anno scorso e aveva patteggiato, con sospensione della pena: per questo contro la sua nomina si era espressa la Corte suprema israeliana, chiedendone proprio la rimozione. Inizialmente non era chiaro se Netanyahu avesse intenzione di rispettare la decisione della Corte suprema, poi domenica è arrivata la conferma.

Dery è uno stretto alleato di Netanyahu e il suo partito è il secondo più importante della coalizione di governo, che si è insediato a fine dicembre ed è il più di destra della storia di Israele. Dati i suoi precedenti penali, secondo la legge israeliana Dery non avrebbe potuto essere nominato ministro, ma prima che la Corte Suprema si esprimesse il governo aveva modificato la legge esistente appositamente per rendere la sua nomina legittima. La Corte suprema aveva comunque contestato la nomina basandosi sul fatto che Dery era stato recidivo (era stato condannato una prima volta nel 1999 per corruzione e frode); inoltre durante il patteggiamento dell’anno scorso si era impegnato a lasciare il suo incarico di parlamentare.

Netanyahu ha detto di aver deciso di rimuovere Dery dai propri incarichi con «grande dolore e molta difficoltà» e di essere intenzionato a trovare tutte le vie legali affinché il suo alleato possa continuare a collaborare con il governo.