In Bielorussia è iniziato il processo contro Ales Bialiatski, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 2022

Ales Bialiatski nel 2019 (EPA/TATYANA ZENKOVICH/ansa)
Ales Bialiatski nel 2019 (EPA/TATYANA ZENKOVICH/ansa)

È iniziato il processo contro il bielorusso Ales Bialiatski, l’attivista vincitore del premio Nobel per la Pace nel 2022 che si trova in carcere in Bielorussia dal 2021. È accusato di finanziamento illecito di attività di opposizione al regime di Alexander Lukashenko, il presidente bielorusso che governa il paese in maniera autoritaria dal 1994: i sostenitori di Bialiatski hanno sempre definito le accuse nei suoi confronti una strategia del regime per zittirlo. Rischia una pena tra i 7 e i 12 anni di carcere. Oltre a Bialiatski, nel processo sono imputati altri due attivisti: Valentin Stefanovich e Vladimir Labkovich.

Ales Bialiatski ha 60 anni ed è noto soprattutto per essere il presidente della ONG per i diritti umani Viasna, che fondò nel 1996 per dare assistenza finanziaria e legale ai prigionieri politici in Bielorussia e alle loro famiglie. Fu tra le persone che contribuirono maggiormente a creare e a mantenere attivo il movimento bielorusso per la democrazia a partire dagli anni Ottanta. Nel 2020 era stato arrestato per aver partecipato alle proteste di massa che avevano seguito la vittoria di Lukashenko alle ultime elezioni in Bielorussia, che l’opposizione e le organizzazioni indipendenti a livello internazionale avevano considerato truccate. Era già stato in prigione dal 2011 al 2014 con accuse di evasione fiscale, che lui aveva sempre negato e che, come quelle più recenti, erano ritenute da molti politicamente motivate.