• Mondo
  • Lunedì 2 gennaio 2023

L’intricato caso del giornalista Percy Lapid ucciso nelle Filippine

Era molto noto e conduceva un programma radiofonico: la polizia ha accusato due importanti funzionari governativi

Una protesta contro l'uccisione del giornalista filippino Percival Mabasa (AP Photo/Aaron Favila, File)
Una protesta contro l'uccisione del giornalista filippino Percival Mabasa (AP Photo/Aaron Favila, File)
Caricamento player

Lo scorso 3 ottobre a Las Piñas, una città nel nord delle Filippine, è stato ucciso il giornalista radiofonico Percival Mabasa, molto noto a livello nazionale e meglio conosciuto come Percy Lapid. Erano circa le 20 locali e Mabasa, che aveva 63 anni, stava andando a registrare il suo programma radiofonico notturno: Lapid Fire, un commento quotidiano dei principali fatti politici della giornata, ascoltato da centinaia di migliaia di persone e particolarmente apprezzato per il piglio critico di Mabasa verso molti membri e funzionari del governo, soprattutto perché si parlava delle accuse di corruzione nei loro confronti.

Dal 7 dicembre il programma è condotto dal fratello minore di Mabasa, il giornalista Roy Mabasa, che al quotidiano filippino Rappler ha detto: «Non sostituirò Percy perché nessuno potrebbe farlo, ma farò del mio meglio per portare avanti il suo racconto della verità senza paura».

Mabasa è il secondo giornalista filippino ucciso da quando a maggio è diventato presidente Ferdinand Marcos Jr. (a settembre era stato ucciso il giornalista radiofonico Rey Blanco) e il 197esimo dal 1986, anno in cui terminò la dittatura del padre di Marcos Jr., l’ex dittatore Ferdinand Marcos: le Filippine sono ancora oggi uno dei paesi più rischiosi al mondo per i giornalisti. Per l’omicidio, compiuto dopo anni di minacce e intimidazioni, sono stati accusati due importanti funzionari del sistema penitenziario nazionale.

– Leggi anche: Cosa fu il regime di Marcos nelle Filippine

Mabasa era nato a Manila nel 1959 ed era cresciuto proprio negli anni del regime di Marcos, durante il quale furono arrestate, torturate e uccise migliaia di persone. A suo tempo Marcos ordinò anche la chiusura di una serie di emittenti radiofoniche e televisive, in seguito alla quale molti giornalisti persero il lavoro. Uno di questi fu proprio il padre di Mabasa, anche lui giornalista radiofonico.

Il fratello Roy ha detto che nel corso della sua carriera Percival Mabasa aveva avuto moltissimi problemi per via delle critiche rivolte al governo: era stato allontanato decine di volte dalle redazioni radiofoniche con cui aveva collaborato, spesso su richiesta delle stesse persone che aveva criticato. Aveva ricevuto anche minacce di ritorsioni.

L’omicidio di Mabasa è stato parzialmente ripreso da una telecamera posizionata sul retro della sua automobile: la registrazione, ottenuta dalla polizia, mostra una moto con a bordo due persone che affiancano l’auto. Poi si sentono degli spari e il rumore dell’urto tra la macchina di Mabasa e quella che la precede. Mabasa è morto sul colpo, e sulle circostanze e le motivazioni del suo assassinio si sa ancora molto poco.

L’esecutore materiale dell’assassinio, Joel Escorial, si è consegnato alla polizia il 17 ottobre, confessando di aver sparato e sostenendo di averlo fatto per ordine di persone detenute nella New Bilibid Prison, un carcere di Muntinlupa, città nella stessa zona di Las Piñas. Secondo la polizia filippina, i mandanti dell’omicidio sarebbero Gerald Bantag, il capo del dipartimento penitenziario nazionale, e il suo vice Ricardo Zulueta: Bantag e Zulueta sono anche accusati di aver ordinato l’omicidio del detenuto che secondo Escorial gli avrebbe dato l’ordine di uccidere Mabasa per conto loro, chiamato Jun Villamor.

Secondo Eugene Javier, portavoce dell’NBI, l’agenzia investigativa delle Filippine, il sistema penitenziario filippino si è «trasformato in una profonda, vasta e sistematica organizzazione criminale», facilitata dal sovraffollamento delle prigioni e dalle loro pessime condizioni. Il presidente Marcos Jr. ha accusato Bantag, in particolare, di aver fatto della New Bilibid Prison e dei suoi detenuti una specie di «feudo».

Bantag è un personaggio piuttosto controverso nelle Filippine: gli fu affidato il suo attuale incarico dall’ex presidente autoritario Rodrigo Duterte e già in passato fu accusato in varie occasioni di atti di violenza, anche verso i detenuti. Nessuna di queste accuse ha finora portato a una condanna.

Jesus Crispin Remulla, il capo del dipartimento di Giustizia filippino, ha detto che le accuse della polizia si basano anche sulle testimonianze di alcuni detenuti, su una serie di conversazioni avvenute su Facebook tra le persone coinvolte e su alcuni registri bancari.

Secondo Javier, Bantag avrebbe deciso di far uccidere Mabasa proprio a causa delle accuse di corruzione che il giornalista gli aveva rivolto. Remulla ritiene che l’episodio scatenante sia stato un recente commento di Mabasa sullo stile di vita ricco e sfarzoso condotto da Bantag. Oltre a lui e a Zulueta, la polizia filippina ha detto di aver individuato circa 160 persone potenzialmente coinvolte nell’accaduto.

Una persona espone un cartello di protesta in cui si chiede giustizia per l’omicidio di Percy Lapid (EPA/ROLEX DELA PENA)

Le accuse rivolte dalla polizia a Bantag e al suo vice non hanno ancora portato a un mandato d’arresto. Al momento Bantag è sospeso dal suo incarico. Per accertare cosa sia successo esattamente con l’omicidio di Percy Lapid potrebbe volerci molto tempo, ammesso che ci si arrivi: Jonathan de Santos, presidente dell’Unione nazionale dei giornalisti delle Filippine, ha detto al Guardian che spesso vengono identificati e puniti gli esecutori materiali di questo tipo di omicidi, ma molto raramente chi li ha voluti, pianificati e organizzati.

L’omicidio di Mabasa ha spinto diversi filippini a protestare e a chiedere non solo chiarezza sull’accaduto, ma anche una riforma del sistema penitenziario nazionale. Dopo la sospensione di Bantag nella New Bilibid Prison sono state trovate armi, telefoni cellulari e sostanze stupefacenti. Nel frattempo, i figli e i nipoti di Mabasa cercano di uscire di casa il meno possibile, e il fratello Roy ha raccontato di dormire in un posto diverso ogni notte e di spostarsi con macchine affittate per evitare di essere seguito.