La polizia filippina ha accusato il capo del dipartimento penitenziario nazionale di aver ordinato l’omicidio di un noto giornalista radiofonico

Una protesta contro l'omicidio di Percy Lapid a Quezon city, lo scorso 4 ottobre. I cartelli degli attivisti dicono tra le altre cose "Giustizia per tutte le vittime delle uccisioni extragiudiziali" (AP Photo/ Aaron Favila)
Una protesta contro l'omicidio di Percy Lapid a Quezon city, lo scorso 4 ottobre. I cartelli degli attivisti dicono tra le altre cose "Giustizia per tutte le vittime delle uccisioni extragiudiziali" (AP Photo/ Aaron Favila)

La polizia filippina ha accusato il capo del dipartimento penitenziario nazionale, Gerald Bantag, di aver ordinato l’omicidio del noto giornalista radiofonico Percival Mabasa, meglio conosciuto come Percy Lapid. Mabasa, che aveva 63 anni, era stato ucciso con colpi di arma da fuoco lo scorso 3 ottobre nella capitale Manila, mentre stava andando al lavoro. Durante le sue trasmissioni aveva criticato sia Bantag che altri funzionari governativi accusati di corruzione; era stato anche un noto critico dell’ex presidente filippino Rodrigo Duterte.

Oltre che su Bantag la polizia sta anche indagando sul suo vice, Ricardo Zulueta; l’uomo accusato di aver sparato a Mabasa, Joel Escorial, si era invece costituito quando erano emersi alcuni filmati di sicurezza in cui si vedeva bene il suo volto. Bantag e Zulueta sono anche accusati di aver ordinato l’omicidio di un detenuto che secondo Escorial gli avrebbe dato l’ordine di uccidere Mabasa sempre per conto loro.

Le Filippine sono considerate uno dei paesi più rischiosi per i giornalisti. Secondo Reporters without Borders, un’organizzazione internazionale che si occupa della tutela della libertà di stampa e di chi se ne occupa, negli ultimi trent’anni i giornalisti uccisi nelle Filippine sono stati almeno 187.

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