I più giovani hanno scoperto il nepotismo di Hollywood

Il cinema è pieno di figli d'arte da sempre, ma dopo una copertina del New York Magazine la notizia è arrivata anche su TikTok

(New York Magazine)
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Dieci giorni fa il New York Magazine, uno dei più letti settimanali americani, ha dedicato un numero – ma soprattutto una copertina e una campagna social molto studiata – a quelli che ha chiamato nepo-babies. È un’espressione che nasce dalla combinazione delle parole inglesi nepotism (nepotismo) e babies (bambini) e con cui si fa riferimento in modo ironico e un po’ denigratorio a tutte quelle persone che hanno ottenuto posizioni lavorative ambite anche perché figlie o nipoti di qualcuno già affermato nello stesso settore. In particolare, ha cominciato a essere usato diffusamente in riferimento ai figli diventati famosi di attori, registi e altri personaggi dell’industria cinematografica di Hollywood.

Nonostante il nepotismo sia un fenomeno che esiste da sempre e in tutto il mondo, ampiamente noto e difficile da nascondere, e sebbene Hollywood sia sempre stata notoriamente piena di figli e figlie d’arte, il numero del New York Magazine ha riscosso grande attenzione e qualche indignazione. Oltre alla curiosità generalizzata per tutto ciò che riguarda le vite private delle celebrità, questo clamore è dovuto in parte anche al fatto che l’articolo è riuscito a sfruttare l’ingenuità dei più giovani rispetto ai meccanismi che stanno dietro alla fama e al successo dei loro idoli, e a fare leva su un tema che è particolarmente sentito negli Stati Uniti.

Il numero del 19 dicembre del New York Magazine raccoglie approfondimenti sui nepo-babies in vari settori, dall’editoria allo sport, ma l’articolo principale, scritto da Nate Jones, è dedicato a Hollywood e contiene una lunga serie di rappresentazioni grafiche dei vari alberi genealogici. Alcuni nepo-babies sono ampiamente noti anche ai lettori più giovani, come la figlia degli attori Johnny Depp e Vanessa Paradis, Lily Rose Depp (23 anni), che è modella e attrice e tra le altre cose sarà la protagonista di una serie HBO in uscita nel 2023. O Maya Hawke (24 anni), figlia degli attori Uma Thurman e Ethan Hawke, che ha avuto un ruolo importante nelle ultime stagioni della serie di Netflix Stranger Things.

Tra le altre cose, Hawke ha avuto una piccola parte anche in C’era una volta a Hollywood, film del 2019 di Quentin Tarantino (regista con cui la madre ha fatto diversi film) nel cui cast c’era anche Margaret Qualley (figlia dell’attrice Andie MacDowell) e, secondo la ricostruzione del New York Magazine, altri sei nepo-babies.

 

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Altre parentele invece sono state per molti una scoperta. Per esempio, forse non tutti sanno che tre figlie di Meryl Streep sono attrici: una di queste, Mamie Gummer, è anche piuttosto famosa. O che Jack Quaid, che ha recitato in Hunger Games e The Boys, è figlio degli attori Meg Ryan e Dennis Quaid. Tra i nepo-babies (che continuano a essere chiamati così nonostante l’età) che Nate Jones individua come i più affermati ci sono nomi come Laura Dern, George Clooney, Gwyneth Paltrow, Anjelica Huston, Angelina Jolie, Jane Fonda, Ben Stiller e Drew Barrymore, tutti con genitori o parenti più o meno famosi nel mondo del cinema. C’è poi la categoria degli “industry babies”, quelli che sono figli di persone non famose ma ben inserite nell’industria cinematografica, come Kristen Stewart, Jonah Hill e Timothée Chalamet.

 

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L’attenzione per i nepo-babies su internet e in particolare tra le persone più giovani risale però a prima dell’articolo del New York Magazine. Molti citano come origine di questo trend un tweet dello scorso febbraio in cui un’utente manifestava la propria delusione dopo la scoperta che una delle attrici della serie tv Euphoria, Maude Apatow, è figlia di un’attrice e di un importante produttore hollywoodiano. La stessa serie, per altro, è stata creata e sceneggiata dal figlio del regista e sceneggiatore Barry Levinson (famoso per Rain Man e Good Morning, Vietnam), Sam Levinson, che è anche il regista di Malcolm & Marie, un film del 2020 il cui protagonista è interpretato dal figlio di Denzel Washington, John David Washington.

È stato con quel tweet che «quelli che non erano abbastanza grandi per leggere People nel 2007 hanno appreso per la prima volta che i nepo-babies stavano riempiendo i loro schermi», ha scritto Alyx Gorman sul Guardian.

Per molte persone della generazione Z, che oggi hanno meno di 26 anni, alcune parentele già ampiamente note di Hollywood sono una rivelazione recente. Soprattutto su TikTok – il social network dove questa fascia d’età è più presente e dove nascono più facilmente fenomeni virali – hanno cominciato a circolare molti video pensati per sorprendere questo tipo di utenti. Uno dei formati più popolari è quello che mostra prima le foto della madre famosa, poi quelle del padre famoso e infine svela chi è la figlia o il figlio famoso dei due, con una voce sempre uguale di sottofondo che racconta che «tutto è cominciato quando mia mamma ha incontrato mio papà, si sono innamorati, e hanno fatto me».

@vibe8090

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Oltre al fattore generazionale e oltre a essere un pretesto per interessarsi della vita privata delle celebrità di Hollywood, il dibattito sui nepo-babies ha avuto molta presa anche per via del fatto che la meritocrazia è un ideale particolarmente sentito negli Stati Uniti.

Shai Davidai, docente della Columbia University che ha dedicato vari studi alla percezione americana del successo economico, ha spiegato in un’intervista uscita su Vox che negli Stati Uniti si «tende ad avere una fiducia forte e ottimistica nei confronti della meritocrazia. C’è l’idea che il duro lavoro dimostri un’abilità eccezionale e che se hai entrambe le cose verrai ricompensato». In un certo senso, l’esistenza stessa dei nepo-babies sconvolge questa credenza. «I nepo-babies ci privano della bella storiella del “sogno americano”».

– Leggi anche: Perché il concetto di meritocrazia è controverso

Prima dell’uscita del New York Magazine, il tema dei nepo-babies era da poco tornato nel dibattito per via di un’intervista di Elle a Lily Rose Depp. L’attrice era stata molto criticata per aver detto che «niente ti farà ottenere la parte se non il fatto di essere giusto per la parte», in qualche modo rifiutando l’idea che i nomi dei suoi genitori possano aver avuto un ruolo nell’avvio della sua carriera.

Dopo l’uscita del numero sui nepo-babies l’argomento è diventato virale online. Alcuni si sono mostrati indignati dopo aver scoperto quanti dei più famosi attori e attrici americani vengano da famiglie già inserite nell’ambiente, altri hanno difeso il talento e il merito di alcuni di questi. Molti meme hanno fatto ironia sulla scelta del New York Magazine di dedicare un intero numero a un argomento così poco originale e così prevedibilmente allettante per un certo tipo di lettori. Nell’ultima settimana alcuni nepo-babies hanno commentato la cosa: l’affermata attrice Jamie Lee Curtis, che è figlia di Janet Leigh (Psycho) e Tony Curtis (A qualcuno piace caldo), ha detto che il dibattito sui nepo-babies è stato «studiato per provare a sminuire, denigrare e offendere».