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  • Martedì 27 dicembre 2022

Continua a essere improbabile un «dialogo» tra Russia e Ucraina

Se n'è parlato molto negli ultimi giorni per alcune apparenti aperture delle due parti, ma gli ostacoli che c'erano prima esistono ancora

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba (Georg Wendt - Pool/Getty Images)
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba (Georg Wendt - Pool/Getty Images)

Negli ultimi giorni si è parlato diffusamente di possibili aperture al dialogo tra Russia e Ucraina, a seguito di dichiarazioni della leadership di entrambi i paesi. In realtà queste dichiarazioni non sono passi concreti verso un dialogo di pace e sono poco sincere soprattutto da parte della Russia, che negli ultimi giorni ha continuato a bombardare infrastrutture civili ucraine proprio mentre il presidente Vladimir Putin si diceva pronto a dialogare.

Le dichiarazioni più notevoli sono state quelle di Dmytro Kuleba, il ministro degli Esteri ucraino, che in un’intervista ad Associated Press ha detto che l’Ucraina sarebbe pronta a partecipare a un incontro internazionale sulla pace già a fine febbraio. L’incontro, ha detto Kuleba, potrebbe essere organizzato dall’ONU. Ma secondo il ministro degli Esteri ucraino la Russia dovrebbe essere invitata soltanto dopo che sarà stata giudicata da un tribunale internazionale per gli estesi (e ben documentati) crimini di guerra compiuti in Ucraina.

Kuleba riprendeva alcune dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che a metà dicembre aveva proposto una grande riunione internazionale sulla pace a patto che la Russia si ritirasse da tutti i territori ucraini occupati. Sono evidentemente condizioni che per ora la Russia ha mostrato di non voler accogliere.

Negli scorsi giorni ha parlato anche Vladimir Putin, che in un’intervista alla rete televisiva di stato Russia 1 ha detto che la Russia è «pronta a negoziare con tutte le parti coinvolte per una soluzione accettabile». Ma poco dopo il suo ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha ribadito che le condizioni accettabili per la Russia sono sempre le stesse: «Demilitarizzazione e denazificazione dei territori controllati» dal governo ucraino e riconoscimento delle «nostre nuove terre», cioè dei territori ucraini che la Russia si è annessa illegalmente. «La questione è semplice: rispettate [le nostre condizioni] oppure se ne occuperà l’esercito russo», ha detto Lavrov rivolgendosi agli ucraini.

Di fatto, dunque, le dichiarazioni di pace russe e ucraine – che hanno trovato molto spazio soprattutto sui media, anche italiani – non sono un vero miglioramento della situazione. Anche perché sul terreno i combattimenti proseguono.

Per questo, i due paesi si stanno accusando l’un l’altro di ostacolare la pace. Kuleba, in particolare, durante l’intervista ad Associated Press ha detto: «[I russi] dicono in continuazione che sono pronti al negoziato ma non è vero, perché tutto quello che fanno sul campo di battaglia dimostra il contrario».