• di Massimo Polidoro
  • Storie/Idee
  • Venerdì 23 dicembre 2022

Un Natale senza litigare, e senza bufale

«Poiché sono in arrivo pranzi di Natale e cenoni di Capodanno è inevitabile ritrovarsi tra parenti e amici e, già lo si sa, parteciperà anche il cognato che si è un po’ perso di vista, la cugina novax, o quello zio complottista che da un po’ non si vede, ma che sicuramente, dopo un po’, inizierà a inveire contro i poteri forti»

(Scott Olson/Getty Images)
(Scott Olson/Getty Images)
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«Andiamo, lo sanno tutti che il Covid è un’arma biologica prodotta in laboratorio per imporre il Nuovo Ordine Mondiale!» «Putin è stato provocato dall’Occidente: vuole solo difendere il suo popolo!» «Il DNA dei vaccini si trasmette respirando e modifica il nostro codice genetico, SVEGLIA!!!» E si potrebbe continuare a lungo con le fandonie che circolano sul web e sui social e che vengono assorbite acriticamente da tanti. Anche da chi ci sta molto vicino.

Poiché sono in arrivo pranzi di Natale e cenoni di Capodanno è inevitabile ritrovarsi tra parenti e amici e, già lo si sa, parteciperà anche il cognato che si è un po’ perso di vista, la cugina novax, o quello zio complottista che da un po’ non si vede, ma che sicuramente, dopo un po’, inizierà a inveire contro i poteri forti, Bill Gates o i nuovi cattivi che nel frattempo sono sicuramente comparsi sul radar di quelli a cui “non la si fa”. Come comportarsi, allora, per non rovinarsi e non rovinare a tutti le Feste?

«La scienza suscita un grande senso di meraviglia, ma vale lo stesso anche per la pseudoscienza. La scarsità di buone divulgazioni scientifiche lascia libere nicchie ecologiche che vengono prontamente occupate dalla pseudoscienza. Se tutti capissero che l’affermazione di una verità scientifica o storica richiede la presentazione di prove adeguate prima di poter essere accettata, non ci sarebbe spazio per la pseudoscienza. Ma nella cultura popolare prevale una sorta di Legge di Gresham, in virtù della quale la cattiva scienza scaccia la buona».

Lo ha scritto Carl Sagan, uno dei più conosciuti astronomi del Novecento, celebrato scrittore di fantascienza (è suo Contact) e famosissimo divulgatore scientifico, nel suo ultimo libro del 1995, The Demon-Haunted World, pubblicato in Italia da Baldini & Castoldi con il titolo Il mondo infestato dai demoni. La scienza e il nuovo oscurantismo, tradotto da Libero Sosio.

«Questo libro è il suo testamento. Sagan era malato, sapeva che il suo tempo tra noi era limitato e voleva lanciare un messaggio forte a una società che vedeva sempre più preda dell’irrazionalità e della pseudoscienza» mi disse all’epoca James Randi, che di Sagan era un caro amico e di cui nel libro si raccontano anche le avventure.

Tra gli strumenti che Sagan aveva lasciato ai posteri c’era una sorta di “kit antibufala”, tuttora validissimo. Spesso mi chiedo che cosa avrebbe detto oggi Sagan, se avesse potuto vedere l’avvento di quella che chiamiamo l’era della Post-Verità. Forse gli sarebbe sembrata una conseguenza inevitabile della facilità con cui è possibile oggi, per ciascuno di noi, comunicare e raggiungere un pubblico sempre più vasto e in brevissimo tempo. Ma di sicuro non si sarebbe lasciato prendere dallo sconforto e si sarebbe rimboccato le maniche, magari aggiornando proprio quel suo kit tanto prezioso per il buon ragionamento.

In sua assenza, e con tanta umiltà, ho provato a immaginarne uno nuovo, che non solo tenga presenti le trasformazioni del mondo in cui oggi viviamo, ma anche le ultime scoperte scientifiche sul modo di contrastare in maniera sempre più efficace bufale, fake news e negazionismi di ogni tipo. Lo condivido, sperando possa tornarvi utile durante le giornate di festa. E non solo.

Cercate dunque di restare calmi con chiunque e seguite questi consigli:

1. Resistete al debunking. I fatti da soli non bastano, lo confermano numerose ricerche. Anzi, spiattellare una serie di motivi per cui una certa idea o teoria è falsa o non funziona ha l’effetto di polarizzare ulteriormente i gruppi di persone, a causa dei pregiudizi di conferma di cui siamo tutti vittime. E l’affidamento sull’intelligenza non è sufficiente: le persone intelligenti sono altrettanto illogiche e, per di più, sono ancora più abili a distorcere i dati per allinearli alle loro convinzioni. Quindi? Trattenetevi dal dare lezioni e ascoltate. Non si può costringere una persona ad avere fiducia in noi e ad accettare ciò che le diciamo, se prima non dimostriamo fiducia in lei da parte nostra e non ascoltiamo le sue idee, i suoi dubbi e le motivazioni che la portano a credere a certe cose.

2. Non giudicate o la perderete. Una persona che si avvicina a un gruppo reale, o più spesso virtuale, sui social, di persone che condividono idee complottiste, spesso racconta di essersi finalmente sentita “a casa”. Come scrive Arthur C. Brooks su The Atlantic: «Forse ricorderete la sensazione provata nell’essere andati a vivere per la prima volta lontani da casa, sentendovi soli e insicuri. Immaginate che in questo stato di vulnerabilità abbiate incontrato un gruppo di persone che vi abbia fatto sentire meglio e meno soli. Avevano punti di vista molto diversi da quelli della vostra famiglia e dei vostri vecchi amici, una differenza che avete compreso chiaramente quando siete tornati a casa. Se la vostra famiglia avesse attaccato il vostro nuovo modo di pensare, avrebbe in effetti attaccato l’unica cosa che vi aveva reso la vita tollerabile durante un periodo di solitudine». È proprio così: chi finisce nella Tana del Bianconiglio delle fantasie cospirazioniste si convince di avere finalmente visto la realtà per quella che è, si sente piena di entusiasmo, finalmente ha capito tutto e si domanda perché gli altri non se ne rendano conto. Davvero pensiamo che di fronte a una persona che si sente in questo modo, la cosa migliore da fare sia dirle che si sbaglia, che quello che crede sono tutte sciocchezze, che non è per niente più sveglia ma, anzi, si dimostra profondamente stupida perché rifiuta i fatti accertati e crede alle favole? Sarebbe come tirarle un bicchiere di acqua gelata in faccia! Non farebbe altro che rafforzare le convinzioni di quella persona e farle pensare che siete ancora troppo immaturi, limitati o peggio complici, per accettare “la verità”. E allora? Allora meglio partire dall’accoglienza, concentrandovi su ciò che di bello si ha in comune.

3. Chiedete dove si è informata. Nel confronto che segue, può essere utile fare domande, sempre con l’intenzione di capire. Cercate di farvi spiegare da dove nascono certe convinzioni, a quali fonti quella persona fa riferimento e trattenetevi dal denigrarle, se sapete che si tratta di fonti screditate. Potreste provare a valutare insieme quanto è davvero credibile di una fonte, osservando alcune delle altre affermazioni fatte da quella fonte, altri articoli, altri video: è sempre stata credibile? Le cose che diceva si sono sempre dimostrate vere? Solo dopo si potrebbero condividere le fonti a cui noi facciamo riferimento, cercando di vedere insieme, allo stesso modo, perché dovrebbero essere più credibili.

4. Trovate un obiettivo comune. Se con i fatti non si va da nessuna parte, che cos’altro si può fare? Trovare motivazioni comuni. In uno studio condotto all’UCLA si voleva capire qual è il modo migliore per convincere i genitori a vaccinare i propri figli. Alcuni erano riluttanti perché temevano un legame con l’autismo. Si sono tentati due approcci, il primo si limitava a dire: «In realtà, il legame con l’autismo è una bufala, ecco tutti i dati che dimostrano che non c’è nessun legame tra vaccini e autismo». Non ha funzionato granché. Nel secondo approccio, non si è parlato affatto di autismo, ma si è detto ai genitori: «Guardate, questi vaccini proteggono i bambini da malattie mortali, come il morbillo» e si sono mostrate loro le immagini devastanti del morbillo sui bambini, ricordando loro che si tratta di una malattia potenzialmente letale (solo nel 2019 sono morte 207.500 persone nel mondo a causa del morbillo). Il fatto è che nella discussione sui vaccini che anima i social le persone hanno finito per dimenticare a che cosa servono esattamente i vaccini e da che cosa ci proteggono. Mettendo in evidenza questo aspetto, ed evitando di concentrarsi sulla storia dell’autismo, il risultato è stato decisamente migliore. L’obiettivo comune superiore, di medici e genitori, era la salute dei bambini: mettendo da parte ciò che crea il conflitto, è stato possibile trovare punti di accordo.

5. Mostratevi umili e trasparenti. Nessuno ha la verità in tasca, nemmeno la scienza. Certo, l’approccio scientifico può avvicinarci a capire meglio la realtà, ma è un processo che si costruisce un passo alla volta, anche sugli errori. Sostenere di avere la verità, e poi magari trovarsi a dovere cambiare versione, perché nel frattempo nuove informazioni o nuove scoperte hanno modificato ciò che si credeva, è il modo migliore per giocarsi la fiducia di chi è diffidente. Aiutare invece le persone a capire come funziona davvero la scienza, con l’incertezza e il continuo aggiornamento e miglioramento delle conoscenze, è il modo migliore per costruire la fiducia altrui. La scienza non è una fede in cui credere, è un processo che attraverso prove e dimostrazioni verificabili si conferma uno strumento prezioso in cui avere fiducia.

6. Rimanete aperti. Ricordate sempre che anche le idee più folli potrebbero avere un fondamento di verità, come dimostra l’Effetto Martha Mitchell. Martha era la moglie di John Mitchell, procuratore generale degli Stati Uniti nell’amministrazione del presidente Richard Nixon alla vigilia dello scandalo Watergate. Conosciuta in società per la sua personalità sopra le righe, ma anche per i problemi con il bere, Martha iniziò un giorno a denunciare attività illegali messe in atto dai funzionari della Casa Bianca, tra le quali la corruzione e lo spionaggio. Fu ritenuta instabile, vittima di paranoia e malattie mentali e tenuta lontana dal pubblico. Quando però lo scandalo Watergate esplose, confermando le sue accuse, si capì che chi l’aveva umiliata, cercando di farla tacere, aveva sbagliato, negando credibilità alle cose che diceva per via della sua condizione. Forse chi avete di fronte non è una nuova Martha Mitchell, ma ricordatevi di concedere sempre il beneficio del dubbio.

7. Ricordate che ciò che si pensa può cambiare. Spesso, le persone si aggrappano alle proprie convinzioni perché pensare di cambiarle le fa sentire a disagio, sarebbe come ammettere di avere sbagliato, di essersi lasciati ingannare e, dunque, di essere stupidi, o ingenui. Invece bisognerebbe abituarsi e abituare gli altri a capire che ciò che si pensa può cambiare con il passare del tempo, si acquisiscono nuove informazioni, si fanno nuove scoperte, e si capiscono meglio le cose. Rendersi conto che per tutte le persone è così, che è un processo in divenire, senza un punto d’arrivo finale, e aiutare il nostro interlocutore a capirlo, magari raccontando come e quando è successo a noi di cambiare idea dopo esserci accorti che era sbagliata, può aiutare chi si è troppo radicato nelle proprie certezze a fare il primo passo avanti per abbandonarle.

8. Evitate discussioni pubbliche. Se sapete che una persona a voi vicina detiene idee che ritenete sbagliate, pericolose o, addirittura, folli, evitate di discuterne a una cena o a una festa, davanti a tutti: rovinereste i vostri rapporti e rovinereste la festa a tutti, oltre ad aumentare le sue resistenze per timore del giudizio comune. Datevi un appuntamento per un caffè o un pranzo insieme, in modo da parlarvi da soli, faccia a faccia. E poi aspettate che il vostro interlocutore tocchi l’argomento che gli sta a cuore e siate pronti a dire la vostra, come spiegato prima.

9. Non ve ne andate. Può sembrare un sacrificio troppo grande stare ad ascoltare le sue tirate, ma se avete a cuore quella persona lasciarla in balia delle fantasie e delle paure che l’hanno ingabbiata è la cosa peggiore che potreste fare. Diventerebbe l’ennesima preda di approfittatori, imbroglioni, demagoghi e capipopolo, a cui servono come il pane persone spaventate e incapaci di ragionare in maniera critica.

10. Evitate di litigare. Se vi rendete conto che il confronto potrebbe non finire bene, evitate di proseguire: meglio interrompere la discussione, rimandando magari a un altro momento, anziché passare alle maniere forti o a scelte drastiche. Tornate a parlare di ciò che vi accomuna, delle passioni che vi hanno fatto crescere insieme, degli scherzi o delle battute che solo voi capite. Se date a chi vi sta di fronte la possibilità di ricordarsi che siete sempre quella persona con cui ha passato tanti momenti belli, e non siete diventati “come gli altri”, potreste aprire uno spiraglio per un ritorno alla realtà, se e quando questa persona sarà pronta. Ma, soprattutto, ricordate che servirà tempo e pazienza, non si cambia la mentalità di qualcuno con una sola conversazione.

E ricordatevi che quella persona di cui stiamo parlando, in un momento o un altro, in un Natale o un altro, potreste essere voi, potrei essere io: siamo tutti vulnerabili. E Buone Feste!

 

Massimo Polidoro
Massimo Polidoro

Fa lo scrittore, il divulgatore e il docente di Comunicazione della scienza all'Università di Padova. È tra i fondatori del CICAP e autore di podcast, tv e oltre 50 libri.

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