Sono stati scoperti 168 nuovi geoglifi nella zona di Nazca, nel sud del Perù

Sono gli antichi e misteriosi disegni nel terreno dell'altopiano desertico vicino alla città di Nazca: raffigurano esseri umani, felini e uccelli

(Yamagawa University via Facebook)
(Yamagawa University via Facebook)

Un gruppo di ricercatori ha annunciato di aver scoperto 168 nuovi geoglifi nell’altopiano desertico attorno alla città di Nazca, nell’entroterra del Perù, circa 450 chilometri a sud della capitale Lima. I geoglifi sono i grossi e antichissimi disegni nel terreno che spesso raffigurano animali ed esseri umani e possono essere visti bene solo da una certa distanza (per questa ragione spesso i turisti li sorvolano). In questa zona del Perù si trovano quelli più famosi del mondo, noti appunto come “Linee di Nazca”: quelli scoperti di recente però sono un po’ più piccoli e sono stati osservati sfruttando fotografie aeree e droni.

I 168 geoglifi sono stati scoperti grazie a studi svolti tra il giugno del 2019 e il febbraio del 2020 da un gruppo di studiosi dell’università giapponese di Yamagata in collaborazione con l’archeologo peruviano Jorge Olano. Rappresentano esseri umani, uccelli, felini, serpenti, orche e camelidi, cioè mammiferi della famiglia a cui appartengono tra gli altri i lama e gli alpaca.

Come gli altri geoglifi osservati in passato nella zona, anche quelli scoperti di recente furono realizzati rimuovendo i ciottoli e le pietre più scure dal terreno in modo da creare un contrasto e rendere visibili da molto lontano linee di sabbia o pietriccio più chiare. Olano ha detto che gli ultimi scoperti sono lunghi dai 2 ai 6 metri: alcuni si riescono a vedere bene anche da terra, ha spiegato Masato Sakai, professore di Antropologia culturale e Archeologia dell’università di Yamagata, che nel 2012 contribuì a fondare l’Istituto di Nazca per lo studio e la preservazione dei geoglifi.

Tra le Linee di Nazca ce ne sono alcune centinaia che sono semplici linee o motivi geometrici, mentre altre rappresentano forme più complesse, come animali o piante. Sono considerate patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1994, ma i motivi per cui furono realizzate rimangono ancora oggi ignoti.

Gli studiosi ritengono che la maggior parte delle Linee sia stata realizzata tra il 200 avanti Cristo e il 500 dopo Cristo. Secondo i ricercatori, quelli scoperti di recente risalgono appunto al periodo tra il 100 avanti Cristo e il 300 dopo Cristo. Nel 2020 tra le Linee di Nazca era stato scoperto un geoglifo che raffigurava un gatto e secondo gli archeologi risaliva alla tarda epoca della civiltà Paracas, che si era sviluppata a partire dal 500 avanti Cristo nell’omonima penisola, sul Pacifico meridionale.

Tra il 2004 e il 2018 nella zona attorno a Nazca erano stati scoperti in totale 190 geoglifi, 41 dei quali nella zona del parco archeologico di Aja, vicino a Nazca, aperto nel 2017 in collaborazione con il ministero della Cultura peruviano. 36 di quelli scoperti di recente sono stati trovati proprio nella zona del parco. Adesso l’università di Yamagata prevede di continuare lo studio dei geoglifi con modelli basati sull’intelligenza artificiale per analizzare la loro distribuzione sul territorio e usare i dati ricavati per la loro tutela.

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