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  • Mercoledì 14 dicembre 2022

Gli assistenti al Parlamento Europeo fanno un sacco di cose

È un ruolo cruciale ma poco raccontato, e di recente finito al centro del presunto caso di corruzione da parte del Qatar

AP Photo/Francisco Seco)
AP Photo/Francisco Seco)

Un pezzo importante del caso di presunta corruzione di alcuni parlamentari europei da parte del Qatar, che finora ha portato a quattro arresti fra cui una ex vicepresidente del Parlamento Europeo appena rimossa dal suo incarico, ruota intorno agli assistenti parlamentari.

Una delle quattro persone arrestate, Francesco Giorgi, è uno dei principali assistenti del parlamentare europeo Andrea Cozzolino e in passato è stato assistente di Antonio Panzeri, cioè la persona che secondo le indagini della procura federale belga avrebbe messo in piedi una rete interna al Parlamento Europeo per portare avanti gli interessi del Qatar. Le perquisizioni della procura belga hanno riguardato vari uffici di assistenti nella sede di Bruxelles del Parlamento Europeo, alcuni dei quali sono stati sigillati.

Quello dell’assistente parlamentare è un lavoro poco raccontato ma centrale per il funzionamento del Parlamento Europeo, per l’estrema complessità del lavoro che viene richiesto ai parlamentari, la delicatezza e la difficoltà delle questioni che devono affrontare, e le pressioni e sollecitazioni a cui vengono sottoposti, dato che ognuno dei parlamentari europei deve rendere conto a circa 450 milioni di europei e rapportarsi con una serie infinita di aziende, associazioni, sindacati, autorità nazionali e organi interni all’Unione. Senza gli assistenti parlamentari, insomma, il Parlamento Europeo non potrebbe funzionare.

Non esistono dati certi ma qualche anno fa il Parlamento Europeo stimava che ci fossero circa quattromila assistenti parlamentari, circa 1.400 dei quali lavoravano nelle due sedi principali del Parlamento, Bruxelles e Strasburgo. Esiste una prima grande differenza fra gli assistenti locali, che lavorano nel paese dove ciascun parlamentare è stato eletto, e gli assistenti parlamentari veri e propri, gli Accredited Parliamentary Assistants, chiamati da tutti con la sigla APA.

Un parlamentare può avere fino a tre assistenti locali e quattro APA. Alcuni assistenti poi lavorano con i gruppi parlamentari e collaborano quindi con vari parlamentari europei. Mentre gli assistenti locali sono assunti direttamente dal parlamentare o dalla parlamentare, che ha a disposizione un budget apposito, gli APA sono dipendenti del Parlamento, che ormai da molti anni ha fissato regole precise per il loro inquadramento e trattamento economico. Gli assistenti più junior e meno pagati sono quelli di primo livello, che hanno uno stipendio da circa 1.900 euro lordi; al picco della propria carriera di APA si può raggiungere il 19esimo livello, e ottenere uno stipendio da circa 9.000 euro lordi, cioè poco meno dello stipendio base di un parlamentare europeo (Francesco Giorgi, per esempio, aveva un livello molto alto, superiore al decimo).

Lo stipendio decoroso e la possibilità di fare carriera piuttosto rapidamente, a certe condizioni, attira molti giovani brillanti a questo lavoro: diversi parlamentari europei, fra l’altro, hanno iniziato la loro carriera politica proprio da assistenti. Paolo Borchia, attuale parlamentare europeo eletto con la Lega nel 2019, era stato per molti anni l’assistente storico di Lorenzo Fontana, oggi presidente della Camera.

Non tutti gli assistenti parlamentari lavorano allo stesso modo: ce ne sono alcuni – parecchi – che lavorano ben oltre la normale giornata lavorativa, che in Belgio finisce alle 17 o alle 18. Altri sono molto meno indaffarati, per indole personale, copertura politica che permette loro di darsi poco da fare, o ritmi dell’ufficio del parlamentare. Molto del loro lavoro quotidiano, comunque, dipende dal loro datore di lavoro.

«Il compito di un assistente è determinato dal parlamentare per cui lavora: dalle sue aspettative, dal suo stile e dalle capacità di ogni membro del suo staff», scriveva nel 2020 Mepassistant, l’autore anonimo di un popolare profilo Twitter e blog, spesso satirico, sui temi europei e il lavoro dell’assistente. «Un parlamentare o una parlamentare sono dio, per i propri assistenti: a tutti gli effetti. E proprio come esistono divinità con caratteristiche diverse, esistono diversi tipi di parlamentare, e quindi diversi tipi di APA, da quelli che fanno un lavoro puramente amministrativo a quelli che in sostanza fanno i capi di gabinetto».

Di recente sugli aspetti seri e meno seri degli APA al Parlamento Europeo è stata realizzata una serie tv comica franco-tedesca, Parlement, di buon successo: al momento stanno filmando la terza stagione (la serie non è disponibile in Italia).

Gli assistenti parlamentari hanno davvero una montagna di compiti diversi, in modo da lasciare al parlamentare quasi solo l’attività pubblica fra partecipazione alle sessioni parlamentari, riunioni politiche e comizi. A un assistente, in base al periodo o all’anzianità che ha guadagnato, può capitare di rispondere al telefono per conto del parlamentare, cercare un tavolo da 20 persone a un ristorante, scrivere il testo di un emendamento legislativo, studiare un certo tema per consigliare al meglio il suo datore di lavoro, e fare da filtro alle molte richieste che arrivano dall’esterno.

Anche per questo, probabilmente, gli uffici di alcuni di loro sono stati coinvolti nell’inchiesta sulla presunta corruzione da parte del Qatar: è molto difficile che i parlamentari coinvolti possano avere portato avanti delle relazioni del genere senza coinvolgere gli assistenti, i più stretti dei quali sanno esattamente, in ogni momento del giorno, dove si trova e cosa sta facendo il proprio parlamentare.

A differenza dei parlamentari europei però gli assistenti non godono di alcuna forma di immunità o protezione particolare: anche per questo, forse, i loro uffici sono stati fra i più coinvolti nelle perquisizioni compiute dalla procura federale belga. Per perquisire l’ufficio di un parlamentare invece la legge belga prevede che durante l’operazione sia presente il presidente della sua camera di appartenenza: è per questa ragione che sabato sera la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola è dovuta tornare in tutta fretta in Belgio da Malta per presenziare alla perquisizione dell’ufficio del parlamentare europeo Marc Tarabella, che al momento non risulta fra le persone arrestate.