Twitter non modera più le falsità sulla pandemia

È il primo tra i social network più grandi ad avere abbandonato la moderazione sul coronavirus e riattiverà molti account sospesi

Dopo quasi tre anni, Twitter ha smesso di moderare i tweet che fanno disinformazione su pandemia, coronavirus e COVID-19. Il cambiamento non è stato annunciato dalla società, ma è indicato con una nota nelle pagine sul sito del social network che descrivevano i criteri con cui venivano moderati i messaggi che contenevano informazioni fuorvianti sul coronavirus. Twitter è il primo tra i social network più grandi ad avere deciso di abbandonare la moderazione di questi contenuti, nonostante ancora oggi circolino spesso sui social network informazioni fuorvianti sulla pandemia e in particolare sui vaccini.

Nella nota pubblicata nella sezione dedicata alle linee guida del social network si legge: «A partire dal 23 novembre 2022, Twitter ha smesso di attuare le proprie politiche sulle informazioni fuorvianti legate a COVID-19». Le regole erano state introdotte nel marzo del 2020 e prevedevano l’applicazione di etichette e avvisi ai tweet sugli argomenti legati alla pandemia, con affermazioni discutibili o palesemente false. Erano state inoltre aggiunte alcune regole che consentivano a Twitter di rimuovere i tweet e di sospendere gli account che avevano violato più volte le regole.

Secondo il rapporto più recente fornito dal social network, queste politiche avevano portato alla sospensione di oltre 11mila account e alla rimozione di circa 100mila contenuti.

Il sistema di moderazione prevedeva che non ci fossero conseguenze dopo un primo tweet con false informazioni sulla pandemia, ma la pubblicazione ripetuta di contenuti simili poteva portare alla sospensione dell’account per alcune ore o giorni a seconda dei casi. Solo in presenza di costanti violazioni delle regole, con cinque avvisi per altrettanti tweet pubblicati con informazioni false sul coronavirus, poteva essere decisa dai moderatori la sospensione permanente dell’account.

Per stessa ammissione dei responsabili di Twitter all’epoca, il sistema non era perfetto e spesso passava molto tempo prima che un contenuto che violava le regole fosse identificato e rimosso. Alcuni accorgimenti avevano migliorato le cose nell’ultimo anno, rendendo per lo meno più rapida l’applicazione degli avvisi sui tweet che facevano disinformazione.

La scorsa settimana il nuovo proprietario di Twitter, Elon Musk, aveva chiesto ai propri follower – circa 120 milioni di account – se fossero d’accordo a riportare sul social network le migliaia di account sospesi negli anni, non solo nel periodo della pandemia. Al sondaggio, statisticamente non rappresentativo, avevano partecipato 3,1 milioni di account, con i “Sì” che avevano vinto con il 72,4 per cento. Al termine della consultazione, Musk aveva annunciato che avrebbe riammesso gli account sospesi, alcuni dei quali avevano centinaia di migliaia e in alcuni casi milioni di follower.

La decisione di Musk era stata accolta con una certa preoccupazione da esperti e osservatori, proprio per la presenza di account che negli anni avevano messo in circolazione notizie false di vario tipo, da quelle legate alle elezioni presidenziali statunitensi poi vinte da Donald Trump ai tweet con informazioni false sulla pandemia.