Il governo della Cambogia sta obbligando migliaia di famiglie che abitano all’interno del parco archeologico di Angkor Wat, patrimonio dell’UNESCO, a lasciare le proprie case

I templi cambogiani di Angkor Wat (AP Photo/Heng Sinith, File)
I templi cambogiani di Angkor Wat (AP Photo/Heng Sinith, File)

Il governo della Cambogia ha cominciato a sfrattare circa 10mila famiglie che abitano all’interno del parco archeologico dei templi di Angkor Wat, iscritto dal 1992 nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Le autorità hanno chiesto alle famiglie di abbandonare le proprie case e ricollocarsi altrove entro il 2023. Il governo sostiene che il ricollocamento sarà necessario a preservare il parco e avverrà su base volontaria, ma molti residenti dicono di essere stati costretti ad andarsene.

Il primo ministro della Cambogia Hun Sen aveva detto la scorsa estate che sgomberare il parco dalle abitazioni locali sarebbe stato necessario a evitare la rimozione dei templi dalla lista dei patrimoni dell’UNESCO: il turismo di massa che ne deriva (con circa 2 milioni di visitatori ogni anno) è infatti una grossa fonte di entrate per l’economia locale. Alcuni abitanti dell’area hanno detto al Guardian che in cambio dello sgombero dell’area il governo ha offerto loro appezzamenti di terreno, materiali da costruzione e una piccola somma per costruire le proprie abitazioni altrove, spesso con poco preavviso, in aree meno servite e senza grandi prospettive lavorative. Lo scorso ottobre Hun Sen aveva minacciato di sgomberare chi non avesse accettato l’offerta, senza offrire niente in cambio.

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