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  • Sabato 19 novembre 2022

Lo strano discorso di Gianni Infantino in difesa dei Mondiali di calcio in Qatar

Tra le altre cose, il presidente della FIFA ha accusato i paesi occidentali di avere un atteggiamento «ipocrita» sulla questione

(AP Photo/ Abbie Parr)
(AP Photo/ Abbie Parr)

Durante la conferenza stampa inaugurale dei Mondiali di calcio che si è tenuta sabato mattina a Doha, in Qatar, Gianni Infantino, il presidente della FIFA, l’organizzazione che governa il calcio internazionale, ha tenuto un discorso molto retorico e polemico verso le critiche sollevate nei confronti dell’organizzazione dei Mondiali che inizieranno domenica in Qatar. Il paese è stato infatti ampiamente criticato negli ultimi mesi: per come ha ottenuto l’assegnazione dell’evento, per lo sfruttamento e la morte di molti lavoratori che si sono occupati della costruzione delle infrastrutture, oltre che per le violazioni dei diritti umani e civili che avvengono al suo interno.

Infantino ha cominciato il suo discorso con una frase di cui alcuni commentatori hanno fatto notare non sia chiarissimo il senso: «Oggi ho sentimenti molto forti. Oggi mi sento qatariota, mi sento arabo, mi sento africano, mi sento gay, mi sento disabile, mi sento un lavoratore migrante». Ha anche detto di fare fatica a capire le molte critiche arrivate nelle ultime settimane dai paesi occidentali, sostenendo che la loro «lezione morale a senso unico» sia «semplice ipocrisia».

Il discorso è durato quasi un’ora. Infantino ha ricordato di essere europeo, e che «prima di dare lezioni morali» gli europei dovrebbero «chiedere scusa per i prossimi 3mila anni» per quello che hanno «fatto in giro per il mondo negli ultimi 3mila anni». A un certo punto ha fatto un collegamento tra la sua esperienza di bambino dai capelli rossi in Svizzera, dove è nato, a quello delle persone omosessuali discriminate in Medio Oriente. «Se volete criticare qualcuno, venite da me», ha detto alzandosi e spalancando le braccia: «Non criticate il Qatar, non criticate i calciatori, non criticate nessuno. Criticate la FIFA, criticate me, se volete. Perché io sono responsabile di tutto».

Se l’Europa ci tiene davvero alla sorte delle persone sfruttate in Qatar, ha continuato Infantino, allora potrebbe «creare canali legali in cui questi lavoratori possano andare in Europa a lavorare, come ha fatto il Qatar», e dare loro «un po’ di futuro, un po’ di speranza». Infantino si è poi chiesto come mai nessuno riconosca i progressi fatti in Qatar negli ultimi anni, aggiungendo di non voler difendere il paese, bensì il calcio. Secondo lui quella che comincerà domenica 20 novembre sarà «la miglior Coppa del Mondo di sempre».

Il Qatar è una monarchia assoluta governata da oltre 150 anni dalla famiglia degli al Thani, è un paese ricchissimo e una potenza regionale grazie ai suoi giacimenti di gas naturale. L’attuale emiro regnante, Tamim bin Hamad al Thani, ha il potere di nominare e licenziare il primo ministro e tutto il governo, è il capo delle forze armate e controlla il sistema giudiziario. In Qatar la stampa è censurata e l’omosessualità è un reato che può essere punito con la pena di morte.

Il grosso sviluppo economico del paese ha creato negli anni enormi squilibri e ingiustizie. Buona parte dell’economia si basa sul lavoro di operai migranti, che non hanno diritti e vivono spesso in condizioni terribili. Gran parte delle infrastrutture dei Mondiali è stata costruita proprio da loro, con enormi sacrifici e molti morti a causa delle pessime condizioni di sicurezza e dei ritmi massacranti.

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Con l’avvicinarsi dei Mondiali di calcio in Qatar, le critiche verso il paese ospitante si sono intensificate. A inizio novembre la FIFA aveva invitato le federazioni delle nazionali che giocheranno i Mondiali a «concentrarsi sul calcio» senza «dare lezioni morali» e senza «farsi trascinare in battaglie politiche e ideologiche». Nonostante la richiesta, a sua volta molto criticata, nelle ultime settimane sia diverse squadre che molti commentatori hanno preso posizione contro vari aspetti legati all’organizzazione dei Mondiali nel paese.

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