18 persone sono state arrestate con l’accusa di gestire un traffico di migranti tra la Sicilia e la Tunisia

Un fermo immagine tratto da un video mostra un momento dell'operazione "Mare aperto" della polizia di Caltanissetta (ANSA/ POLIZIA)
Un fermo immagine tratto da un video mostra un momento dell'operazione "Mare aperto" della polizia di Caltanissetta (ANSA/ POLIZIA)

Giovedì la polizia di Caltanissetta ha arrestato 18 persone con l’accusa di gestire un traffico illegale di migranti tra la Sicilia e la Tunisia. Gli arrestati sono 11 tunisini e 7 italiani: 12 di loro sono stati portati in carcere e altri 6 sono stati messi agli arresti domiciliari. Il reato che viene loro contestato è di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

In base a quanto emerso dall’operazione della polizia, gli arrestati gestivano alcune imbarcazioni che partivano dal porto di Gela o dalle coste della provincia di Agrigento e che raggiungevano la Tunisia dove caricavano i migranti per trasportarli poi di nuovo in Sicilia. Gli “scafisti”, secondo le indagini, guadagnavano fino a 70mila euro per ogni viaggio. Nelle intercettazioni della polizia gli arrestati dicevano, tra le altre cose, che in caso di avaria dei barconi sarebbero stati pronti «a disfarsi delle persone in alto mare».