• Mondo
  • Mercoledì 16 novembre 2022

L’Iran ha condannato a morte altre quattro persone

Per il loro coinvolgimento nelle grosse proteste contro il regime, che continuano a essere represse con la violenza

(Twitter)
(Twitter)
Caricamento player

In Iran sono state condannate a morte quattro persone che erano state incriminate per il loro coinvolgimento nelle ampie proteste degli ultimi mesi contro la morte di Mahsa Amini e contro il regime iraniano. Ne ha dato comunicazione mercoledì la magistratura iraniana, che domenica aveva confermato di aver condannato a morte un’altra persona, la prima tra le migliaia che nelle ultime settimane erano state arrestate e accusate di vari reati per aver preso parte alle proteste. Intanto sia nella capitale Teheran che in altre città ci sono state nuove manifestazioni, che come quelle degli ultimi due mesi sono state represse con la violenza dalle forze dell’ordine.

Domenica un tribunale di Teheran aveva condannato a morte una persona per aver «dato fuoco a un edificio governativo, per disturbo dell’ordine pubblico, per complotto finalizzato a commettere un crimine contro la sicurezza nazionale» e per uno dei reati più gravi previsti dalla legge iraniana, cioè quello di aver diffuso corruzione e declino morale ed essere «nemica di Dio». Mercoledì, tramite il sito di notizie Mizan, la magistratura ha fatto sapere che anche le altre quattro persone sono state condannate per essere «nemiche di Dio»: una di loro avrebbe investito e ucciso un agente delle forze dell’ordine con la sua auto, mentre un’altra è stata ritenuta responsabile di un attacco con armi da taglio.

Nel frattempo martedì i gruppi di attivisti avevano organizzato tre giorni di manifestazioni per commemorare le grosse proteste scoppiate nel paese nel novembre del 2019, prima per contestare l’aumento del costo del carburante e poi il governo.

In una stazione della metropolitana di Teheran un gruppo di manifestanti ha dato fuoco a un velo in segno di protesta, mentre altre persone urlavano slogan contro l’Ayatollah Ali Khamenei, la guida suprema dell’Iran. Un video girato sempre a Teheran sembra mostrare più agenti di polizia che picchiano alcune persone in un vagone della metropolitana; un altro mostra decine di manifestanti che scappano e inciampano sulla banchina dopo che, secondo i testimoni, la polizia aveva cominciato a sparare.

Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore della ong Iran Human Rights, ha detto ad AFP che le persone che sono state arrestate e incriminate in relazione alle proteste vengono interrogate senza la presenza di avvocati e subiscono torture fisiche e mentali, spesso per confessare reati che non hanno commesso. A oggi secondo l’agenzia di stampa Human Rights Activists News Agency (HRANA) i manifestanti uccisi nelle proteste in Iran sono stati almeno 348; HRANA dice anche che ne sono stati arrestati circa 15.900, tra cui almeno 15 con accuse per cui rischiano la pena di morte.