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  • Sabato 12 novembre 2022

Ora il padel se la gioca col tennis

Dopo la pandemia in Italia si è espanso a ritmi forsennati, arrivando a competere con lo sport da cui si è originato per numero di praticanti e campi

(LaPresse/Matteo Corner)
(LaPresse/Matteo Corner)
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La Federazione Italiana Tennis ha deciso di cambiare nome e dal 1° gennaio 2023 si chiamerà Federazione Italiana Tennis e Padel. Lo ha stabilito la sessantesima assemblea, riunita per una sessione straordinaria lo scorso 16 ottobre a Firenze. Cambierà anche l’acronimo della Federazione, che non sarà più “FIT” ma “FITP”. Ora manca l’ultimo passaggio formale dell’approvazione da parte della Giunta Nazionale del Coni. La proposta, intanto, è stata avallata all’unanimità da tutti i 1.527 circoli affiliati alla Federazione presenti all’assemblea.

Nel 2008 il gioco del padel venne inserito come un settore della Federazione, al pari del beach tennis. Quattordici anni dopo il movimento si è talmente ingrandito da meritare un’attenzione pari a quella del tennis. «Oggi il padel in Italia ha oltre ottocentomila praticanti» ha spiegato il presidente federale Angelo Binaghi, «con quasi settantamila tesserati e un bacino potenziale che supera i due milioni. I praticanti del tennis sono invece tre milioni e centomila. Il padel ha una possibilità di crescita enorme, in particolare fra i giovani: se si tiene conto del coefficiente di crescita della disciplina, stimato intorno al 20-25% annuo, si capisce come padel e tennis nel medio periodo dovrebbero arrivare ad equivalersi da un punto di vista numerico. È quindi doveroso dare piena dignità al padel all’interno della nostra organizzazione».

Stando agli ultimi dati diffusi dal Coni nel 2020, i tesserati per il tennis in Italia, ovvero le persone iscritte a un’associazione sportiva e abilitate a partecipare alle competizioni agonistiche, erano oltre trecentomila. Solo nel calcio se ne contavano di più, con un numero di iscritti superiore al milione. Il rinnovamento deciso dalla Federazione del tennis conferma come il padel sia ormai una disciplina affermata e abbia superato la fase di diffusione iniziale, con un’accelerazione che è stata agevolata dalla pandemia. Nel periodo delle riaperture dopo i lockdown, infatti, l’attività è ripresa più velocemente rispetto ad altri sport che prevedono il contatto tra i giocatori.

Il padel deriva dal tennis, ma è considerato più semplice, meno faticoso e si gioca in doppio. Il campo, di dimensioni ridotte rispetto al tennis, ha una rete che lo separa a metà ed è circondato da pareti che fanno parte dell’area di gioco. La palla può rimbalzare sui muri, ma mai direttamente, e non può fare più di un rimbalzo a terra.

Inventato nel 1969 in Messico, nei quarant’anni successivi il padel è diventato uno sport popolare solo in Argentina, in Spagna e in pochi altri paesi nel mondo. Ma chi pensava che in Italia potesse rappresentare una moda passeggera ha sbagliato la sua previsione. In realtà è una disciplina in continua espansione e ha generato un business che ha attirato l’interesse di imprenditori provenienti da diversi settori, oltre a vari ex sportivi che hanno deciso di investire nel padel e organizzare tornei ed eventi per la sua promozione. In diversi casi i campi hanno sostituito quelli prima dedicati al calcetto e al tennis in molti circoli sportivi, ma sono nate anche delle nuove strutture. In termini di spazio, la stessa superficie occupata da un solo campo da tennis consente di allestire tre campi di padel posizionati uno accanto all’altro, moltiplicando quindi la possibilità di incassi per i gestori.

I costi di costruzione di un campo variano dai 18mila ai 30mila euro. L’importo aumenta nel caso si voglia dotare il campo di una tensostruttura per la copertura, in modo da poterlo utilizzare anche quando piove e nei mesi più freddi dell’inverno. Negli ultimi due anni in Italia sono stati investiti circa 77 milioni di euro complessivi nelle infrastrutture dedicate al padel. Il dato è riportato dallo studio internazionale condotto dalla società di consulenza Monitor Deloitte per conto di Playtomic, una piattaforma utilizzata in 35 paesi del mondo per organizzare le partite amatoriali. Nel 2021 in Italia ogni campo è stato affittato in media per 8 ore al giorno (28 euro all’ora è il prezzo medio) e ha generato un incasso stimato di 82mila euro annui.

Secondo l’Osservatorio italiano “Mr Padel Paddle”, nel 2013 c’erano appena 20 campi in tutto il paese. Il primo avanzamento si verificò tra il 2015 e il 2017, passando da 150 a 500 unità. Da allora la crescita delle strutture è stata sempre più veloce, seguendo l’aumento costante dei praticanti. I campi allestiti alla fine del 2021 erano oltre 3.500, come riportato da Monitor Deloitte. Solo in Spagna si contavano più campi: 14mila circa. Al terzo posto c’era la Svezia con 3.500, seguita dalla Francia (1.184) e il Belgio (1.054). Il Regno Unito invece ne ha molti meno: il numero dei giocatori è in aumento ma, a causa di regole piuttosto rigide per ottenere i permessi di costruzione, nel 2021 c’erano solo 125 campi, ovvero uno ogni 537.760 abitanti. In Italia la media è di un campo ogni 16.868 persone.

Il dato aggiornato da “Mr Padel Paddle” al primo semestre del 2022 dice che nel frattempo i circoli attivi in Italia con almeno un campo di padel all’interno sono diventati 2.380, 548 in più rispetto alla fine dell’anno scorso. I campi complessivi disponibili sono aumentati fino a 6.038, con un incremento del 29% rispetto al semestre precedente. Non manca molto a quando raggiungeranno i campi da tennis, che alla fine del 2021 erano circa 10mila.

Il Lazio è la regione che ospita più campi da padel – 1.516, pari al 25,1% dei campi presenti in Italia – seguita dalla Lombardia con 685 e la Sicilia con 615. Nella sola provincia di Roma si contano 1.191 campi, al secondo posto c’è la provincia di Milano con 291 campi, poi quella di Torino con 253. Ma il padel si sta diffondendo ovunque e ci sono altre quattro regioni (Campania, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Molise) dove l’aumento delle strutture rispetto al semestre precedente supera il 50%.

Il 28% delle 997.231 partite amatoriali organizzate in Italia attraverso Playtomic nel 2021 si è giocata a Roma, il 9,6% a Milano e il 4,4% a Torino. La quarta città in classifica è Cagliari (3%). Anche i piccoli centri si stanno attrezzando e più di 1.100 comuni italiani adesso ospitano almeno un campo, ma le strutture non sono ancora sufficienti per soddisfare le richieste di prenotazioni ed è prevista un’ulteriore espansione nei prossimi anni: la stima è che il numero complessivo dei campi supererà le 7mila unità nel 2023.

La crescita del fenomeno è globale. I praticanti attivi nel mondo sono oltre 18 milioni sparsi in più di 90 paesi. Nella sola Europa sono stati costruiti oltre 10mila nuovi campi nel biennio 2019-2021, arrivando a superare la quota di 26mila distribuiti tra quasi ottomila circoli e club, con una media di 3,3 campi presenti in ogni struttura. La previsione di Monitor Deloitte è che nel 2025 diventeranno oltre 66mila in Europa, generando un giro d’affari da 1 miliardo di euro.

Nel sondaggio condotto su un campione di diecimila intervistati in Europa è emerso che chi gioca a padel sostiene di divertirsi più facilmente rispetto ad altri sport, anche avendo un basso livello di esperienza e tecnica. Inoltre il padel viene praticato anche per socializzare, in quanto è percepito come uno sport “inclusivo” e aperto a tutti, senza distinzioni di età, genere e forma fisica: il 38% degli intervistati è solito giocare insieme a persone “sconosciute”, più della metà (57%) va a mangiare o bere qualcosa insieme a compagni e avversari dopo le partite, il 34% prende lezioni con i maestri.

Alla domanda “perché giochi?”, la maggior parte dei praticanti nella fascia d’età compresa fra i 56 e i 65 anni risponde “per divertirmi”. La seconda spiegazione più frequente è “per fare attività fisica”. Nelle risposte fornite dal gruppo composto dai ragazzi minorenni, quella più diffusa è “per imparare”. Il 31% dei partecipanti al sondaggio gioca da meno di un anno, il 32% da non più di due anni e solo il 10% ha un’esperienza superiore a 10 anni.

Il padel viene praticato con regolarità dai giovani fino agli over 60, come accade per il tennis. In Italia, la fascia d’età più coinvolta è quella che va dai 46 ai 55 anni, seguita dalla fascia 36-45 anni. Il numero di giocatori che hanno un’età compresa fra i 26 e i 35 anni è simile a quello registrato nella fascia fra i 56 e i 65 anni. La percentuale delle donne fra i partecipanti complessivi è del 14%. Inoltre in Italia si contavano quasi 10mila tesserate nella “sezione padel” della Federazione alla fine del 2021.

I praticanti amatoriali italiani disputano in media 23 partite all’anno, prenotando i campi con circa 6 giorni di anticipo. I belgi sembrano tra i più appassionati in Europa: giocano di media 30 partite ogni anno, organizzandole con oltre 8 giorni d’anticipo. Le prenotazioni in Spagna hanno superato i 2 milioni nel 2021 e la media di partite per ogni giocatore è di 11 all’anno, essendo spalmate su un numero di praticanti nettamente superiore agli altri paesi.

La versione ufficiale del padel prevede che si giochi in doppio, due contro due. Le dimensioni del campo sono ridotte rispetto al tennis, circa 10 metri in larghezza e 20 in lunghezza. Si cominciano a diffondere anche le prime strutture per sperimentare la variante del padel individuale, dove si sfida un solo giocatore contro un altro. In questo caso la larghezza del campo scende a 6 metri, mentre tutto il resto rimane invariato: la lunghezza dello spazio di gioco, l’altezza della rete e le linee disegnate sulla superficie per delineare l’area dove va indirizzato il colpo di battuta iniziale.

Oltre agli incassi per l’affitto dei campi, una fonte di ricavi per i circoli è rappresentata dalla vendita delle palline, che si sgonfiano velocemente dopo l’utilizzo. In media, due giocatori su tre comprano una nuova confezione ogni cinque partite e Monitor Deloitte ha calcolato che nel 2021 sono state utilizzate circa 15 milioni di palline in tutto il mondo.

Il numero di ricerche della parola “padel” su Google si è triplicato negli ultimi cinque anni. È aumentato anche l’interesse sui social network, con oltre un milione di interazioni registrate nel 2021 tra i video delle partite caricati su YouTube e Twitch e i post pubblicati su TikTok, Instagram, Facebook e Twitter.

A livello internazionale sta crescendo anche il seguito dei tornei professionistici, ma ci vorrà ancora qualche anno per migliorare il livello di competizione in un movimento che al momento resta dominato da un ristretto numero di giocatori, provenienti quasi esclusivamente da Spagna e Argentina. Dal 2013 le migliori coppie del mondo si sfidano nel circuito World Padel Tour, organizzato dall’azienda privata spagnola “Setpoint events SA”. Nella stagione 2022 il suo calendario ha previsto 24 tornei in 13 paesi diversi.

All’inizio di quest’anno è stato inaugurato anche il tour mondiale gestito dall’International Padel Federation (conosciuta con l’acronimo FIP), col sostegno del fondo statale sportivo del Qatar. La FIP riunisce 50 federazioni ed è guidata dall’italiano Luigi Carraro, figlio dell’ex sindaco di Roma Franco Carraro, che nella sua lunga carriera di dirigente sportivo è stato il presidente del Coni e della Federcalcio ed è tuttora membro del Comitato Olimpico Internazionale. Grazie agli investimenti economici dei qatarioti, la FIP è riuscita a moltiplicare per cinque i premi in denaro destinati ai giocatori del torneo rispetto a quelli garantiti dal World Padel Tour, riuscendo così a ottenere l’adesione da parte dei migliori giocatori del mondo.

Il nuovo circuito si chiama Premier Padel e punta a superare nel giro di pochi anni per importanza il World Padel Tour. Il Foro Italico di Roma ha ospitato una delle sue tappe lo scorso maggio. Gli spettatori paganti presenti alle partite sono stati complessivamente 25.473, per un incasso di 717.465 euro. L’ultimo torneo dell’anno del Premier Padel si giocherà di nuovo in Italia, stavolta a Milano dal 5 all’11 dicembre all’Allianz Cloud. È annunciata la presenza di tutti i campioni del padel mondiale, compreso il “veterano” argentino Fernando Belasteguin e la coppia di spagnoli formata da Alejandro Galan e Juan Lebron, che guidano i ranking della FIP e del World Padel Tour.

I primi dieci giocatori in classifica sono tutti di nazionalità spagnola o argentina, all’undicesimo posto c’è il brasiliano Pablo Lima. Il suo connazionale Javier Garrido Gomez, diciassettesimo, è l’unico altro giocatore nato in un paese diverso da Spagna e Argentina presente tra i migliori 20. L’italo-argentino Denis Tomas Perino è cinquantesimo nella classifica FIP, mentre tra le donne la migliore italiana è Giulia Sussarello, 37esima nel ranking del World Padel Tour.

Dal 1992 si giocano anche i campionati mondiali di padel, in cui si sfidano le squadre nazionali. L’ultima edizione si è conclusa a inizio novembre a Dubai e per il secondo anno consecutivo la nazionale femminile italiana è arrivata terza. Le ragazze, guidate dall’allenatrice argentina Marcela Ferrari, hanno battuto il Belgio 2-1 nella finale per la medaglia di bronzo. Nella squadra c’era anche l’ex tennista Roberta Vinci. La sfida per la medaglia d’oro se la sono aggiudicata invece le spagnole, che hanno battuto 2-0 in finale le argentine.

Dopo il quinto posto dello scorso anno, la nazionale maschile italiana ha chiuso il campionato mondiale di Dubai fuori dalle prime otto squadre. L’Argentina, che era arrivata seconda nel 2021, si è presa la rivincita sulla Spagna e ha vinto 2-1 la finale, mentre il bronzo è andato alla Francia, che ha battuto 2-1 il Portogallo.

La FIP punta a far diventare il padel una disciplina olimpica entro i Giochi 2032 di Brisbane in Australia, intanto è entrato a far parte dei Giochi sudamericani che si sono disputati il mese scorso ad Asunción in Paraguay. Il padel sarà inoltre uno degli sport in programma nei Giochi europei di Cracovia in Polonia nel 2023.

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