La storia della viralità di un emù e della sua proprietaria

Internet si è affezionata in fretta a Emmanuel e alla sua allevatrice, ma un focolaio di influenza aviaria ha cambiato le cose

L'emù Emmanuel e, dietro di lui, Taylor Blake (Dall'account su TikTok della Knuckle Bump Farms)
L'emù Emmanuel e, dietro di lui, Taylor Blake (Dall'account su TikTok della Knuckle Bump Farms)
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È una dinamica piuttosto frequente, su internet, che qualcuno diventi famoso per qualcosa di divertente, interessante o commovente, accumulando seguito e attenzioni, per poi essere rivalutato, criticato o attaccato dal suo pubblico quando emerge qualcosa di disdicevole sul suo conto. In questi giorni sta succedendo all’emù Emmanuel, o meglio all’allevatrice amatoriale americana Taylor Blake, che per hobby gestisce una piccola fattoria nel sud della Florida dove vivono prevalentemente bovini.

Anche in Italia molte persone li hanno conosciuti per i video di TikTok (poi ripresi anche sugli altri social network) in cui l’emù, che è un grosso uccello simile a uno struzzo, si avvicina allo schermo dello smartphone che sta riprendendo, rischiando di farlo cadere, mentre Blake gli ripete «Emmanuel, don’t do it!», cioè «Emmanuel, non farlo!». Il più visto dei video di questo tipo ha più di 13 milioni di visualizzazioni e negli Stati Uniti ha riscosso così successo che Blake ha partecipato a una puntata del Tonight Show di Jimmy Fallon, un popolare programma televisivo, riproponendo la sua frase tormentone con il conduttore.

@knucklebumpfarms Not a day goes by that Emanuel doesn’t try my life #emu #emusoftiktok #farmlife ♬ original sound – Knuckle Bump Farms

@fallontonight “Jimmy Don’t Do It” -@knucklebumpfarms #Emmanuel #FallonTonight ♬ original sound – FallonTonight

Negli ultimi dieci giorni chi si era appassionato alla vita campestre di Taylor e ai comportamenti del suo emù ha seguito con un po’ di apprensione gli ultimi aggiornamenti sulla vita nella fattoria Knuckle Bump. Il 16 ottobre Blake aveva infatti raccontato che nell’allevamento era accaduta una «grave tragedia» perché gli uccelli – più di 50 tra galline, anatre, oche, cigni, tacchini, nandù ed emù – erano stati infettati da un virus dell’influenza aviaria portato da uno stormo di oche selvatiche.

«Abbiamo perso il 99 per cento degli uccelli della fattoria», aveva detto, aggiungendo che il 12 ottobre anche Emmanuel aveva cominciato a sentirsi male. In una serie di tweet, corredati di fotografie in cui l’emù era sdraiato in una stalla, Blake aveva spiegato che Emmanuel aveva dei problemi ai nervi della zampa destra e per questo non riusciva a camminare. Poi aveva mostrato la struttura di sostegno che aveva costruito insieme alla compagna per aiutarlo a reggersi, chiedendo vicinanza emotiva ai follower.

Nei giorni successivi Blake aveva pubblicato vari aggiornamenti sullo stato di salute dell’emù, sempre abbastanza debole e inappetente, e si era mostrata in atteggiamenti affettuosi nei confronti dell’uccello. Per questo varie persone (e poi articoli sui siti di notizie e intrattenimento americani) l’avevano accusata di essere poco cauta, perché stando così vicina a Emmanuel rischiava di infettarsi con il virus dell’aviaria ed eventualmente di trasmetterlo ad altre persone.

Le persone possono contrarre l’influenza aviaria toccandosi la bocca, il naso o gli occhi dopo aver avuto stretti e prolungati contatti con i fluidi corporei di uccelli infetti. Non tutte le persone che prendono l’influenza hanno poi sintomi gravi, ma in alcuni casi può essere necessario un ricovero.

Sabato però Blake ha fatto sapere che Emmanuel non aveva l’aviaria: «È risultato negativo all’influenza aviaria in due diversi laboratori, nelle analisi della saliva, delle feci e del sangue. Non ha il virus e non lo sta trasmettendo». Ha poi aggiunto che stando così le cose lei e i veterinari consultati ritengono che i sintomi dell’emù, compreso «l’apparente» danno ai nervi della zampa destra, erano stati causati dallo stress, a cui gli emù sembrano essere particolarmente sensibili. «È stato sopraffatto quando gli addetti statali sono venuti a compiere l’eutanasia sui nostri uccelli», ha continuato Blake: «ha smesso di mangiare il giorno in cui sono stati abbattuti».

Non è chiaro né quanti uccelli della fattoria siano stati uccisi dalle autorità sanitarie dopo la diffusione dell’aviaria, né quanti fossero effettivamente infetti. Blake non ha nemmeno spiegato come mai, se si è reso necessario uccidere gli uccelli che potevano essere infetti, non è stato fatto lo stesso con Emmanuel.

I più recenti articoli sulla vicenda, e principalmente uno pubblicato da BuzzFeed, sono critici nei confronti di Blake e insinuano che non abbia raccontato tutta la verità, e non solo perché le tempistiche del decorso della malattia di Emmanuel e delle sue analisi per il virus dell’aviaria non trovano riscontro con i tempi normalmente necessari per ottenere il risultato.

Già dopo i primi tweet sulla malattia di Emmanuel, Blake era stata accusata di stare sfruttando l’animale per aumentare la propria popolarità online. Poi alcune persone avevano fatto notare che più volte negli ultimi dieci anni Blake aveva realizzato dei contenuti sui social – come tweet e imitazioni – il cui fine sembrava evidentemente cercare di ottenere popolarità. Infine qualcuno aveva tirato fuori un vecchio thread di Twitter che raccoglieva tweet apparentemente scritti da Blake tra il 2011 e il 2015 e contenenti messaggi razzisti contro le persone afroamericane, oltre che successivi tentativi di mostrarsi contraria al razzismo in modo abbastanza plateale (attualmente nella bio su Twitter di Blake è riportato lo slogan del movimento per i diritti civili “Black Lives Matter”).

In sostanza, dice BuzzFeed, «Blake è accusata di essersi fatta un “rebranding” da “ragazza di campagna” per togliere l’attenzione dalle accuse che le erano state rivolte. Un’utente di Twitter ha detto di essersi sentita ingannata dall’uso dei contenuti a tema emù di Blake». Blake non ha risposto né alla richiesta di commento di BuzzFeed né alle altre critiche ricevute.