Le posizioni di Berlusconi sull’Ucraina sono un pasticcio per la coalizione di destra

Meloni ha risposto in maniera durissima alle dichiarazioni del leader di Forza Italia a favore del regime russo, mostrando che c'è un problema

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Negli ultimi giorni le dichiarazioni – alcune pubbliche e altre no – del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi sulla guerra in Ucraina stanno creando notevoli problemi alla coalizione di destra e soprattutto a Giorgia Meloni, che da mesi cerca di accreditarsi all’estero come una leader affidabile e soprattutto atlantista, cioè vicina alle posizioni degli Stati Uniti e dell’Occidente.

Le prime dichiarazioni controverse sull’Ucraina Berlusconi le aveva fatte a fine settembre alla trasmissione televisiva Porta a Porta, quando aveva dato una versione falsa di come fosse iniziata la guerra, di fatto giustificando l’invasione portata avanti dal presidente russo Vladimir Putin. Negli ultimi giorni, poi, sono uscite due registrazioni fatte martedì durante una riunione organizzata da Forza Italia alla Camera in occasione dell’elezione dei capigruppo, in cui Berlusconi dapprima dice di aver «riallacciato» i rapporti con Putin, e poi ribadisce e rafforza la sua ricostruzione sull’inizio della guerra, sostenendo che Putin volesse soltanto sostituire il governo ucraino di Volodymyr Zelensky con «persone per bene e di buon senso».

Le ultime dichiarazioni di Berlusconi ricalcano quasi perfettamente la propaganda del regime russo e sono del tutto contrarie al posizionamento tenuto finora dal governo italiano, e a quello che vorrebbe adottare Giorgia Meloni una volta al governo. Per questo, la leader di Fratelli d’Italia nella serata di mercoledì ha reso pubblico un comunicato durissimo. Nel comunicato, condiviso con i giornalisti, Meloni ha scritto:

Intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo. L’Italia con noi al governo non sarà mai l’anello debole dell’occidente, la nazione inaffidabile tanto cara a molti nostri detrattori. Rilancerà la sua credibilità e difenderà così i suoi interessi. Su questo chiederò chiarezza a tutti i ministri di un eventuale governo.

In questo modo, e senza mai nominare Berlusconi né citare le sue dichiarazioni recenti, la leader di Fratelli d’Italia e a capo della coalizione di destra ha vincolato la formazione del prossimo governo al mantenimento di una politica estera vicina agli alleati tradizionali dell’Italia e a sostegno dell’Ucraina contro l’invasione della Russia. Ci saranno evidentemente incontri e negoziati in queste ore per cercare di recuperare i rapporti, ma quella di Meloni è comunque una posizione estremamente dura, soprattutto se si considera che riguarda i leader di due partiti alleati che nel giro di pochissimi giorni dovrebbero formare un governo assieme. È anche un sintomo, probabilmente, di come su alcune questioni il probabile governo Meloni potrebbe nascere già molto diviso.

Gli scontri tra Berlusconi e Meloni vanno avanti ormai da giorni, dopo che il leader di Forza Italia si era molto lamentato con Meloni dello scarso peso dato al suo partito nelle trattative per il governo e dei ministeri ipotizzati per i membri del suo partito. I due si erano riconciliati in un incontro privato, ma poi Berlusconi aveva continuato a contraddire pubblicamente Meloni in più di un’occasione.

Le posizioni di Berlusconi sull’Ucraina, tuttavia, potrebbero essere un problema ben più serio e di lunga durata per Meloni di quanto non siano i litigi temporanei sulle nomine dei ministri. Anche perché l’altro alleato della coalizione di destra, Matteo Salvini della Lega, storicamente condivide con Berlusconi la vicinanza al regime russo, anche se più di recente ha cercato di moderare le sue posizioni.