Come vanno le trattative per il nuovo governo

I giornali oggi le descrivono come "congelate" per via degli attriti tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, ma circolano diverse ipotesi su chi farà cosa

Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Mario Cartelli/SOPA Images via ZUMA Press Wire)
Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Mario Cartelli/SOPA Images via ZUMA Press Wire)
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Trascorse quasi tre settimane dalla vittoria alle elezioni, l’alleanza di destra tra Fratelli d’Italia, Forza Italia e la Lega sembra attraversare un primo momento di difficoltà intorno alla distribuzione degli incarichi più importanti, compresi quelli del futuro governo che dovrebbe essere guidato da Giorgia Meloni. I giornali di sabato – che pure fanno molte ipotesi sulle persone che potrebbero andare ai diversi ministeri – parlano di trattative «congelate» per via degli attriti degli ultimi giorni tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi e sembra che servirà quantomeno un chiarimento tra loro due per sbloccare la situazione.

I problemi nella coalizione di destra sono diventati evidenti con l’elezione a presidente del Senato di Ignazio La Russa, di Fratelli d’Italia. Già da qualche giorno si parlava delle difficoltà della coalizione nel trovare un accordo soddisfacente per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato e per i principali incarichi di governo. Sembrava che alla fine un compromesso fosse stato trovato, ma durante la votazione decisiva per l’elezione di La Russa i senatori di Forza Italia sono usciti dall’aula per non partecipare al voto, con una scelta che Berlusconi ha poi detto essere stata motivata dall’esistenza di «veti» nei confronti di alcuni esponenti del suo partito. (L’elezione di La Russa è stata possibile solo grazie ai voti di alcuni senatori dei partiti di opposizione).

Nella votazione di venerdì per la scelta del presidente della Camera, Fratelli d’Italia, Forza Italia e la Lega hanno votato insieme per eleggere il leghista Lorenzo Fontana, ma nella stessa giornata Repubblica ha pubblicato una fotografia di un appunto preso da Silvio Berlusconi il giorno precedente durante le votazioni in Senato, e nel quale il comportamento di Meloni veniva descritto come «supponente, prepotente, arrogante, offensivo, ridicolo». La nota di Berlusconi è diventata una delle cose più discusse della giornata di venerdì: un’indicazione piuttosto chiara del malumore di Berlusconi e del suo difficile rapporto con la leader della sua coalizione.

Meloni ha risposto a Berlusconi solo a fine giornata, quando parlando con alcuni giornalisti ha detto che a quell’elenco mancava solo «che non sono ricattabile», un probabile riferimento alle trattative in corso nella maggioranza per formare il nuovo governo. Non è chiaro a cosa precisamente si riferisse Meloni, ma i giornali scrivono da giorni che Berlusconi sarebbe molto scontento dei ministeri offerti agli esponenti del suo partito, e che in particolare sarebbe scontento della presunta decisione di Meloni di escludere dal futuro governo la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli, per la quale sembra che Berlusconi avesse chiesto un ministero (si era parlato di quello alla Salute o al Turismo).

I giornali di sabato scrivono che le trattative per il nuovo governo al momento sono «congelate», per via della rottura tra Berlusconi e Meloni, e non è chiaro in che modo la situazione si risolverà. Da una parte si ipotizza che Meloni, in assenza di un accordo e di una maggioranza solida, possa anche decidere di rinunciare alla formazione di un governo e tornare ad elezioni (senza Forza Italia, la coalizione di destra non avrebbe la maggioranza), dall’altra si parla delle difficoltà di Berlusconi nel tenere coeso il suo partito, all’interno del quale sembra esserci una parte più propensa ad accettare le condizioni di Meloni sul futuro governo. La Lega, in questo momento, viene invece descritta come in maggiore sintonia con Fratelli d’Italia.

In attesa di capire come evolverà la situazione – le consultazioni per il nuovo governo inizieranno dopo il 18 ottobre – i giornali stanno comunque facendo diverse ipotesi sui futuri ministri. Sia il Corriere della Sera che Repubblica scrivono per esempio che per il ministero della Giustizia il nome che circola maggiormente è quello dell’ex magistrato Carlo Nordio, di Fratelli d’Italia, che per il ministero dell’Economia si parla del leghista Giancarlo Giorgetti, che per il ministero dell’Interno sembra che ci sia un accordo per la scelta di Matteo Piantedosi – ex capo di gabinetto di Matteo Salvini – e che per Salvini stesso si ipotizza il ministero delle Infrastrutture.

Ci sono ipotesi anche per tutti gli altri ministeri e per gli incarichi più importanti, ma sono ancora tutte da trattare con grande cautela, a maggior ragione per via dei problemi nella maggioranza.