Undici soldati russi sono stati uccisi in una sparatoria in un campo di addestramento in Russia


Reclute russe durante un addestramento a Rostov (AP Photo)
Reclute russe durante un addestramento a Rostov (AP Photo)

Due uomini hanno aperto il fuoco in un campo di addestramento per soldati russi nella regione di Belgorod, nel sudovest della Russia, che confina con l’Ucraina.
Undici soldati sono stati uccisi nella sparatoria e quindici sono stati feriti, prima che i due sparatori venissero uccisi a loro volta.

Il ministero della Difesa russo ha definito l’episodio «un attacco terroristico», secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa governativa TASS: secondo la dichiarazione del ministero, i due uomini che hanno aperto il fuoco provenivano da «una nazione ex-sovietica», e hanno cominciato a sparare contro i soldati durante un’esercitazione di tiro.

L’esercito russo permette ad alcuni cittadini stranieri di prestare servizio come mercenari: è uno dei percorsi con cui è possibile ottenere la cittadinanza. Non è ancora stato chiarito se i due sparatori fossero anche loro soldati, arruolati con questo tipo di contratto.

Il campo è uno dei centri in cui vengono addestrati i riservisti recentemente richiamati in quella che il presidente russo Vladimir Putin aveva definito a settembre una «mobilitazione parziale».
Fin dal suo annuncio, la mobilitazione ha provocato problemi e critiche in Russia: ha causato la fuga all’estero di un numero importante di russi e generato un forte sentimento di opposizione interno, anche in settori della popolazione che finora avevano guardato alla guerra in Ucraina con approvazione o sostanziale disinteresse.