Cosa succede ora per arrivare al nuovo governo

Perché inizino le consultazioni serve che si formino i gruppi parlamentari, poi per arrivare alla nomina dei nuovi ministri potrebbe bastare una settimana

(AP Photo/Alessandra Tarantino)
(AP Photo/Alessandra Tarantino)
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Già prima delle elezioni del 25 settembre, visto il notevole vantaggio attribuito dai sondaggi alla coalizione di destra, si parlava della possibile composizione del futuro governo, che con grande probabilità sarà guidato dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Dopo le elezioni, però, prima che si possa arrivare alla formazione di un nuovo governo devono essere completati alcuni passaggi. I primi sono stati l’insediamento dei nuovi parlamentari e l’elezione dei presidenti di Camera e Senato; questa settimana si continuerà con la formazione dei gruppi parlamentari e l’inizio delle consultazioni. Poi, a seconda di quanto sarà compatta la coalizione di destra che ha vinto le elezioni, ci saranno il giuramento e i voti di fiducia per il nuovo governo.

Formazione dei gruppi parlamentari, 17 e 18 ottobre
I gruppi parlamentari sono organi previsti dai regolamenti parlamentari e sono necessari per il funzionamento del parlamento. Nel caso della formazione di un nuovo governo sono rilevanti perché i loro rappresentanti – i capigruppo – partecipano per prassi alle consultazioni con il presidente della Repubblica.

Tutti i parlamentari sono tenuti ad aderire a uno dei gruppi, che teoricamente dovrebbe riflettere l’appartenenza al partito politico con cui sono stati eletti. Per formare un gruppo alla Camera servono almeno 20 deputati, mentre al Senato occorrono almeno 10 senatori: gli uffici di presidenza possono però decidere deroghe per permettere la formazione di gruppi meno numerosi. I parlamentari che non dichiarano appartenenza a nessun gruppo finiscono nel gruppo misto.

La scadenza per comunicare l’adesione ai gruppi parlamentari è lunedì 17 ottobre sia alla Camera che al Senato. Il giorno successivo, nel pomeriggio, i gruppi si riuniranno per eleggere i capigruppo: a quel punto i passaggi necessari affinché comincino le consultazioni saranno stati completati.

Camera e Senato continueranno poi le attività propedeutiche all’avvio dei loro lavori – l’elezione dei vicepresidenti e dei questori, per esempio –, ma non sono questioni che riguardano direttamente la formazione del nuovo governo.

Consultazioni
Dopo le elezioni alle camere potranno cominciare le consultazioni, una fase non regolata dalla Costituzione ma instauratasi per convenzione come prassi consolidata (viene definita “consuetudine costituzionale”): il presidente della Repubblica convoca al Quirinale i presidenti dei vari gruppi parlamentari, i leader delle coalizioni, i presidenti delle camere e gli ex presidenti della Repubblica. Al termine delle consultazioni il presidente decide se e a chi assegnare l’incarico per la formazione del nuovo governo: in questo caso l’incarico sarà dato probabilmente a Giorgia Meloni.

Le consultazioni potrebbero cominciare già il 18 ottobre ed è possibile che entro un paio di giorni si arrivi al conferimento di un incarico. Si arriverebbe quindi a giovedì 20 o venerdì 21 ottobre, ma molto dipenderà dalla coesione della coalizione di destra: se si presenterà in modo unito alle consultazioni ci sarà una via chiara per la formazione di un nuovo governo e i tempi per il conferimento dell’incarico non saranno lunghi.

A questo punto la persona incaricata di formare il nuovo governo accetta l’incarico, di solito «con riserva» anche se è certa di riuscire a formare una maggioranza. Dopo un’ultima verifica della possibilità di formare un governo, la persona incaricata torna al Quirinale e «scioglie la riserva» in presenza del presidente della Repubblica, che firma i decreti di nomina del nuovo capo del governo e dei ministri: secondo la Costituzione è il presidente della Repubblica a nominare il presidente del Consiglio e, su sua proposta, i ministri.

Se la maggioranza di destra sarà compatta e se il presidente della Repubblica non metterà in discussione nessuna delle nomine chieste dal futuro presidente del Consiglio, anche questo passaggio non dovrebbe durare a lungo e nei primi giorni della settimana del 24 ottobre (o anche prima) si potrebbe arrivare al giuramento del nuovo governo.

Giuramento
Con il giuramento davanti al presidente della Repubblica avviene il passaggio di consegne tra il vecchio e il nuovo governo. Dopo il giuramento, solitamente avviene la cosiddetta “cerimonia della campanella”: cioè il passaggio della campanella che viene usata per segnalare l’inizio del Consiglio dei ministri dalle mani del presidente del Consiglio uscente in quelle del nuovo presidente del Consiglio.

Fiducia
Dopo aver giurato, il governo deve chiedere e ottenere la fiducia del parlamento, un passaggio che secondo la Costituzione deve avvenire entro dieci giorni dal decreto di nomina del presidente del Consiglio. Al nuovo governo serviranno almeno 201 voti alla Camera e 104 al Senato per ottenere la fiducia: la coalizione di destra, se sarà unita, non avrà problemi a superare queste soglie.