Il piano per la pace in Ucraina di Elon Musk

Lo ha presentato su Twitter in quattro punti, tutti abbastanza sbilenchi

(Dimitrios Kambouris/Getty Images for The Met Museum/Vogue)
(Dimitrios Kambouris/Getty Images for The Met Museum/Vogue)

Lunedì sera il noto imprenditore statunitense Elon Musk ha proposto con un sondaggio su Twitter un piano per un accordo di pace per interrompere l’invasione russa in Ucraina. Il piano di Musk è stato molto criticato per essere di fatto allineato ad alcune richieste della Russia, e per essere poco praticabile (dall’inizio della guerra la Russia ha dimostrato scarso interesse a concludere l’invasione con la diplomazia). Poche ore dopo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha pubblicato a sua volta un sondaggio su Twitter, chiedendo agli utenti del social network quale Elon Musk preferiscano: quello che appoggia l’Ucraina o quello che appoggia la Russia.

Musk, fondatore delle aziende tecnologiche Tesla e SpaceX, non ha particolari competenze in materia di guerra e politica internazionale, ma su Twitter è solito parlare con grande sicurezza di questioni che conosce superficialmente: qualche mese fa gli era capitata una cosa simile con la politica americana.

Il piano di Musk prevede quattro punti. Il primo propone di tenere di nuovo i referendum farsa con cui la Russia la settimana scorsa aveva annesso quattro regioni ucraine: Luhansk e Donetsk (che la Russia già considerava indipendenti) e le zone occupate di Zaporizhzhia e Kherson, che fra l’altro le forze russe non occupano interamente. Musk propone di far votare di nuovo gli abitanti di queste regioni, supervisionati da osservatori dell’ONU: difficilmente però un voto che si svolge durante un’occupazione militare può essere considerato libero.

Il secondo punto prevede la cessione definitiva della Crimea alla Russia, già occupata e annessa otto anni dopo con un altro referendum farsa. Musk sostiene che la Crimea abbia fatto parte del territorio russo «dal 1783»: ma è una versione allineata con la propaganda russa, che non tiene conto di diversi sviluppi fra cui il memorandum di Budapest del 1994 con cui la Russia riconobbe l’integrità territoriale dell’Ucraina, Crimea compresa.

Il terzo punto obbligherebbe il governo ucraino a mantenere la fornitura di acqua alla Crimea russa, mentre il quarto prevede che l’Ucraina rimanga «neutrale», non è chiaro da cosa: forse Musk intende che l’Ucraina debba rinunciare a entrare nella NATO e nell’Unione Europea, due esplicite richieste avanzate dalla Russia prima dell’inizio della guerra. Fino al 24 febbraio, giorno in cui iniziò l’invasione, l’Ucraina non sembrava vicina ad accedere a nessuna delle due: è stata la successiva invasione russa ad accelerare l’avvicinamento dell’Ucraina alla NATO e all’Unione Europea.

Più in generale la richiesta che l’Ucraina rimanga «neutrale», cioè che in sostanza non possa portare avanti una propria politica estera, implica che l’Ucraina debba essere uno stato cuscinetto fra l’Occidente e la Russia, privo di autodeterminazione.

Il piano di Musk è stato molto criticato da politici e diplomatici ucraini ed europei oltre che da diversi esperti di diritto internazionale. L’ambasciatore ucraino in Germania, Andrij Melnyk, ha risposto a Musk twittando: «ecco la mia risposta diplomatica: fanculo», mentre il presidente lituano Gitanas Nauseda ha twittato: «Caro Elon Musk, se qualcuno cerca di rubare le ruote di una Tesla, questo non lo rende il legittimo proprietario delle ruote».

Musk si è difeso dalle critiche ricevute per il suo piano sostenendo di essere a favore dell’Ucraina, a cui fra l’altro dall’inizio della guerra fa utilizzare Starlink, il suo servizio per connettersi a Internet via satellite. «Una ulteriore escalation della guerra farà molti danni all’Ucraina e al mondo», ha spiegato: «Se tenete al popolo ucraino, lavorate per la pace».

Al momento circa il 60 per cento degli utenti che ha partecipato al sondaggio di Musk ha respinto il suo piano.