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  • Lunedì 3 ottobre 2022

L’incredibile inizio di campionato di Erling Haaland

Il centravanti norvegese fa gol ogni 55 minuti di gioco e domenica ha segnato una tripletta memorabile nel derby di Manchester

Erling Haaland dopo il terzo gol segnato nel derby di Manchester (Michael Regan/Getty Images)
Erling Haaland dopo il terzo gol segnato nel derby di Manchester (Michael Regan/Getty Images)
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Il centravanti norvegese Erling Haaland, un calciatore che da anni viene descritto come un “predestinato”, è stato comprato dal Manchester City in estate per oltre 80 milioni di euro. Il giorno della presentazione, alla domanda su quale squadra del campionato inglese avrebbe voluto incontrare in particolare, aveva risposto: «Non mi piace pronunciare quel nome… ma dico Manchester United», la principale rivale del City.

Domenica ci ha giocato contro nel suo primo derby di Manchester: ha segnato tre gol, ha servito gli assist a due dei tre gol segnati dal compagno di squadra Phil Foden e nel complesso è stato imprendibile per la difesa dello United. Alla fine il City ha vinto 6-3.

Dopo essere cresciuto tra la Norvegia e l’Austria e aver passato due stagioni in Germania con il Borussia Dortmund, in Inghilterra Haaland può affermarsi definitivamente ai più alti livelli del calcio professionistico. E ha iniziato benissimo: tra campionato e coppe ha già segnato 17 gol in 11 partite, in media uno ogni 55 minuti di gioco. Come ha fatto in passato, dalla Norvegia alla Germania, ha continuato a fare gol a chiunque e in qualsiasi modo.

La tripletta contro lo United è stata la terza consecutiva segnata in casa. Ad appena 22 anni ha impiegato soltanto otto giornate di campionato per farne tre: 50 in meno di quelle che ci vollero a Michael Owen, 51 in meno di Ruud Van Nistelrooy e 63 di Luis Suarez, tre attaccanti che hanno fatto la storia della Premier League inglese.

Haaland e Foden, gli autori delle due triplette allo United (Michael Regan/Getty Images)

Eppure inizialmente c’erano dei dubbi sulla sua collocazione in una squadra allenata da Pep Guardiola, che spesso in carriera ha fatto giocare le sue squadre senza centravanti di ruolo — peraltro sempre con grandi risultati — preferendo utilizzare giocatori meno prestanti ma più tecnici e adatti per il gioco di squadra.

Per quello che si è visto finora, l’inserimento di Haaland al City sta funzionando alla perfezione e con alcuni compagni di squadra l’intesa è già evidente, come nel caso del trequartista Kevin De Bruyne, che lo serve già “a memoria”. Inoltre, dopo la cessione (e il successivo ritiro) dell’ex attaccante argentino Sergio Agüero, sembra aver risolto quella mancanza offensiva, l’unica in una squadra che da tempo dà la sensazione di poter vincere tutto.

Dopo il derby di Manchester, Guardiola ha parlato di lui dicendo: «Quello che sta facendo qui lo ha fatto in Norvegia, in Austria e in Germania. La qualità che ha intorno lo aiuta a segnare, ma quello che fa in campo non gliel’ho insegnato io. Ha un istinto incredibile. Viene da sua madre e suo padre. Ci è nato così».

Per Haaland la vittoria contro lo United è stata inoltre una specie di rivincita familiare. Suo padre Alf-Inge (detto Alfie) giocò con il City per tre stagioni e nel 2003 un grave infortunio al ginocchio subito proprio nel derby di Manchester per un intervento intenzionale del capitano dello United, Roy Keane, contribuì ad anticiparne il ritiro a soli trent’anni.

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