La Germania nazionalizzerà Uniper, il suo più grosso importatore di gas

L’azienda rischiava di fallire per l’aumento del prezzo del gas, lo stato è intervenuto per salvaguardare il sistema energetico tedesco

(Roberto Pfeil/dpa via AP, file)
(Roberto Pfeil/dpa via AP, file)
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Il governo tedesco ha annunciato che nazionalizzerà il suo più grosso importatore di gas, Uniper, dopo che a luglio l’azienda aveva chiesto aiuto al governo perché si è ritrovata quasi in bancarotta a causa del forte aumento del prezzo del gas. È una misura ampiamente attesa ma comunque di enorme portata, perché comporta uno dei più grossi interventi statali nell’economia negli ultimi anni in Germania, e dimostra la portata della crisi energetica nel paese.

L’azienda energetica era entrata in una grave crisi di liquidità a causa della sempre maggiore scarsità di gas russo e più in generale dell’aumento dei prezzi in tutto il mercato. Da mesi Uniper compra gas a prezzi altissimi, ma a causa dei contratti di fornitura di lunga data è costretta a rivendere il prodotto a prezzi che erano stati fissati prima degli aumenti. Stava sostanzialmente operando in perdita, tanto che per evitarne la bancarotta il governo tedesco ha deciso di nazionalizzarla.

Per iniziare a ripianare un ammanco stimato in 8,5 miliardi, il governo tedesco procederà ad aumentare il capitale della società di 8 miliardi di euro, al prezzo di 1,7 euro per azione. Le azioni potranno essere sottoscritte solo dallo stato, escludendo così i mercati finanziari su cui ora l’azienda è quotata. Entro la fine dell’anno arriverà poi a prendere il controllo della società, acquistando allo stesso prezzo il 78 per cento delle azioni da Fortnum, un’azienda energetica finlandese posseduta in larga parte dallo stato che rappresenta l’azionista di maggioranza di Uniper. In questo modo lo stato tedesco si ritroverà a detenere il 98,5 per cento della compagnia.

In più, l’accordo prevede anche la disponibilità della banca di stato tedesca KfW a concedere nuovi prestiti per sostenere la liquidità dell’impresa.

Secondo l’analisi di Isabella Bufacchi sul Sole 24 ore, la nazionalizzazione di Uniper era l’unica strada che il governo poteva percorrere per mantenere in funzione il mercato e la distribuzione energetica domestica. Lasciare fallire l’azienda avrebbe scatenato un effetto a catena sull’indotto, col rischio di provocare una crisi sistemica. Inoltre, l’azienda impiega al momento 11.500 dipendenti, che avrebbero dovuto beneficiare di ammortizzatori sociali per la perdita del lavoro.

Altre due società distributrici di gas, Sefe e VNG, potrebbero essere salvate dallo stato tedesco per gli stessi motivi di Uniper. In realtà, i distributori avrebbero potuto appellarsi a cause di forza maggiore, una clausola quasi sempre contenuta nei contratti di fornitura, per scaricare l’onere dei rincari sulla clientela finale. Il governo si è però dimostrato contrario a questa soluzione, perché lo costringerebbe in ogni caso a intervenire in un secondo momento per compensare con soldi pubblici l’eccessivo aumento delle bollette.

Dopo aver già elargito sostanziosi finanziamenti a Uniper negli scorsi mesi, il costo del salvataggio dell’azienda per il governo tedesco ammonta a 30 miliardi in totale. Questo provvedimento si aggiunge anche al piano pubblico per salvaguardare il sistema energetico tedesco da 65 miliardi di euro, che ha l’obiettivo di aiutare imprese e famiglie a far fronte ai rincari, soprattutto quelli dell’energia.