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  • Martedì 20 settembre 2022

L’Europa è divisa per qualità della vita

Nella classifica dell'Economist sulle città più vivibili al mondo Vienna è prima, e il divario tra Europa occidentale e orientale è sempre maggiore

Vienna, in testa alla classifica mondiale di vivibilità dell'Economist (Vienna Tourist Board via AP Images)
Vienna, in testa alla classifica mondiale di vivibilità dell'Economist (Vienna Tourist Board via AP Images)
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Il Global Liveability Index 2022 pubblicato dall’Economist, che definisce tutti gli anni le città più vivibili e meno vivibili al mondo, divide nettamente l’Europa fra ovest ed est: alcune delle città occidentali sono fra quelle in cui si vive meglio, e in generale tutte hanno punteggi alti; le città orientali sono in fondo alla classifica, con un diffuso calo degli indici di benessere dovuto anche agli effetti, diretti e indiretti, dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, oltre che a una più complessa uscita dall’emergenza pandemica.

Vienna nel 2022 è tornata in cima alla classifica mondiale, come successo in tre delle ultime cinque rilevazioni (nelle altre due occasioni al primo posto c’erano Auckland e Melbourne) e nei primi dieci posti della classifica ci sono sei città dell’Europa occidentale: Copenaghen e Zurigo seconda e terza, Ginevra sesta, Francoforte settima, Amsterdam nona, tutte con valori superiori ai 95 punti su 100.

La Economist Intelligence Unit (una società di analisi e consulenza finanziaria di proprietà del gruppo editoriale del settimanale britannico) giudica la qualità della vita e dei servizi in 172 città del mondo. Lo fa sulla base di cinque criteri: la vita culturale e le condizioni dell’ambiente pesano per il 25 per cento sul punteggio finale, la stabilità (concetto che comprende la sicurezza) per un altro 25, la qualità del sistema sanitario e delle infrastrutture per il 20 per cento ognuna e la bontà del sistema educativo per il 10. Ne nasce un indice da 0 a 100 in cui le città più vivibili hanno il punteggio più alto.

L’indagine EIU relativa all’Europa (The Economist)

Il divario con le città dell’est europeo è consistente: Istanbul risulta la peggiore, seguita da Baku (la EIU include Kazakistan e Azerbaigian nel contesto europeo), Bucarest, San Pietroburgo e Sofia, con punteggi fra il 57,7 e il 68,6. In generale tutte le città dell’est europeo hanno punteggi sensibilmente inferiori rispetto all’ovest: le distanze, già presenti in passato, in quest’ultimo anno sono aumentate ed ora hanno raggiunto i venti punti in media.

L’uscita difficile dall’emergenza sanitaria è uno dei fattori che hanno condizionato gli indicatori: i sistemi sanitari già carenti sono stati messi in seria difficoltà dalla pandemia e da una distribuzione dei vaccini decisamente più lenta. L’aumento di tendenze autoritarie, in Turchia come in Russia, ha condizionato la vivibilità delle città, colpite anche da forti pressioni economiche: da una parte l’altissima inflazione che colpisce la Turchia, dall’altra i primi effetti delle sanzioni a Mosca e San Pietroburgo, che hanno perso 15 e 13 posizioni (i punteggi sono probabilmente destinati a scendere ulteriormente il prossimo anno).

Nell’inchiesta non è stato possibile inserire Kiev: la raccolta dei dati nella capitale ucraina, peraltro ultima o penultima nelle classifiche europee dal 2014 in poi, è stata bloccata dall’inizio della guerra. Città come Budapest o Varsavia hanno visto scendere i loro punteggi in “stabilità” per lo stesso motivo.

Le città dell’Europa occidentale hanno invece per lo più fatto segnare un netto miglioramento dei propri indici, dovuti principalmente all’aumento della qualità della vita culturale in seguito alla rimozione delle restrizioni dovute al Covid-19: nove delle dieci al mondo che hanno migliorato più sensibilmente il proprio punteggio nel 2022 sono europee (l’eccezione è Los Angeles), con le tedesche Francoforte, Amburgo e Düsseldorf in testa. Significativo anche il miglioramento di Atene, che guadagna 19 posizioni.

Le città più migliorate nel 2022 (The Economist)

Le classifiche delle grandi capitali europee risultano spesso condizionate da problemi di traffico e criminalità, ma Parigi riesce comunque a salire al 19° posto nel mondo, mentre Londra è al 33°, Barcellona al 35°, Madrid al 43°. Nell’indagine sono comprese Milano e Roma: la prima è alla posizione numero 49 in classifica, Roma qualche posto più indietro, ma con valori non troppo dissimili.

La tendenza generale rispetto all’indagine del 2021 è di un incremento del livello di vivibilità, dovuto alla diminuzione delle restrizioni per la pandemia (negli indici si considerano le disponibilità di teatri, cinema, concerti ed eventi sportivi): un anno fa la classifica era dominata da città di Nuova Zelanda, Australia e Giappone, ora in calo, mentre il fondo della classifica è stabilmente occupato da Damasco (Siria), Lagos (Nigeria), Tripoli (Libia), Algeri (Algeria) e Karachi (Pakistan).